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Ristoranti allo stremo, Taccone: "Dobbiamo unirci, basta terrorismo contro di noi"

Il titolare di Hosteria Giù da Thomas dice la sua sui continui limiti a cui sono sottoposti i ristoratori

Crescono i contagi e aumenta l’incertezza. Lo stato di allerta e un nuovo lockdown all'orizzonte rende difficile prevedere a cosa andranno incontro i ristoranti nei prossimi tempi. 

Ma una cosa è certa: chi è riuscito a rialzarsi, pur tra mille sacrifici dopo la prima ondata del virus, adesso rischia davvero di non farcela. Tasse, spese, coprifuoco, distanziamento e mobilità limitata incidono pesantemente sull'economia già labile del commercio cittadino e dai ristoratori si leva un grido d'allarme: "Facciamoci sentire, basta terrorismo mediatico contro di noi". 

A parlare è Thomas Taccone, oste e cuoco di Hosteria Giù da Thomas, al Centro Storico che abbiamo ascoltato per avere un quadro preciso della situazione attuale in cui versano i piccoli ristoranti del capoluogo.

L'intervista 

1)Oggi, venerdì 23 ottobre una nuova ordinanza del Governo Regionale sembra abbattersi sulla ristorazione. Non solo il coprifuoco alle 23.00, ma anche il limite agli spostamenti interprovinciali. Quali saranno secondo lei le conseguenze sull'economia locale?

La nostra economia sarà penalizzata soprattutto dal divieto di spostarsi tra province. I luoghi dell’hinterland, soprattutto nel weekend, vivono di turismo regionale. Concordo quindi pienamente con chi non accetta questo tipo di restrizione in quanto sembra un paradosso, ma ammettono altre libertà che hanno rilevanza maggiore sul contagio Covid. 

2) In estate il commercio avellinese sembrava essersi ripreso. Quando ha notato una nuova battuta d'arresto? Secondo lei la causa sta nell'aumento dei contagi e quindi della paura, o nelle restrizione del governo?

Parlo personalmente: la mia attività ha avuto un ottimo riscontro estivo grazie anche allo spazio esterno concesso dal Comune, in piazza Amendola. Tuttavia nulla serve di fronte al terrorismo mediatico fatto ultimamente contro i ristoranti. Con l' aumento dei contagi ha influito molto la comunicazione sbagliata nella testa delle persone che confondono le attività ristoratrici come punti di movida e contagio. Invece con percentuali alla mano non ci sono, mi sembra, casi acclamati di focolai all'interno di ristoranti, o comunque sono nettamente inferiori rispetto ad altri posti dove la curva di contagio aumenta vertiginosamente. 

3) State pensando di anticipare gli orari di apertura alle 18.00, ma molti ristoranti dicono che si corre il rischio di farsi concorrenza con l'apericena dei bar. Qual è la soluzione?

Il messaggio che mando a tutti i miei colleghi di partita IVA nella ristorazione è quello di non scendere a questi compromessi. Evitiamo questa battaglia sociale e professionale mantenendo ognuno la propria identità senza scavalcare il lavoro di nessuno. Non viviamo di speranze inutili, ma manteniamo ciascuno la nostra storia senza penalizzarci tra colleghi. 

 4) Per il momento il Governo non ha ancora pensato a dei sussidi per le categorie più colpite, ce la farete ad andare avanti tra spese e tasse, o prevedete qualche protesta in forma pacifica? 

Probabile che metteremo in atto una protesta rispettando le norme di sicurezza, ovviamente senza estremizzare. Dobbiamo semplicemente unirci: tutte le attività di qualsiasi fascia orario, o settore per dare un segnale a questo stop. Tasse e aumenti su bollette sono assurdi dopo questa situazione, non solo, mettono in risalto la mancanza di sussidi per le nostre categorie che saranno sempre più colpite dai continui Dpcm. 

5)Con questi nuovi limiti punterà di nuovo sulla sua carbonara in barattolo per l'asporto? 

In effetti la carbonara in barattolo non è mai andata via. È il mio portafortuna post-Covid

6)Grazie 

Grazie a lei. 

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