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Giorno della Memoria, Spena: “Tolleranza, solidarietà e rispetto della diversità”

La cerimonia di commemorazione, questa mattina presso il Palazzo di Governo, arricchita dal prezioso contributo storiografico dell’Archivio di Stato di Avellino e con la partecipazione di autorità e studenti del territorio

"È necessario che lo studio della storia venga coltivato affinché conservi la memoria. Ed è fondamentale, oggi, la presenza degli studenti perché è ai giovani che dobbiamo traferire la nostra memoria". Questo il messaggio del Prefetto Paola Spena durante la cerimonia di commemorazione, questa mattina, sul Giorno della Memoria, presso il Palazzo di Governo, arricchita dal prezioso contributo storiografico dell’Archivio di Stato di Avellino e con la partecipazione di autorità e studenti del territorio.

Giorno della Memoria, la cerimonia in Prefettura (Foto Sabina Lancio)

"È importante - ha proseguito Spena - collegare questo pezzo di storia, che ricordiamo ogni anno, al territorio con i documenti che sono la storia, ma anche attraverso il contributo dei ragazzi che avevano già sviluppato, sui campi di internamento irpini, alcuni racconti, tutti legate ad un faro di speranza che è ciò che mi ha colpito di più, perché fa venire fuori lo spirito di accoglienza dell’Irpinia".

"Tolleranza, solidarietà, rispetto della diversità e della libertà - ha ricordato il Prefetto - sono i valori ai quali ancorare la nostra vita quotidiana". Queste le parole che hanno preceduto il video messaggio di saluti della scrittrice e giornalista ebrea, Lia Levi, ai presenti e in particolare si giovani studenti di Avellino che, a loro volta, hanno contribuito alla manifestazione attraverso i loro interventi. "Una bambina e basta", del libro dell'autrice superstite dell'Olocausto, il prefetto ha citato un breve stralcio: "Non mi piacciono i grandi quando decidono di farti un discorso, si sentono evoluti. Ci penseranno loro a impacchettarti la notizia come una merendina".

La ricostruzione dei campi di internamento irpini

Dall'Archivio di Stato del capoluogo, definito dal Prefetto "uno scrigno di documenti, dal quale partire per le attività di studio perché a volte i romanzi rischiano di travalicare la vera e propria storia", la ricostruzione dei tre campi di internamento irpini che trovarono spazio nei comuni di Monteforte Irpino, Ariano Irpino e Solofra. Attraverso lo studio dei documenti realizzati, pochi quelli che conservano i volti degli internati, si può ricostruire l'organizzazione al loro interno. A Monteforte venne allestito l'edificio dell'ex orfanotrofio. Ariano é considerato quello più simile ai campi tedeschi, dotato di filo spinato. A Solofra il campo orpitava solo donne, tutte straniere e compagne di esponenti politici contrari al regime, vigilate dall’esterno, proprio perché non potevano esserci uomini all'interno a fare la guardia. Questi ed altri elementi, insieme alle testimonianze, hanno aperto la riflessione sul profondo valore della memoria come costruzione delle coscienze attraverso la conoscenza della storia, a difesa della libertà e della democrazia.

Conferite 14 onorificenze agli irpini deportati e internati

Nel corso dell’evento il Prefetto ha consegnato, insieme ai rispettivi sindaci, 14 onorificenze ufficiali, conferite con Decreto del Presidente della Repubblica per celebrare la memoria di cittadini italiani deportati ed internati nei lager nazisti. "Ringrazio i familiari degli internati che hanno ricevuto il riconoscimento con emozione, anche loro sono testimoni del percorso importante che ci porta dalla storia alla riaffermazione dei valori della nostra Costituzione", ha dichiarato. Le medaglie destinate al territorio irpino, ritirate dai familiari degli insigniti, sono state conferite alla memoria di:

Montella - Aviere Capone Armando nato a Montella il 20 luglio 1923 e chiamato alle armi in data il 2 aprile 1943 presso il centro Istruzione di  Crotone. Il 25 luglio 1943 si trova presso la Caserma Presidiaria di Torino. L’8 settembre 1943 viene catturato dalle truppe Tedesche ed internato nel campo di concentramento di Buchenwald in Germania. Infine viene trasferito nello Stalag 3-A, campo di prigionia tedesco della seconda guerra mondiale a Luckenwalde, Brandeburgo, 52 chilometri a sud di Berlino.  Viene liberato l’otto maggio 1945.

Santo Stefano del Sole - Soldato Troisi Antonio nato a Montoro Superiore il 24 luglio 1916.
Chiamato alle armi in data 11 giugno 1940 presso il NONO settore G.A.F. (guardia alla frontiera). Trasferito presso il 17° reggimento fanteria ed inviato al fronte Greco-Albanese. Viene catturato dai tedeschi in data 08 settembre 1943. Quindici giorni dopo evade dalla prigionia e si unisce alla formazione partigiana divisione Gramsci in Albania con la posizione di partigiano combattente.

Caposele - Soldato Monteverde Gelsomino nato a Caposele il 15 maggio 1923. Chiamato alle armi l’8 gennaio 1943 presso il 69° reggimento fanteria, viene, poi, trasferito al 33° reggimento fanteria ed inviato a Rodi. L’8 settembre 1943 viene catturato dai tedeschi ed internato in Germania. Rientra dalla prigionia in data 06 luglio 1945.
 
Roccabascerana - Soldato Coppola Pellegrino nato a Roccabascerana il 12 agosto 1913. Chiamato alle armi il 31 maggio 1940  presso il 26° reggimento artiglieria. Combatté dal 28 ottobre 1940 al 23 aprile 1941 alla frontiera greco-albanese. Dal 1941 all’8 settembre 1943  partecipa alle operazioni di guerra svoltesi nel Mediterraneo. Catturato dai tedeschi ed internato nello stalag 10B situato nei pressi di Sandbostel in Bassa Sassonia, nel nord-ovest della Germania. Viene liberato  il 23 agosto1945.

Cervinara - Caporale Maggiore Clemente Lazzaro nato il 7 giugno 1918 a Cervinara. Chiamato alle armi con il 30° reggimento fanteria. Combatte inizialmente alla frontiera Alpino-Occidentale. A marzo del 1941, trasferito nel 17° reggimento fanteria, viene inviato in Albania, a Valona, successivamente viene trasferito a Corfù, in Grecia. Nominato Combattente di Squadra mitragliere, nel febbraio del 1943, viene trasferito a Cefalonia. Catturato dai tedeschi in data 8 settembre 1943 ed internato nello stalag 18 A, situato a sud della città di Wolfsberg, nello stato austriaco meridionale della Carinzia. Viene liberato l’otto maggio 1945.

Montoro - Soldato Romano Armando, nato a Pordenone il primo febbraio 1913. Viene richiamato alle armi il 16 gennaio 1941 ed arruolato con il 71° reggimento fanteria 1° battaglione. Il 17 febbraio 1941 viene inviato in Albania, a Durazzo. Il 9 settembre 1943 viene catturato dai tedeschi ed internato nello stalag  n° 13 D a Bayrenth, Norimberga. Rientra in Italia il 18 settembre 1945.
 
Montoro - Soldato De Maio Nicola nato a Montoro Inferiore l’8 ottobre 1909. Richiamato alle armi con il 260° reggimento fanteria a febbraio del 1942. Viene dapprima inviato in Croazia, a Ragusa, attuale Dubrovnik, e, in un secondo momento, a Fiume, dove, in data  8 settembre 1943, viene catturato dai tedeschi ed internato nello stalag 1B, situato a 2 chilometri a ovest di Hohenstein, nella Prussia orientale. Rientra in Italia il 10 ottobre 1945.

Montoro - Alpino Paradiso Domenico nato a Carbonara di Nola il 17 settembre 1921. Chiamato alle armi con il 53° reggimento Alpini. Viene inviato sul fronte Greco-Albanese, dove viene  catturato dai tedeschi in data 8 settembre 1943. Prima di essere internato viene usato dai tedeschi ai confini della Germania per posizionare mine anticarro, con lo scopo di distruggere o danneggiare carri armati Russi. Infine viene internato a Linz in Austria.  Rientra in Italia nell’ottobre del 1945.
 
Montoro - Soldato Basso Adolfo nato a Montoro Superiore il 21.12.1915. Chiamato alle armi il 28 ottobre 1940 con il 26° battaglione mitraglieri autocarro, combatte fino al 23 aprile 1941 sul fronte greco-albanese, poi viene trasferito nei territori Balcani, dove viene catturato dai tedeschi  in data 8 settembre 1943 e internato in Germania nel campo 8B situato nei pressi della cittadina di Lamsdorf (POLONIA). Viene liberato dalle forze alleate l’otto maggio 1945.

Montoro - Soldato Caliano Carmine nato a Montoro Superiore il 16 luglio 1923. Chiamato alle armi il 18 gennaio 1943 con il 51° reggimento fanteria. Trasferito presso il 25° reggimento fanteria combatte nei territori Balcani, dove viene catturato dai tedeschi l’ 8 settembre 1943. Viene internato in Germania, dove muore il 13 aprile 1944.
 
Avellino - Aviere Venezia Sabino nato ad Avellino il 15 maggio 1921. Chiamato alle armi 30 maggio 1940 presso l’aereonautica militare. A maggio del 1943 parte per la Grecia e raggiunge la Regia Aereonautica Atene. Il 9 settembre 1943 viene catturato dalle truppe tedesche ed internato nello stalag 8 B, in Polonia, situato nei pressi della cittadina di Lamsdorf. Rientra dalla prigionia l’otto ottobre 1945.

Avellino - Soldato Greco Vincenzo nato  a Pellezzano (SA) il 25 settembre 1907.
Richiamato alle armi il 13 dicembre 1942 con il 39° reggimento fanteria. Parte per il fronte greco-albanese il 27 febbraio 1943. Catturato dai tedeschi  l’8 settembre 1943 ed internato in Germania. Viene liberato dagli alleati in data  03 maggio 1945.

Avellino - Soldato Torretta Giacomo Giuseppe nato a Volturara Appulla in data 25 dicembre 1921. Chiamato alle armi il 13 gennaio 1941 presso il 307° reggimento fanteria. Viene inviato a Rodi il 10 giugno dello stesso anno e catturato dai tedeschi. Rimpatriato dalla prigionia  il 12ottobre 1944.

Candida - Caporale Fiore Antonio nato a Candida il 22 luglio 1915. Chiamato alle armi il 25 novembre 1940 con il 31° reggimento fanteria, parte per l’Albania a dicembre del 1940, dove diventa amico fraterno di un contadino del posto, Vreto Dervish, e chiede a quest’ultimo di fargli una promessa: nel caso gli fosse successo  qualcosa, in virtù della loro amicizia, avrebbe dovuto avvisare la sua famiglia. Il 4 giugno 1944, Fiore Antonio venne catturato dai tedeschi e fucilato a Ferreth provincia di Librazhd. Durante gli anni a seguire la famiglia ha atteso invano notizie. Solo nel febbraio del 1993, con la nascita della repubblica democratica in Albania, Dervish Vreto, comunica alla famiglia la sorte del caporale Fiore. Si precipita in Albania il nipote, Fiore Luigi, che immediatamente avvia le pratiche per il rimpatrio della salma, così, nel 1994 si procede alla riesumazione dei resti e, a conferma che quelli recuperati erano i resti del soldato Fiore Antonio, oltre alla testimonianza del contadino albanese, viene anche rinvenuto il coltellino che il caporale portava sempre con sé. Finalmente l’8.aprile 1995 i resti di Fiore Antonio fa rientro in Patria e, in quella data, il Comune di  Candida, rende onore ad uno dei suoi nobili figli.

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