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Cronaca

Processo Nuovo Clan Partenio, Nicola Galdieri: "Su di me falsità costruite ad hoc dai carabinieri"

Continua il processo che vede imputati gli affiliati al Nuovo Clan Partenio; accusati, a vario titolo, di associazione di stampo camorristico, tentata estorsione, usura e turbata libertà degli incanti

Continua il processo che vede imputati gli affiliati al Nuovo Clan Partenio; accusati, a vario titolo, di associazione di stampo camorristico, tentata estorsione, usura e turbata libertà degli incanti. Nella giornata di oggi, all'interno dell'Aula di Assise del Tribunale di Avellino - dinanzi al giudice dott. Gian Piero Scarlato, con i giudici a latere dott. Giulio Argenio e dott. Lorenzo Corona - sono stati ascoltati alcuni dei testimoni citati dall’avvocato Gaetano Aufiero. 

La prima escussione del giorno, Cutillo Giuseppe, ha iniziato la sua testimonianza esponendo i motivi della sua assenza nelle precedenti convocazioni e affermando di non aver ricevuto nessuna minaccia o intimidazione che potesse giustificare suddetta assenza. Cutillo confermava di conoscere Nicola Galdieri da anni. Galdieri, inoltre, aveva rapporti molto stretti e "fraterni" anche con il padre del teste. Cutillo, in aula, ha raccontato la vicenda giudiziaria che ha riguardato un immobile di proprietà sua e della sorella. Purtroppo, non riuscendo più a fronteggiare l’indebitamento, l’immobile è finito all’asta. Nel corso della suddetta asta giudiziaria, il teste raccontava la presenza di Livia Forte, Modestino Forte e Armando Aprile e, solo in quel momento, il Cutillo ha appreso che i fratelli Forte e Aprile erano interessati all’immobile. Il Cutillo non si aggiudicò l’asta, chiusa a 120mila euro.

Nicola Galdieri voleva acquistare tre auto dalla concessionaria 

Cutillo, successivamente, si avvicinò a Livia Forte e, quest’ultima, gli disse che – se voleva parlare dell’immobile – si sarebbero potuti incontrare presso il ristorante “It’s OK”. In quell’incontro, però, non fu quantificato nulla. In seguito, ancora, vennero a conoscenza che, per rientrare in possesso dell’immobile, avrebbero dovuto versare la somma di euro 600mila. Dopo sei mesi, riuscirono a rientrare in possesso del 50% dell’immobile, per cui furono pagati circa 120mila euro. Una trattativa portata avanti dal padre del teste con Armando Aprile. Il testimone, poi, ha dichiarato di non sapere se il Galdieri Nicola, in relazione col padre, avesse interceduto nella suddetta acquisizione. Le dichiarazioni del teste, però, sono state oggetto di contestazione perché, invece, ai carabinieri furono affermate altre cose. Cuttillo, ancora, ha dichiarato di aver contatto Damiano Genovese, suo amico d’infanzia e nipote di Livia Forte, per intercedere con “la regina delle aste”. Genovese, però, ha risposto di non poterlo aiutare, poiché non aveva più rapporti con Forte Livia. Il Cutillo, poi, ha raccontato del litigio col padre, con cui ha interrotto i rapporti per circa un anno, a causa di problematiche familiari e lavorative. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata proprio una vicenda che ha riguardato Nicola Galdieri, avvenuta nel 2017. Tre vetture nuove di provenienza estera cui Nicola Galdieri era interessato. Stando a quanto si apprende, Galdieri non aveva ancora completato la transazione e Cutillo non l’aveva autorizzato a prendersi le vetture. Una cosa che aveva infastidito Galdieri e che aveva provocato anche un forte litigio col padre dello stesso Cutillo. Quest’ultimo, infatti, voleva che le tre auto fossero consegnate a Galdieri. 

Numerose contestazioni e incongruenze in aula 

Il Pubblico Ministero, dott.ssa Simona Rossi, ha iniziato il suo esame chiedendo quali sono state le dichiarazioni di Nicola Galdieri al momento del tentativo di acquisto delle auto. Una circostanza in cui, in base a quanto riferisce il teste, il Galdieri rimase molto infastidito, rivolgendosi verso di lui in malo modo. Il Cutillo, poi, ha dichiarato di sapere che il padre doveva dei soldi a Galdieri. Oggetto di forte contestazione, poiché, alla polizia giudiziaria, il teste dichiarò che suddetto prestito era avvenuto con interessi usurai. Affermazione che, invece, in data odierna non veniva confermata e che, invece - in base a quanto riferisce Cutillo - era stata soltanto una sua supposizione. Sempre alla polizia giudiziaria, Cutillo affermò nel verbale che Galdieri era in possesso di grosse somme provenienti da attività illecite e che, quel denaro, poteva essere “ripulito”. Oggi, invece, ha dichiarato che suddette dichiarazioni “non erano parole sue”. Questo, ovviamente, è stato oggetto di grande contestazione da parte del Pubblico Ministero e del collegio, poiché – ancora – il teste aveva dichiarato all’autorità giudiziaria che Galdieri aveva dato del denaro contante al padre e, invece, nella giornata di oggi, ha affermato di non sapere se fosse o meno denaro contante.

Nicola Galdieri in videoconferenza: "Nessuna usura, solo falsità" 

Gravissime dichiarazioni spontanee da remoto di Nicola Galdieri: “Ho lavorato con il padre di Cutillo, ci vogliamo molto bene. A me dispiace che Giuseppe Cutillo non parli più con suo padre. Non ho mai fatto usura al padre di Giuseppe Cutillo, avevamo un rapporto stretto, quasi come fossimo fratelli. Me ne andai anche in Repubblica Ceca con lui. Quando andai alla concessionaria di Giuseppe Cutillo, c’andai su indicazione del padre e poi non ho avuto le macchine. Ma perché mettere in mezzo queste falsità? Io non ho mai fatto usura in vita mia e ancora più al padre di Cutillo. Sono tre anni che subisco illazioni e falsità costruite ad hoc dai carabinieri”, conclude. 

Analizzate ancora le intercettazioni ambientali 

Nella escussione successiva, il testimone ha raccontato della perdita di un immobile all’asta e del rapporto con Livia Forte, oltre che di alcune minacce ricevute. Il teste ha smentito con forza le dichiarazioni di Livia Forte in cui, quest’ultima, affermava di aver subito minacce di morte da parte sua. Nel dettaglio, la regina delle aste aveva affermato che, il teste, le aveva detto che “le avrebbe sparato in testa”.

Ascoltato anche il dottor Mario Camillo Sorgente, consulente richiesto dalla difesa. Quest’ultimo ha fornito ulteriori chiarimenti in merito alle intercettazioni ambientali e, soprattutto, ad alcuni spostamenti degli imputati.

La prossima udienza, adesso, è attesa per il 27 febbraio 2023; in questa udienza saranno ascoltati gli ultimi testimoni citati dall’avvocato Gaetano Aufiero. 

Processo al Nuovo Clan Partenio, il filone dell'estorsione e dell'usura

Questo filone processuale è relativo all’inchiesta condotta dalla Dda di Napoli sul clan Partenio che vede alla sbarra i fratelli Pasquale e Nicola Galdieri, ritenuti a capo dell’organizzazione malavitosa irpina, insieme ad altre persone. Nelle oltre mille pagine di ordinanza cautelare è evidenziato lo spessore criminale del clan diretto dai fratelli Galdieri che si occupavano di usura ed estorsioni. Per gli inquirenti, infatti, il gruppo criminale è nato dalle ceneri del vecchio clan Partenio che a fine anni ’90 ha insanguinato la provincia di Avellino. Un’organizzazione che faceva capo ai Genovese e che gestiva un grosso traffico di cocaina. 

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