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Domenica, 28 Aprile 2024
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La televisione italiana compie oggi 70 anni: buon compleanno ai fatti da/di televisione

Evoluzione sulla quale ci sarebbe tanto da raccontare, 70 anni non sono certo pochi. E quante cose sono cambiate da quel 3 gennaio del ‘54, con la potenza un po’ rivoluzionaria e un po’ manipolatrice della tv

Oggi la televisione italiana compie 70 anni. Il 3 gennaio del 1954 in onda la prima trasmissione Rai “Arrivi e Partenze” che, da una piccola scatola quadrata, annunciava una vera e propria rivoluzione nella vita degli spettatori, da quel giorno in poi telespettatori. 

Il piccolo schermo, con l’azienda Rai, entrava per le prime volte nelle case e nei locali pubblici d’Italia, cambiando non solo il mezzo con il quale si accedeva all’informazione e all’intrattenimento, compito affidato fino ad allora alla sorella radio che quest’anno compie 100 anni, ma anche accendendo il dibattito nelle famiglie su gusti e opinioni che cominciarono presto ad essere divergenti, grazie ad uno stimolo nuovo ad osservare da un’altra prospettiva il mondo attorno, arrivando ancora più lontano, senza uscire dalle mura domestiche. Oltre che uno strumento di aggregazione quando ci si riuniva nei locali che possedevano televisori o nel salotto, dove di solito veniva collocato l’unico dispositivo presente in casa, quando c’era. All’epoca, infatti, solo il 34% degli italiani possedeva un apparecchio tv, ma alla fine del 1954 si raggiunse il 58%, per arrivare al 97% nel 1961.

Il mezzo freddo pensato come mezzo di informazione, intrattenimento ma anche come lotta all'analfabetismo

La televisione come servizio pubblico venne pensata non solo come intrattenimento e informazione, ma anche come strumento di educazione per far fronte all’analfabetismo all’epoca molto diffuso.

E il medium freddo, come lo definì poco più di un decennio dopo il suo avvento Marshall McLuhan, per l’alta partecipazione sensoriale che richiede al pubblico, ci è riuscito. È stato capace infatti di creare e diffondere un unico linguaggio nazionale, a tratti forse anche troppo unico e poco plurale, omologando pensieri ed abitudini che si sono poi diffusi per tendenza. In particolare fino allo sviluppo delle cosiddette "Tv libere", negli anni ‘80, che misero fine al monopolio Rai e diedero un nuovo impulso critico al pensiero degli italiani. 

L'esordio, la rivoluzione e l'evoluzione: la creazione del nuovo immaginario collettivo

Ritornando all’esordio del piccolo schermo, “Arrivi e Partenze”, con un giovanissimo Mike Bongiorno, ha inaugurato la programmazione televisiva del servizio pubblico, partenza annunciata da Fulvia Colombo. Uno degli annunci che rimarranno per sempre nella storia della cultura audiovisa italiana, e che più volte abbiamo tutti sicuramente ascoltato: “La Rai inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissione televisiva", basta scriverlo per poterlo anche sentire. Da allora le giornate degli italiani, usciti da pochi anni dal secondo conflitto mondiale, sono decisamente cambiate, grazie all’avvento di un medium in grado di condizionare, e non poco, la cultura, l’economia e la politica dello Stivale. 

Inizialmente i programmi duravano circa quattro ore, concentrate dal pomeriggio alla seconda serata, senza interruzioni pubblicitarie. Qualcuno penserà, che fortuna. Altri, come gli osservatori e gli amanti degli spot come me, che noia. Quattro ore dedicate alla Tv dei ragazzi, al telegiornale e poi di nuovo all’intrattenimento, successivamente anche allo sport. Nel 1957 l'ingresso nel piccolo schermo delle prime forme degli spot pubblicitari, le celebri storie di Carosello, nelle quali continuava comunque a prevalere lo spettacolo, con personaggi di fantasia, alcuni emblematici di giudizi e pregiudizi, Calimero, Jo Condor e l’omino coi baffi che accompagnavano gli spot, poi i bambini a nanna e sicuramente anche il viaggio nel nuovo immaginario collettivo che si andava formando. 

Buon 70esimo compleanno Rai: siamo fatti da televisione o di televisione?

Partendo proprio da uno dei titoli storici di Mike Bongiorno, questa sera su Rai 1 Carlo Conti presenterà una puntata speciale del quiz per eccellenza della tv italiana, il “Rischiatutto”, per ripercorrere 70 anni di volti, programmi, storie ed evoluzioni del piccolo schermo, ancora oggi in continuo cambiamento.

Evoluzione sulla quale ci sarebbe ancora tanto da raccontare, 70 anni non sono certo pochi. E quante cose sono cambiate da quel 3 gennaio del ‘54, con la potenza un po’ rivoluzionaria e un po’ manipolatrice della tv. Nel modo di comunicare attraverso le immagini in movimento intrise di pensieri e tendenze da seguire e inseguire, nel modo di fare televisione, nella produzione di contenuti, nella formazione di nuovi linguaggi, usi e costumi. E quanta evoluzione anche nel modo di strafare in televisione, fino a stordire e poi addormentare qualche coscienza. Parecchie coscienze. Perché dall’essere fatti da televisione all’essere fatti di televisione, nonostante ci siano 7 decenni di mezzo, il passo è breve.

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