rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Attualità

Lavoratori IIA in piazza, anche da FIB Sud: "Lasciate perdere il gruppo Seri"

Morsa: "Questo imprenditore non deve mettere piede sul nostro territorio". Zaolino su Asidep: "Disastro annunciato"

Lavoratori IIA in piazza ad Avellino questa mattina per chiedere al Governo la convocazione urgente del tavolo di crisi presso il MIMIT, nel quale affermare il no alla svendita al gruppo Seri dell'azienda di Flumeri. Vertenza significativa, insieme a quella dell'Asidep, per il territorio irpino, dove i sindacati denunciano la mancanza di attenzione da parte della politica e degli imprenditori. Un bivio importante e rischioso, così descrivono la decisione di Leonardo, azienda di stato che ha intrapreso quella che viene definita una "trattativa non trattabile". Mantengono la linea assunta sino ad ora: i sindacati rinnovano l'impegno nell'opporsi al gruppo Seri, verso una trattativa seria che mantenga il pubblico e permetta di cominciare a produrre autobus in Valle Ufita. Stesso discorso per Asidep che rischia di fallire, rimarcano le sigle sindacali, per una cattiva gestione.

«Siamo di fronte a una scelta incomprensibile da parte di Leonardo - ha affermato Giuseppe Morsa, segretario della Fiom CGIL Avellino - che avvia trattative private con un gruppo industriale che ha saccheggiato il nostro territorio e dimostrato di non essere all'altezza della produzione. Chiediamo a Cingolani di bloccare i motori e avviare una trattativa seria con un imprenditore affidabile. Il pubblico deve rimanere all'interno della società e il Governo deve giocare un ruolo cruciale. Questo gruppo, nel corso degli anni, si è rivelato inaffidabile, buttando sul lastrico molti padri di famiglia ed è incompatibile con la produzione a questi livelli".

"È sorprendente che, di fronte a due opzioni, Leonardo scelga quella più debole - ha proseguito Morsa -. Vorremmo comprendere il piano industriale attuale, che non è stato comunicato. Sappiamo che non intendiamo produrre pullman, ma solo batterie e pianali. Noi abbiamo bisogno di rilanciare lo stabilimento e il territorio. Ci troviamo di fronte al ritorno del passato, con saccheggi industriali e sfruttamento della finanza pubblica. Nel 2024 dobbiamo costruire un ecosistema per lo sviluppo e il rilancio di questa area. Rivolgiamo l'appello ai tre deputati eletti nel nostro territorio, Rotondi, Gubitosa e Ricciardi, affinché collaborino per impedire a questo imprenditore di danneggiare ulteriormente la nostra provincia".

Pronti alla mobilitazione verso Roma

Dopo anni di battaglie e sacrifici, si intensifica il rischio chiusura. I sindacati si dicono pronti alla mobilitazione verso Roma. Secondo Silvia Curcio "gli altri governi almeno hanno cercato di porre rimedio, anche se senza successo. Eravamo giunti a una fase in cui eravamo a maggioranza pubblica, il che poteva permettere un rilancio. Per un socio come Leonardo, gestire uno stabilimento di quelle dimensioni , diventava banale, permettendoci di dedicarci alla produzione di autobus ecologici, una necessità per l'Italia. Sosteniamo fermamente che questa realtà non deve essere abbandonata, poiché rappresenta l'unica in Italia, oltre alla Breda Menarini. Dobbiamo contrastare con ogni mezzo questo sciacallaggio . Dopo tanti sforzi e sacrifici, non possiamo permettere un nuovo compromesso della nostra dignità. Chiediamo al governo di convocarci, in caso contrario, la prossima settimana organizzeremo la mobilitazione verso Roma, al Ministero e, se necessario, anche sotto la sede di Leonardo" .

"Lasciate perdere il gruppo Seri, di nome ma non di fatto", la testimonianza di FIB Sud

Sotto la Prefettura, a portare la loro testimonianza, anche un gruppo di lavoratori della FIB Sud, appartenente al gruppo Seri. "Dal 2019 - ha dichiarato Salvatore Del Sordo - siamo stati messi fuori ai cancelli e, ad oggi, i signori Seri, di nome ma non di fatto, non hanno ancora saldato il TFR e gli altri debiti. Recentemente siamo stati in tribunale a Santa Maria Capua Vetere ma, come spesso accade in Italia, la situazione è stata rinviata. Ritengo che i Seri siano speculatori, non veri imprenditori. Sarebbe meglio evitare che rimanere in questa zona. Nel 2014, hanno forzato l'ingresso nella nostra azienda, firmando un contratto di ramo d'azienda, e nel 2019 hanno chiuso l'attività, lasciandoci senza lavoro. Dall'inizio hanno sfruttato al massimo gli ammortizzatori sociali. Dopo 4 anni dobbiamo ancora ricevere i nostri soldi. Di 47 dipendenti, ne volevano solo 8 , noi abbiamo rifiutato e avremmo dovuto avere un incontro con un'altra società di Bologna, che ci avrebbe mantenuti in attività. Invece, i Seri hanno agito di prepotenza, firmando un contratto, e ora negano i nostri diritti senza neanche pagare quanto dovuto dalla FIB Sud".

Depurazione, Zaolino: "Disastro annunciato"

"Credo che oggi sia l'ultimo giorno utile per impedire questo disastro annunciato - ha affermato Giuseppe Zaolino di Fismic/Confsal, sulla vicenda Asidep -. Siamo qui con i lavoratori per far comprendere agli enti istituzionali che la situazione sta sfuggendo di mano. Se tracimano le acque non depurate, questa provincia rischiando un impatto ambientale devastante. Abbiamo comunicato con forza che ci avviciniamo al disastro, ma credo che pochi siano consapevoli come lo siamo noi".

Oltre ad avvisare il Prefetto, si dicono pronti a consegnare fisicamente le chiavi degli impianti: "Se l'Alta Irpinia non può più depurare a partire da questo fine settimana, significa che si bloccheranno fisicamente la Ema di Morra dei Santis, il gruppo Sirpress di Gruppioni, Sant'Angelo dei Lombardi. Una questione che va oltre il sindacato, è anche politica e istituzionale. Se la lotta interna a qualche partito sta generando l'incapacità di prendere decisioni, l'appello che lanciamo è di lasciare da parte le divergenze e concentrarci su una soluzione in questo fine settimana. Se si supera questa situazione, significa che possiamo iniziare a respirare, partendo dal presupposto che la politica deve trovare soluzioni anziché creare problemi. Purtroppo, anche i sindaci hanno i loro limiti e sembrano mancare di coraggio , aspettando una soluzione dall'alto.Sono convinto che questa situazione esploderà, e se ciò accade, gli amministratori locali affronteranno i disastri.È incredibile che manchi un senso di orgoglio in questi soggetti per riconoscere che la soluzione è a portata di mano. Irpiniambiente è pronto ad intervenire, il sindacato è disposto a guardare oltre questa fase. Invece di conflitti alimentari interni, uniamo le menti migliori e procediamo con la soluzione di Irpiniambiente".

A sottolineare l'impossibilità di proseguire anche Gaetano Altieri, segretario UILM Avellino: "Ci troviamo in una situazione disperata, senza percepire stipendi da oltre tre mesi. Inoltre, sembra che non siamo in grado di organizzare un incontro presso la Prefettura con i protagonisti dell "accordo del 15 novembre. C'è il serio rischio che il 28 febbraio i curatori fallimentari avvieranno una procedura di licenziamento collettivo, e sembra che questa sia la strategia che il presidente Pisano ha deciso di adottare da tempo. Direzione che abbiamo sempre respinto per diversi anni, ma non ci arrenderemo. Oggi scriviamomo una lettera aperta al presidente De Luca, invitandolo a intervenire ea organizzare un incontro con il sindacato, poiché questa vicenda sembra davvero paradossale. Riteniamo giusto che la Regione intervenga per queste 54 famiglie. Tra qualche giorno i lavoratori non saranno più disponibili a continuare a lavorare senza stipendio e senza una prospettiva di mantenere il proprio posto di lavoro. Credo che i depuratori possano resistere ancora per 24 ore, poi le aziende dovranno fermarsi, a meno che nelle prossime ore non siano convocati e non ci siano risposte, stavolta non vaghe come quelle finora ricevute".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Lavoratori IIA in piazza, anche da FIB Sud: "Lasciate perdere il gruppo Seri"

AvellinoToday è in caricamento