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Lunedì, 29 Aprile 2024
Alimentazione

Il digiuno intermittente fa male alla salute?: cosa rileva uno studio americano

Gli effetti a lungo termine evidenziati dalla ricerca presentata a Chicago

Limitare il tempo giornaliero dedicato all'alimentazione a un breve periodo, come per esempio 8 ore al giorno, ha guadagnato popolarità negli ultimi anni come metodo per perdere peso e migliorare la salute. Uno studio preliminare realizzato da un team di ricercatori cinesi e americani, presentato nelle scorse settimane nel corso di un congresso dell’American Heart Association, sembrerebbe però smentire i benefici del digiuno intermittente sulla salute, collegando questo tipo di regime alimentare a un maggiore rischio di morte per malattie cardiache.

Lo studio americano sul digiuno intermittente

Il digiuno intermittente è una tipologia di regime alimentare così chiamato perché prevede l’assunzione di cibo limitata a 8 ore al giorno, per esempio dalle 8 alle 16, mentre nelle restanti 16 ore non si tocca cibo, saltando quindi la cena o, in alternativa, la prima colazione. Il digiuno intermittente favorirebbe la perdita di peso, migliorerebbe la sensibilità all’insulina e il metabolismo, riducendo anche l’infiammazione, abbassando il colesterolo e la pressione del sangue. Inoltre, digiunare per una parte della giornata, o a giorni alterni, riuscirebbe a ridurre il rischio di malattie metaboliche, cardiovascolari e oncologiche. I dati in favore non mancano, ma neanche le perplessità, avallate da ricerche come quella presentata durante il meeting dell’American Heart Association, a Chicago, i cui risultati però sono tutti da confermare, trattandosi di una ricerca preliminare che non è ancora stata sottoposta a revisione paritaria né pubblicata su alcuna rivista scientifica.

Quali sono gli effetti a lungo termine del digiuno intermittente?

Dallo studio americano, condotto su oltre 20mila adulti, è emerso che chi mangia nell’arco di 8 ore e digiuna per 16 ha un rischio di morte per eventi cardiovascolari molto più elevato rispetto a chi si nutre per 12-16 ore al giorno. I ricercatori hanno utilizzato i dati raccolti dal National Health and Nutrion Examination Survey, un censimento che raccoglie informazioni sulla dieta e la salute di decine di migliaia di cittadini americani. Analizzando quelli di 20mila persone intervistate tra il 2003 e il 2018, gli autori della ricerca hanno valutato il rischio di morire a causa di infarto e malattie cardiache per chi si affida al digiuno intermittente.

Se gli esperti concordano che nel breve periodo il regime del digiuno intermittente consente di dimagrire e migliora nel complesso le condizioni di salute, la ricerca riguarda gli effetti a lungo termine e indica che del campione esaminato:

  • chi distribuiva i pasti in meno di otto ore al giorno aveva un rischio di morte per malattie cardiovascolari superiore al 91%;
  • chi aveva già una diagnosi di malattia cardiovascolare e distribuiva i pasti in un periodo inferiore a dieci ore al giorno aveva un rischio di morire per problemi cardiaci o ictus più elevato del 66%;
  • distribuire i pasti su un periodo superiore alle 16 ore giornaliere risultava associato a un minor rischio di mortalità per cancro tra le persone già malate.

Tuttavia, al tempo stesso, gli esperti hanno sottolineato i limiti della ricerca: il fatto che le finestre di alimentazione sono state indicate dal campione di riferimento, non risultavano rilevati gli altri fattori di rischio, non era precisata la qualità degli alimenti assunti nella finestra temporale dei pasti, evidenziando anche che si parla di associazione e non di nesso di causalità tra regime del digiuno intermittente e morte per malattie cardiovascolari.

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