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Cronaca

Condanna al Nuovo Clan Partenio, Airoma: "La gente deve scegliere d'interrompere il rapporto di connivenza con i clan"

Il processo fa parte dell'inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli sul clan Partenio, e ha portato alla sbarra i fratelli Pasquale e Nicola Galdieri, ritenuti capi dell'organizzazione criminale irpina, insieme ad altre persone coinvolte

L'11 luglio 2023, presso il Tribunale di Avellino, si è concluso il processo che ha visto gli affiliati al Nuovo Clan Partenio imputati di vari reati, tra cui associazione di stampo camorristico, tentata estorsione, usura e turbata libertà degli incanti. Il giudice dott. Gian Piero Scarlato, coadiuvato dai giudici a latere dott. Giulio Argenio e dott. Lorenzo Corona, ha emesso la sentenza che segna una tappa significativa nella lotta contro la criminalità organizzata nella provincia di Avellino.

Il processo fa parte dell'inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli sul clan Partenio, e ha portato alla sbarra i fratelli Pasquale e Nicola Galdieri, ritenuti capi dell'organizzazione criminale irpina, insieme ad altre persone coinvolte. L'ordinanza cautelare, che conta oltre mille pagine, evidenzia la gravità dei crimini commessi dal clan diretto dai fratelli Galdieri, con particolare attenzione all'usura ed alle estorsioni.

Secondo gli inquirenti, il gruppo criminale è sorto dalle ceneri del vecchio clan Partenio, che nel corso degli anni '90 ha seminato il terrore nella provincia di Avellino. La precedente organizzazione era guidata dai Genovese ed era coinvolta in un vasto traffico di cocaina. L'inchiesta condotta dalla DDA di Napoli ha messo in luce i legami tra i due clan, sottolineando come il Nuovo Clan Partenio abbia ereditato l'eredità criminale del suo predecessore.

La sentenza emessa dal Tribunale di Avellino rappresenta un passo importante nella lotta contro la criminalità organizzata nella provincia. I fratelli Galdieri sono stati riconosciuti colpevoli dei reati contestati e saranno soggetti a pene severe in linea con la gravità dei loro crimini. La condanna dei capi del Nuovo Clan Partenio invia un messaggio chiaro: la provincia di Avellino non tollererà più la presenza di organizzazioni criminali che minano la sicurezza e il benessere della comunità.

Airoma: "Dobbiamo interrompere il legame di connivenza nei confronti delle organizzazioni camorristiche"

Il Procuratore di Avellino, dott. Domenico Airoma, ha espresso la sua soddisfazione per l'esito del processo, dichiarando: "La sentenza è una pagina importante per tutta la comunità irpina. Devo dire che la questione dell'esistenza o meno della criminalità di tipo mafioso in questo territorio non mi appassiona molto perché credo che sia posta in modo errato in quanto sono risalenti nel tempo sentenze che hanno riconosciuto l'esistenza e l'operatività di clan camorristici in questo territorio. Quindi, a mio avviso il vero problema è stabilire quale atteggiamento adottare nei confronti di queste organizzazioni camorristiche: dobbiamo decidere se interrompere il legame di connivenza, a volte anche di compiacimento, cioè abbandonando la mentalità secondo la quale si dice "che male c'è" e adottare un approccio che si chieda quanto bene fanno queste organizzazioni. Se decidiamo di interrompere tutti i rapporti con questa 'terra di mezzo' e di essere persone migliori, acquisiremo dignità".

"Queste organizzazioni entrano in certi ambienti, lo fanno in modo non violento corrompendo professionisti e imprenditori"

"Ogni organizzazione camorristica si adatta alle caratteristiche di un territorio - ha aggiunto il procuratore - dire che non ci sono morti ammazzati non è un modo per consolarsi e negare il male che fanno. Queste organizzazioni si inseriscono in circuiti economici, come l'usura, l'estorsione e l'assegnazione distorta dei beni all'asta. Sfruttano i finanziamenti pubblici per arricchirsi. Questo dimostra la loro particolare versatilità criminale. Recentemente, ad Avellino, è stato scoperto un caso di malversazione di fondi pubblici di notevole entità. Dobbiamo interrompere i rapporti con queste organizzazioni e cambiare mentalità, sradicarle dal contesto sociale ovvero eliminare le ragioni per cui attecchiscono intervenendo sul consenso sociale. Dobbiamo agire su questo aspetto e fare il nostro lavoro. Ci saranno indagini e una collaborazione proficua tra la Procura di Avellino e la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. È stata costituita una task force che si occupa di stupefacenti, usura, espulsioni e uso improprio di fondi pubblici. Dobbiamo assumere un impegno forte e richiamare la comunità a fare la sua parte, comprese le amministrazioni locali. Quando queste organizzazioni entrano in certi ambienti, lo fanno in modo non violento corrompendo professionisti e imprenditori. Anche questi ultimi devono decidere di interrompere i rapporti con questi personaggi. È chiaro che non riusciremo a risolvere il problema se non andiamo alle radici e coinvolgiamo tutti, non solo i cittadini comuni. Questo problema riguarda anche e soprattutto gli imprenditori, i professionisti e gli amministratori pubblici. È importante che ognuno faccia la propria parte, rispettando la separazione dei poteri e applicando le leggi fatte dal parlamento. Possiamo esprimere il nostro punto di vista e evidenziare le controindicazioni e i rischi, ma non dobbiamo sostituirci al legislatore. È necessario un impegno collettivo per sradicare queste organizzazioni e cambiare rotta". 

La conclusione del processo al Nuovo Clan Partenio e la condanna dei fratelli Galdieri rappresentano un passo significativo nella lotta contro la criminalità organizzata. Le istituzioni e la comunità locale si uniscono per debellare queste organizzazioni che minano il tessuto sociale e la sicurezza dei cittadini. La sentenza conferma che la provincia di Avellino è determinata a porre fine alla presenza di clan mafiosi e a garantire un futuro migliore per tutti i suoi abitanti.

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