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Il Coronavirus sta portando via i loro sogni, parlano i ristoratori avellinesi

Speranza, rabbia e paura: "Restate a casa tutti, è l'unico modo per tornare alla normalità"

Il tessuto economico della nostra società che già faticava a stare in piedi,a causa di un'economia nemica che sottopone i lavoratori autonomi ad una mole incredibile di obblighi fiscali, controlli e leggi da rispettare, ha paura di vedere rapiti i loro sogni. Perché se tutte le attività restano chiuse fino a data da definirsi non ci sarà più lavoro per nessuno perché non ci saranno più soldi, ma lacrime amare. 

In queste ore, anche a fronte del decreto Cura Italia, stanno prendendo piede diversi ragionamenti nel mondo della ristorazione avellinese: ognuno è alla ricerca di una soluzione. Di fronte a loro un bivio: da un lato la morte con il propagarsi del Covid-19, dall'altro la crisi economica. 

Un dilemma che provoca preoccupazione nonostante resta forte il senso di responsabilità e l'idea che in questo momento l'obiettivo primario e sconfiggere il Coronavirus restando a casa. 

Abbiamo provato a dare voce alla ristorazione avellinese che da subito ha accettato lo stop del Governo, in alcuni casi anticipandolo nella consapevolezza che mantenere le distanze di sicurezza in un luogo di ristoro è praticamente impossibile. 

E’ un momento difficile per noi ristoratori - esordiscono i titolari di Sa' di Cucina & CoUn evento così tragico , così improvviso che ci ha letteralmente spiazzati. Le conseguenze sono enormi sia economiche che psicologiche . Ci sentiamo persi , sofferenti  senza il nostro lavoro . Emozioni , dolore , rabbia , paura che provi soprattutto quando credi in quello che fai  e vivi con  grande passione tutti i giorni il tuo lavoro .Ci siamo sentiti responsabili fin da subito , abbiamo percepito che qualcosa non andava , abbiamo temuto per tutti , dipendenti e clienti, già prima che uscisse il decreto,  ma quando tutto sarà finito occorrerà sicuramente attivare una strategia di comunicazione e pianificarla insieme anche alle altre attività ed alla amministrazione comunale di Avellino".

Provano ad essere positivi Alessia e Mattia, giovanissimi titolari di Alma Gourmet d'Irpinia:

Noi di Alma in questo esordio nel panorama ristorativo della città di Avellino già avevamo superato con sacrificio e notevole spirito di abnegazione una marea di ostacoli. Tuttavia la nostra giovane brigata è riuscita ad oltrepassare lo scoglio dei primi mesi posizionandosi in maniera discreta nella cornice della ristorazione avellinese. In seguito alla situazione epocale che sta vivendo il nostro paese avere un’idea progettuale e imprenditoriale definitiva risulta essere impossibile. È chiaro che le misure che si sono susseguite negli ultimi giorni incoraggiano una futura ripresa".

Il decreto 'Cura Italia' lascia intravedere una luce in fondo al tunnel, ma Geda e Antonio di Saporitaly non nascondono il timore che questo periodo duri più del previsto se la gente non resta a casa. 

È stata dura accettare questa situazione e ovviamente lo è ancora! Noi, da subito, ancora prima che fosse uscito il decreto, a malincuore, ci siamo sentiti in dovere per tutelare la salute di tutti i nostri clienti, dipendenti e le nostre famiglie di chiudere a data da destinarsi! Molti ci hanno disdetto giustamente eventi e feste che erano già in programma e abbiamo dovuto interrompere anche i lavori che avevamo incominciato per l'ampliamento del ristorante. Ma ora più che mai ci sentiamo in dovere di chiedere due cose in particolare: la prima è RESTATE A CASA perché è l'unica via di uscita per tornare alla normalità e, la seconda è che speriamo vivamente di essere supportati in futuro dagli enti competenti per farci riprendere il prima possibile da questa assurda situazione per non vanificare tutti i sacrifici che abbiamo fatto in questi 3 anni". 

Gli fa eco Carmine del Civico 12:

 É una situazione che ha dell'inverosimile, ma fermare tutto era l' unico modo per cercare di rallentare i contagi. La nostra come tutte le città è una città ferma, impaurita, che ha perso tutti i propri punti di riferimento. Ripartire sarà difficile. Personalmente credo ci vorrà tempo, molto tempo. Il decreto salva economia in parte, forse, potrà aiutare, ma credo che serviva qualcosa in più". 

Fortemente demoralizzata Ada di Gino e la Giraffa:

"Sono perplessa, non sono in grado di prevede cosa accadrà, come dovrò fare con i nostri dipendenti e in più c’è la giacenza del fresco che fra poco nn sarà più utilizzabile. Sono triste stare chiusi in casa per noi (ma come per tutti) è tragica". 

Una voce fuori dal coro è quella di Giuseppe Maglione, titolare di Daniele Gourmet che ha sulle spalle il peso di 30 famiglie da portare avanti. 

A febbraio ci hanno messo in ginocchio, inizio marzo ci hanno steso, e adesso ci stanno schiacciando. Per me bisogna bloccare le strade e far passare soltanto ambulanze e protezione civile. Sappiamo che c’è un emergenza e senza dubbio la rispettiamo, ma a noi chi ci rispetta? Il 50% della città continua a muoversi, persone per strada a passeggiare come se niente fosse. Non ci sono veri controlli. Chiudiamo tutto ma tutto, se nessuno esce fermiamo il virus in 15 giorni e torniamo a vivere la nostra vita. Per quanto mi riguarda avevo costruito il mio castello e il vento l’ha portato via in un attimo. I miei sacrifici di una vita intera li ha portati via il Covid-19". 

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