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Terremoto 1980, Fiordellisi: "Ricordare quell’evento tragico e drammatico è dovere di tutti"

Domani ricorre il 43esimo anniversario del sisma che devastò l'intera Irpinia

Domani ricorre il 43 anniversario del sisma 23 novembre 1980, ricordare quell’evento tragico e drammatico è dovere di tutti, non un proforma, sia per il tributo di vite umane, sia in termini socio-economici.

Le analisi del dopo il terremoto che colpì le nostre aree, dell’appenino meridionale, Basilicata, Puglia e Campania è diventata letteratura e le vicende di allora lette con le analisi economiche dell’oggi tra austerità, vincoli di bilancio e spread non rende merito alle drammatiche condizioni di vita e di lavoro che c’erano, come non è possibile tacere la sciatteria e le clientele che si sono avute e hanno contribuito a far scomparire la “Questione Meridionale” dall’agenda politica nazionale a favore di una questione nordista. Un sistema politico industriale che nel fare alcune infrastrutture e attività industriali nelle aree del sisma fece lavorare il sistema produttivo del nord ed è questo che in tanti  tacciono e o nascondono. A 43 anni mi interessa scrivere di prevenzione e cultura della stessa. Il sisma 23 novembre1980 in Campania è stato avvertito sino alla costa,Napoli in particolare, da quell’evento tutti avremmo  dovuto imparare che la prevenzione sugli edifici è molto meglio che ricostruirli. Lo diciamo e ripetiamo in tanti ambiti che vanno dai luoghi di lavoro, per l’ambiente e agli ambiti urbani, ma per quello che succede in termini di morti sul lavoro, per il dissesto idrogeologico, per i cambiamenti climatici, per la cementificazione  selvaggia possiamo affermare che la cultura del prevenire viene enunciata ma poco o per nulla praticata. Per cui è fondamentale nel ricordo ribadire quanto è importante la cultura della prevenzione per la  sicurezza,fondamentale per fronteggiare il pericolo. Cultura della prevenzione è questo lo snodo da affrontare per tutelare le future generazioni. In questi mesi tanto si sta parlando del bradisismo a Pozzuoli, rischio eruzioni, unitamente alle faglie appenniniche che sappiamo essere sistematicamente e costantemente in movimento, ma avverto poca tensione e formazione, informazione, utile a determinare sicurezza.  Non riscontro, quindi, una concreta tensione verso la cultura della prevenzione ma mi sembra si parli sempre a un dopo e mai al prima, è la politica del lasciar fare. Così abbiamo ritardi voluti, per motivi di interessi politici, malsani, di parte nei comuni  nell’approvare e attuare i PUC, strumento fondamentale ed utile a garantire una crescita sostenibile con i crismi della prevenzione, ma la politica del “liberi edifici in libera nazione, con libera economia” la stessa dell’ordine e disciplina si nasconde con la scusa  di favorire lo sviluppo urbanistico, industriale o turistico derogando. Secondo i ricercatori dell’ENEA, in Italia, “oltre il 70% dell’edificato non è in grado di resistere ai terremoti comprese scuole, ospedali e molti altri edifici strategici”, e consapevoli che tutta l’Italia è considerata sismica, è tutto dire. Si continua a costruire tanto ma con gran parte di strutture e infrastrutture esistenti senza adeguato standard di sicurezza a tutela sismica. Il PNRR poteva contribuire a messe in sicurezza di  scuole, ospedali, edifici strategici, ma  la  prevenzione sismica non è tra i capitoli finanziabili, ancora una volta la sicurezza di abitazioni e luoghi di lavoro è messa da parte. La prevenzione, la salute, devono essere al primo posto, sono fondamentali, per questo la questione abitativa è anche al centro delle mobilitazioni che stiamo facendo e che culmineranno, in Campania, con lo sciopero generale del 1 dicembre a Napoli. Mentre domani ci sarà un presidio sotto la regione per protestare contro l’iter di approvazione del DDL – Legge Urbanistica della Regione Campania - che di fatto deresponsabilizza l’Istituzione Regione come Ente di Governo Pubblico delle questioni relative al consumo di suolo che è una piaga. 

*Chiediamo investimenti su strutture e infrastrutture pubbliche e private progettate per ridurre rischio sismico e salvaguardare la salute, così come lo sviluppo sostenibile per ridurre le criticità ambientali e climatiche. Queste sono ragioni di buon senso a perenne ricordo delle vittime 23 novembre 1980, di terremoti, delle vittime disastri ambientali e sul lavoro, cultura della prevenzione a tutela della salute cerchiamo e vogliamo per le generazioni future.

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