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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cultura

Presentato "Lo squadrismo irpino e il caso Battista-Buttazzi”, di Annibale Cogliano: "Il dramma attuale è che la politica non mobilita più"

"Lo squadrismo irpino e il caso Battista-Buttazzi”, di Annibale Cogliano, è stato presentato oggi al Circolo della stampa, ad Avellino

"Lo squadrismo irpino e il caso Battista-Buttazzi”, di Annibale Cogliano, è stato presentato oggi al Circolo della stampa, ad Avellino. L'episodio risale al 21 maggio del 1923 quando un gruppo di fascisti capeggiati da Tommaso Labia, studente della Scuola Enologica, provoca Ciro Zeccardi e Lazzaro Battista e li aggredisce. Zeccardi viene accompagnato in questura, Battista annuncia di voler querelare gli aggressori. Poi la tragedia, Zeccardi si presenta in questura e annuncia la morte di Buttazzi, colpito, a suo dire, da tre colpi di rivoltella sparati da Lazzaro. Comincia l'aggressione degli squadristi che chiedono la chiusura dei negozi per lutto, incendiano suppellettili fino a giungere al Circolo dei ferrovieri. Saranno 5 le vittime di queste azioni violente.

“In passato, gli studenti erano influenzati da tendenze retoriche e festività, privi di esperienze belliche, e consideravano il fascismo come una possibile via di riscatto, associato al mito di gloria e grandezza”, afferma Annibale Cogliano. “Gli ufficiali smobilitati, ancora desiderosi di comando, rifiutavano la vita ordinaria. Oggi, ci si interroga su diverse domande. In merito ad Acca Larenzia, vorrei richiamare un passo di Aldo Moro del 1963, indirizzato alla minoranza interna di destra del partito, evidenziando che non abbiamo mai affrontare il problema dei fascisti presenti nella pubblica amministrazione, forze armate, servizi segreti, grandi imprese e partecipazioni statali. Qual è la cultura dei giovani attuali? La scuola mostra segni di declino, tranne che per alcuni insegnanti e realtà isolate. Quali valori prevalgono? Hanno veramente sperimentato la democrazia? Il periodo post-Berlusconi è stato davvero democratico? Il Parlamento ha svolto il suo ruolo? I partiti hanno avuto un impatto significativo? L'internazionalismo è in crisi, e le guerre sono sempre più numerose. Con una cultura diversa, la difesa della Costituzione e il confronto col passato possono risultare utili solo se siamo in grado di esprimerci con un linguaggio diverso e comprendere una realtà che ci sfugge. La questione attuale riguarda non solo il passato, ma soprattutto il presente. Recentemente, si è protestato per l'autonomia differenziata, e nonostante siano state organizzate 30 manifestazioni in Italia, le piazze non erano affollate. La politica non rappresenta più un elemento di mobilitazione, progettualità e riscatto per le persone. Questo è il vero dramma”.

L'ANPI, la CGIL e l'AUSER hanno presentato il saggio. Franco Festa ha coordinato e introdotto l'evento. Mimmo Limongiello, Presidente provinciale AUSER e Vice Presidente provinciale ANPI, Franco Fiordelisi, Segretario Generale della CGIL Irpinia, e Giovanni Capobianco, Presidente provinciale ANPI, ne hanno discusso con l'autore.

La presentazione è stata conclusa da Vincenzo Calò, Componente Direzione Nazionale ANPI Responsabile Area Sud, che ha dichiarato: “Siamo prossimi alla Giornata della Memoria, e mi verrebbe da citare Primo Levi, semplicemente perché ciò che è accaduto non deve ripetersi. La storia è un insegnamento valido, ma evidentemente mancano buoni allievi per comprendere ciò che sta accadendo ai giorni nostri. Le responsabilità sono dovute a un disinteresse culturale verso le lezioni della storia, ma anche a un vuoto politico attuale da parte di coloro che dovrebbero garantire i principi che hanno reso questo Paese libero, democratico ed antifascista. La responsabilità è della politica sia del passato che del presente. Coloro che non si assumono questa responsabilità sono probabilmente indifferenti o in mala fede. Pur potendo trarre conclusioni, alla luce degli eventi attuali, siamo ancor più chiamati a rendere la storia una parte attuale della nostra consapevolezza”.

Franco Festa, nel corso dell'evento, ha dichiarato: “L'unico modo per contrastare il fascismo e impedirne il ritorno è intraprendere la ricerca della verità. In questo contesto, il prezioso lavoro di Cogliano emerge come un tentativo di confrontarsi con la memoria soppressa della città. Per anni, si è evitato di fare chiarezza sulla morte di Buttazzi, nonostante fosse noto a tutti che era stato ucciso accidentalmente dagli stessi fascisti. Allo stesso modo, la famiglia di Battista ha subito per anni le conseguenze di una colpa non commessa, vittima di persecuzioni e discriminazioni. La lapide dedicata a Buttazzi sarà rimossa solo dopo la caduta del fascismo, un gesto compiuto dal fratello di Battista, Giuseppe. Questa testimonianza rivela quanto sia cruciale affrontare il passato con sincerità per costruire un futuro immune da ideologie dannose”.

La conclusione è di Franco Fiordellisi: "Si assiste a una distorta rappresentazione della storia nella memoria collettiva. La realtà oggettiva è che il periodo del fascismo non è stato ancora pienamente assimilato nella memoria storica e civile. Essere stato comunista continua ad essere considerato uno stigma, mentre sorprendentemente non accade lo stesso per chi ha avuto simpatie fasciste. L'impressione persistente è che la legge del più forte continui a prevalere negli scenari nazionali e internazionali. Questo si riflette chiaramente nella recente riforma legata all'autonomia differenziata, la quale rischia di accentuare la divisione tra fasce di popolazione più agiate e meno fortunate, quasi sfociando in una sorta di secessione economica. La propaganda dilata il tema di un'invasione da parte dei migranti, mentre la realtà è ben diversa. È evidente che, oggi più che mai, c'è un urgente bisogno di coltivare una memoria condivisa basata sui valori fondamentali della Costituzione". 

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