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Candelora 2023: significato della festa, origini e curiosità

Il termine deriva da "candelorum" per il semplice fatto che durante questa giornata vengono benedette le candele, simboleggianti la Luce di Cristo

Oggi, 2 febbraio 2023, cade il giorno della Candelora, la festa che commemora la presentazione di Gesù al tempio di Gerusalemme, ma che ha anche un significato legato alla fine del periodo invernale a all'avvicinarsi dei primi accenni di primavera.

Ecco tutto quello che c'è da sapere, tra precetti religiosi, credenze folcloristiche e proverbi della tradizione popolare.

La festa religiosa

Nel Vangelo secondo Luca si legge che Maria e Giuseppe, in ottemperanza a quanto prescritto dalla legge giudaica, portarono il piccolo Gesù presso il tempio di Gerusalemme quaranta giorni dopo la sua nascita. Siccome ogni primogenito del popolo ebraico era considerato offerto a Dio, era necessario che i genitori lo riscattassero attraverso un'offerta. Fu in quel momento che San Simeone il Vecchio riconobbe il bambino come il messia e affermò che sarebbe stato "luce per illuminare le genti". Da qui la liturgia della Chiesa cattolica, che prevede la benedizione delle candele, simbolo appunto di colui che illumina gli esseri umani.

Contestualmente alla cerimonia di riscatto del primogenito, era prevista anche quella di purificazione della madre, considerata impura. Per la Chiesa cattolica Maria non avrebbe avuto bisogno di farlo, ma lasciò comunque un'offerta in segno di umiltà e di obbedienza ai precetti ebraici. Anche per questo motivo, fino alla riforma introdotta dal Concilio Vaticano II, la Candelora era chiamata la festa della Purificazione della Beata Vergine Maria: la riforma riportò l'attenzione sulla valenza cristologica del momento, mettendone in ombra il carattere mariano e in questo modo uniformandosi al rito della Chiesa ortodossa e di diverse Chiese protestanti.

La cerimonia delle candele: origini

Il termine Candelora deriva da "candelorum" per il semplice fatto che, durante questa giornata, vengono benedette le candele, simboleggianti la Luce di Cristo.

La cerimonia delle candele potrebbe forse derivare dall’antico uso romano di accendere torce in onore di Giunone Februata. 

Nella notte tra l’1 e il 2 febbraio, le donne romane dedicavano a Iuno Sospita o Iuno Februata una processione con fiaccole accese. Alla dea, come noto, vennero consacrati diversi templi tra cui quello di Lanuvio e presso il Foro Olitorio, a Roma, proprio alle pendici del Campidoglio, che faceva parte di una triade di templi ospitanti Iuno Sospita, Giano e Spes (Speranza). Lo scopo di questa processione era la purificazione dell’intera città e degli abitanti tramite la luce, simboleggiata dalle fiaccole accese, scacciando le tenebre e auspicando la rinascita primaverile e la fertilità della terra. Fu papa Gelasio I che durante il suo episcopato (tra il 492 e il 496) ottenne dal Senato Romano l’abolizione della festa pagana ai quali fu sostituita, nella devozione popolare, la festa appunto della Candelora, che anticamente veniva celebrata il 14 febbraio (40 giorni dopo l’Epifania). Nel VI secolo la ricorrenza fu anticipata da Giustiniano I di Bisanzio al 2 febbraio. 

Il rito cattolico, poi introdusse l’uso della benedizione delle candele nella giornata dedicata alla presentazione al tempio di Gerusalemme. Motivazione fatta coincidere con il Nunc Dimitis di Simeone. Questo giorno segna anche la fine del Natale e quindi molti usano togliere il presepe. 

La fine dell'inverno

Questa ricorrenza non è legata solo al Cristianesimo ma anche alla fine della stagione invernale e all'avvicinarsi della primavera. Sono molte le credenze popolari che vedono nel cielo azzurro o nel brutto tempo, in questo giorno, una sorta di premessa sulla stagione che ci aspetta. 

Nei rituali contadini, si festeggiava dunque l'inizio di un nuovo ciclo vitale, ad esempio per i raccolti, e si sperava che la nuova stagione fosse propizia.

Il primo antichissimo proverbio latino sulla Candelora recita: “Si Purificatio nivibus - Pasqua floribus. Si Purificatio floribus. Pasqua nivibus”. Se il 02 Febbraio era freddo e nevoso, la Pasqua sarebbe stata bella, se invece il giorno della Purificazione fosse stato sereno, a Pasqua sarebbe caduta la neve.

Un celebre adagio, ricordato anche da San Giovanni Paolo II, recita “Candelora dell’inverno semo fora”, ossia il 2 febbraio l’inverno può considerarsi finito. Il proverbio però continua “Ma se piove e tira vento, dell’inverno semo dentro”, ossia se il 2 febbraio il tempo è brutto, l’inverno durerà un altro mese almeno.

La festa per la Campania 

La Candelora è celebrata in tutte nazioni di tradizione cristiana, ma ha una valenza differente a seconda delle comunità. La festa è particolarmente sentita dalla Campania la cui comunità di fedeli ha come punto di riferimento il Santuario di Montevergine. 

A Montevergine la Candelora è un rito che va oltre le tradizioni antiche e oltre la liturgia cristiana.

Vi sono 2 date destinate a questa ricorrenza, il 12 settembre, data di apertura della festa, e il 2 febbraio, data di chiusura dove ricorre la “juta dei femmenielli”. Durante la Juta si percorre con qualsiasi mezzo- anche i carri – la strada fino al santuario per venerare la Vergine.

Come da tradizione, tutte le paranze e tutti gli appassionati della cultura popolare campana si riuniscono sul monte per compiere i loro riti devozionali alla Madonna. Elogiano questa figura attraverso canti, balli, il suono delle castagnette e dei tamburi a cornice.

La riflessione 

La Candelora di Montevergine è il momento in cui il Cristianesimo accoglie il diverso. Si narra infatti che nel 1256 la Madonna Schiavona salvò – riscaldandoli con la sua luce – due giovani amanti omosessuali, incatenati per punizione sul Monte Partenio e condannati a morire di freddo o sbranati dai lupi. 

Da allora, il 2 febbraio i “femminielli” da tutta la Campania andavano in processione a offrire preghiere, canti, danze e voti alla Madre che tutto può e tutto perdona. Per questo in Campania la Candelora viene celebrata, oltre che per la sua valenza religiosa, anche per motivazioni diverse, legate ad uno spirito folkloristico e pagano in grado di mescolare sacro e profano e che hanno reso questa ricorrenza una grande occasione di apertura verso gli omosessuali e la comuità lgbt. 

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