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Cronaca

Aggiudicazioni e schiaffi. Il Maggiore Russo ripercorre la storia di Aste OK: "Dissero di essere i numeri uno!"

Nella giornata di oggi ha avuto luogo una nuova udienza per il processo nato dall'inchiesta "Aste ok" del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli che hanno indagato su questo nuovo filone d'illeciti che vede protagonista il Clan Partenio

Nella giornata di oggi, presso il Tribunale di Avellino, in composizione collegiale presieduta dal presidente Dott. Roberto Melone, a latere Gilda Zarrella e Vincenza Cozzino, ha avuto luogo una nuova udienza per il processo nato dall'inchiesta "Aste ok" del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli che hanno indagato su questo nuovo filone d'illeciti che vede protagonista il Clan Partenio. Nell'ambito di questa udienza, il Tribunale di Avellino ha preso la decisione di stralciare la posizione di Mario Gisolfi, 64enne di Montoro conosciuto come Las Vegas, a causa dell'impedimento del suo avvocato di fiducia, l'avvocato Rosaria Vietri, che non ha potuto partecipare all'udienza per motivi personali. 

L'attenzione di questa udienza si è concentrata nuovamente sull'audizione del Maggiore Quintino Russo, ex comandante del Nucleo Investigativo responsabile delle indagini riguardanti il Clan Partenio e le presunte attività illecite ad esso associate. L'ascolto di questo militare, che ha ricoperto un ruolo chiave nelle fasi cruciali dell'inchiesta, è stato considerato un passo significativo per ottenere una comprensione più approfondita delle dinamiche che hanno portato all'emergere di tali attività illegali. Tuttavia, durante la scorsa udienza, il Pubblico Ministero Henry John Woodcock ha manifestato crescente irritazione di fronte alle risposte fornite dal Maggiore Russo. Il magistrato ha ritenuto che le risposte del militare fossero impreparate e non all'altezza dell'importanza del procedimento. Di conseguenza, il Maggiore Russo è stato richiamato in aula per rispondere alle domande specifiche di Woodcock e dissipare le eventuali lacune o ambiguità emerse durante l'audizione precedente.

L'escussione del Maggiore Russo è iniziata ricordando il momento in cui la principale testimone del processo ha discusso con uno degli esecutati, incoraggiandolo a denunciare alla Guardia di Finanza le attività di Livia Forte e Aprile Armando Pompeo. Successivamente, il militare ha continuato a fornire una descrizione dettagliata dello svolgimento di alcune aste che sono state oggetto dell'indagine e anche il ben noto momento dell’aggressione di Nicola Galdieri alla supertestimone; quando l’afferrò per il bavero del cappotto, sferrandole uno schiaffo. Questo episodio è avvenuto alla presenza di Livia Forte, Modestino Forte, Armando Aprile, Carlo Dello Russo e Gianluca Formisano.  

Il Pubblico Ministero Woodcock ha seguito con attenzione le parole del Maggiore Russo e, in diverse occasioni, ha richiesto dettagli sulla temporalità degli eventi descritti. In particolare, Russo ha fatto riferimento principalmente all'attività di indagine condotta nel corso del 2018 e del 2019. La richiesta del Woodcock di collocazione nel tempo delle vicende raccontate riveste un'importanza significativa per il quadro complessivo dell'inchiesta. Conoscere con precisione la sequenza temporale degli eventi consente all'accusa di stabilire i legami causali e le connessioni tra le varie azioni e gli individui coinvolti, fornendo così una visione più chiara delle dinamiche sottostanti. Il Maggiore Russo, senza esitazione, ha ribadito per l'ennesima volta l'accordo ampiamente noto tra le parti, secondo il quale i Galdieri ricevevano una commissione del 33% quando portavano il cliente, mentre ricevevano il 20% quando intervenivano solo per indirizzare le aste.

Infine, il Pubblico Ministero ha posto al Maggiore Russo alcune domande sulle valutazioni che l'ufficiale ha effettuato durante l'indagine. In particolare, è stato chiesto al Maggiore Russo di condividere le sue considerazioni riguardo all'operazione di infiltrazione nel contesto complesso del Tribunale e, più specificamente, nell'area in cui si svolgevano le aste. In particolare, ha sottolineato che, data la complessità dell'ambiente del Tribunale e l'area delle aste, sarebbe stato estremamente difficile inserirsi senza destare sospetti o attirare l'attenzione. Queste considerazioni hanno indirizzato l'operato del Nucleo Investigativo nella scelta delle strategie da adottare per condurre l'indagine in modo efficace.

Successivamente, è iniziato il controesame condotto dall'avvocato Alberico Villani, difensore di fiducia di Aprile Armando Pompeo. In particolare, il penalista ha posto al carabiniere una serie di domande mirate a comprendere gli interventi effettuati dagli imputati per ostacolare la partecipazione di terzi alle aste, in base alle attività investigative svolte. Russo, ancora una volta, ha specificato che, dopo il blitz e i numerosi arresti effettuati, molte persone si presentarono spontaneamente in caserma per denunciare di aver subito pressioni da parte dei gruppi criminali. Sotto l'incalzante interrogatorio dell'avvocato Villani, il Maggiore Russo ha fornito una dettagliata descrizione delle conversazioni e dei contatti avvenuti tra Aprile Armando Pompeo e la testimone chiave del processo. L'ufficiale ha esposto con attenzione ogni singolo dettaglio, offrendo una panoramica completa degli scambi avvenuti tra le parti coinvolte. Dalle conversazioni in questione emerge chiaramente il tentativo da parte della donna di risolvere alcune controversie direttamente correlate alle vicende oggetto dell'indagine. Questi colloqui hanno rappresentato un momento cruciale nel corso delle interazioni tra le parti coinvolte, offrendo spunti significativi per la comprensione delle dinamiche in gioco.

Dopo è stata la volta dell'avvocato Claudio Mauriello, difensore di fiducia di Damiano Genovese, ad interrogare il Maggiore Russo. Il penalista ha chiesto all'ufficiale del famoso momento in cui Galdieri aveva richiesto a Genovese di informarlo su tutte le aste giudiziarie imminenti, dimostrando ancora una volta la volontà di Galdieri di tenere sotto controllo l'attività di Livia Forte. Per realizzare tale obiettivo, Galdieri aveva incaricato proprio Damiano Genovese, dicendogli: "Metti un orecchio a terra!". Tuttavia, l'avvocato Mauriello ha posto al Maggiore Russo la domanda cruciale per comprendere se effettivamente fossero pervenute informazioni in grado di confermare che Genovese avesse portato a termine tale richiesta. Russo ha risposto che, almeno formalmente, ciò non era avvenuto. Nel rispondere alle domande dell'avvocato Mauriello, il Maggiore ha fornito una chiara spiegazione della posizione di Genovese, ricordando anche elementi cruciali dell'inchiesta, come l'attentato subito da Genovese e il celebre "bacio" con Pagano Beniamino.

Il controesame è proseguito con le domande degli avvocati Nicola D'Archi e Claudio Botti, difensori di fiducia di Barone Antonio. I legali hanno approfondito la fase dell'indagine riguardante i presunti abusi edilizi e l'eventuale influenza di tali abusi sulla vendita degli immobili all'asta. Il militare ha risposto che, sebbene fosse a conoscenza delle indagini in corso da parte dei carabinieri di Solofra, non poteva confermare se la presenza di problemi edilizi avesse avuto un impatto sul regolare svolgimento delle aste giudiziarie.

L'escussione prosegue, ancora, con il controesame dell'Avvocato Carlo Taormina, difensore di fiducia di Gianluca Formisano. Riguardo alla posizione dell'imputato, il Maggiore Russo ha fornito dettagli sulle connessioni tra Formisano e la testimone chiave dell'accusa. Il carabiniere ha inoltre descritto il contenuto delle aste oggetto dell'attività investigativa, che avrebbero coinvolto anche Gianluca Formisano, e ha illustrato i successivi accertamenti condotti dall'Arma.

Altro controesame della giornata è stato quello dell'avvocato Gaetano Aufiero, difensore di fiducia di Nicola Galdieri, Carlo Dello Russo e Pagano Beniamino. Durante l'interrogatorio, il Maggiore ha ribadito all'avvocato Aufiero che non ci sono stati contatti diretti tra Gisolfi Mario e Nicola Galdieri o Carlo Dello Russo. Successivamente, l'avvocato Aufiero ha chiesto chiarimenti sulla vicenda dell'assegno di 5.000 euro consegnato ad Aprile Armando il 4 gennaio 2019. In particolare, il penalista ha cercato di capire se la consegna dell'assegno è stata richiesta da Aprile Armando o se sono stati gli esecutori a proporre la consegna di tale importo. Il Maggiore ha fornito tutti i dettagli che ricordava sulla vicenda e ha menzionato anche l'approfondimento investigativo su alcuni soggetti terzi.

Durante l'udienza odierna, è emerso un vivido interesse da parte dei difensori degli imputati nei confronti della super testimone dell'inchiesta Aste OK. La donna ha svolto un ruolo di fondamentale importanza nella vicenda e, secondo l'Accusa, le sue testimonianze rivestono un ruolo cruciale nel chiarire l'effettiva attività illecita condotta dai principali imputati nel processo. Il Maggiore ha risposto con solerzia a tutte le domande degli avvocati, cercando di fornire, per quanto possibile, risposte accurate e lineari anche nei complessi e intricati passaggi riguardanti i rapporti intercorsi tra le parti coinvolte. La prossima udienza, adesso, è attesa per il 12 luglio 2023. 

Aste Ok e il coinvolgimento del Nuovo Clan Partenio

L’indagine, convenzionalmente denominata “ASTE OK”, ha consentito di disarticolare un’organizzazione malavitosa composta da membri di spicco del c.d. “Nuovo Clan Partenio” (egemone nel capoluogo irpino, oggetto dell’operazione “PARTENIO 2.0”, condotta il 14 ottobre del 2019), nonché da imprenditori e professionisti. Dalle risultanze investigative è infatti emerso un contesto di espansione degli interessi criminali del gruppo camorristico ai redditizi settori delle aste e delle acquisizioni immobiliari, unito a un sempre forte e corrispondente interesse a influenzare la vita politica e amministrativa della città di Avellino, allo scopo di accedere alla “cabina di regia” delle scelte operate dalla Pubblica amministrazione, per esempio, per l’appunto, in materia urbanistica ed edilizia. In particolare, anche attraverso le elaborate investigazioni economico-finanziarie sviluppate per seguire i trasferimenti d'immobili ceduti all’asta e gli anomali flussi di regolamento, l’indagine ha consentito di acclarare forti legami tra alcuni sodali del clan camorristico, i titolari di alcune società d'intermediazione immobiliare e professionisti nel settore i quali, avvalendosi dell’intimidazione derivante dal vincolo associativo, inibivano a proprietari esecutati la partecipazione alle aste giudiziarie aventi per oggetto propri beni, in questo modo appropriandosene al fine di chiedere ai medesimi ex-proprietari una quota di denaro maggiorata qualora avessero voluto rientrarne in possesso.

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