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Sabato, 27 Aprile 2024
Benessere

Sarebbe morta sotto i ferri, Caterina racconta la sua storia a lieto fine: "Ai medici devo la vita"

"Vorrei che la mia esperienza fosse d'aiuto a tante persone, nessuno deve rimanere solo ad affrontare questo problema"

Accanto a vicende drammatiche causate da malasanità, problematiche di sovraffollamento dei pronto soccorso, carenze di personale medico e infermieristico, esiste l'altra faccia della medaglia. Quella della buona sanità, di professionisti che salvano vite e di storie a lieto fine come quella che ci è stata raccontata da Caterina, affetta da una rarissima malattia genetica.

Caterina salva grazie ad un farmaco sperimentale

La donna, a seguito di un grave incidente stradale, scopre di avere un tumore benigno al cervello che andrebbe rimosso attraverso un intervento chirurgico che, tuttavia, le viene sconsigliato a causa della sua situazione di salute pregressa. Il rischio, infatti, è quello di un’emorragia durante l'operazione. A questo punto, entra in scena il dottor Antonio Ciampa, responsabile del Centro Emostasi AORN “S.G.Moscati” di Avellino. Il medico riesce a reperire un farmaco sperimentale americano che, in pratica, salva la vita di Caterina: 
“Grazie a questa intuizione geniale del dottor Ciampa - racconta la donna - sono riuscita a superare l’intervento, poi brillantemente portato a termine dal neurochirurgo, il dottor Giuseppe Catapano. Sotto il controllo di anestesisti e rianimatori, ho assunto il farmaco prima, durante e dopo l’intervento e questo mi ha permesso di non avere nessun tipo di emorragia".

"Racconto la mia storia per aiutare le altre persone in difficoltà"

"L’operazione è perfettamente riuscita ed io non ho avuto nessun tipo di problema, neanche motorio. Avrei potuto rimanere paralizzata alla parte sinistra del corpo, perdere l’occhio sinistro o avere il volto tumefatto. Nulla di tutto questo. Raccontando il mio vissuto, vorrei essere d’aiuto a tutti coloro che sono in difficoltà. Vorrei che questa storia si conoscesse perché nessuno rimanga solo ad affrontare questo terribile problema ma possa ricevere lo stesso aiuto che è stato dato a me”.

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