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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cultura

Storia e leggenda della Madonna di Montevergine

Mamma Schiavona, Lei che tutto può e tutto perdona, apre e chiude le feste delle sette Madonne con due eventi: il 2 febbraio e il 12 settembre

Il 12 settembre è il giorno di Santa Maria e ad Ospedaletto d'Alpinolo proseguono con grande entusiasmo i festeggiamenti per la ricorrenza religiosa del Santissimo Nome della madre di Gesù.

La grande manifestazione che ogni anno anima il borgo irpino per celebrare Lei che tutto può e tutto perdona è una festa anticchissima che affonda le sue ragioni in una serie di credenze popolari e religiose. In questi giorni il Santuario di Mamma Schiavona è gremito di fedeli, ma la tradizione di salire verso questo luogo di culto ha origini risalenti addirittura al Medioevo. La “juta” infatti è proprio l’ “andata” verso il santuario, che avveniva con qualsiasi mezzo, a piedi o sui carri. 

La leggenda che si confonde con la realtà in uno dei culti più seguiti in sud Italia ruota attorno a quel misterioso quadro inserito nel complesso monastico, attorno al quale sono stati raccontati una miriade di vicende su cui  la stessa critica storica e artistica è profondamente divisa.

Il maestro Roberto De Simone nella sua raccolta "Rituali e canti della tradizione in Campania" celebra la Madonna nera con queste parole:

"Esse sono tutte belle, tranne una che è brutta e perciò fugge su di un alto monte, Montevergine". Perchè secondo la tradizione, le Madonne sorelle erano 6 bianche ed una nera, la Madonna di Montevergine, che per il colore della sua pelle era considerata la più "brutta" delle "7 sorelle" . Da qui l'appellativo "Schiavona", cioè straniera. Così la Madonna, offesa, si rifugiò sul monte Partenio, giustificando la sua "fuga" così:

"…si jo song brutta allora loro hanna venì fino è cà 'n gopp a truvà! (se io sono brutta, allora loro dovranno venire fino a quassù per farmi visita!)".

La storia poi si ribalta, la Mamma Schiavona diventa la più bella delle sorelle, tanto da essere festeggiata due volte, a febbraio e a settembre. E' lei ad aprire e chiudere le feste delle sette Madonne con due eventi, il primo che si è svolto lo scorso 2 febbraio, e il secondo, di chiusura, oggi, 12 settembre.

Ma perché la Madonna nera sia riconosciuta come coLei che tutto può e tutto perdona è spiegato in una storia che si fa risalire al 1256, quando due giovani omosessuali furono scoperti a baciarsi e ad amarsi. Uno scandalo per l’intera comunità dell'epoca che reagì denudando e cacciando dal paese i due innamorati che furono legati ad un albero sul Monte Partenio, in modo che morissero di fame o fossero sbranati dai lupi. La Vergine, commossa dalla loro vicenda e dal loro amore, li liberò dalle catene e permise alla giovane coppia di vivere apertamente il loro sentimento di fronte ad un’intera comunità che, attestato il Miracolo, non poté far altro che che accettare l’accaduto. Da allora la Madonna "nera", stupenda, è celebrata per il suo manto protettivo sugli ultimi, sui deboli, sui poveri, sugli emarginati. Come spiegano i più affezionati a questo rito arcaico e antichissimo, Mamma Schiavona è la madre dal cuore grandissimo che perdona tutto ai suoi devoti che scalano la montagna fino a raggiungere il suo santuario. Anche se per verità di cronaca l'Abbazia di Montevergine deve la sua origine non già ad un’apparizione della Madonna, o a qualcosa di simile, ma a quello spirito ascetico mariano di San Guglielmo e dei suoi discepoli, che, non senza ispirazione divina, vollero costruire a Montevergine un faro di devozione alla Madonna, consacrandole su quel monte una chiesa e dedicandole il primitivo cenobio. 

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