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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Aste OK, il Maggiore Russo racconta i dubbi di Livia Forte: "I Galdieri devono dimostrare di essere ciò che dicono!"

Nella giornata di oggi ha avuto luogo una nuova udienza per il processo nato dall'inchiesta "Aste ok" del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli che hanno indagato su questo nuovo filone d'illeciti che vede protagonista il Clan Partenio

Nella giornata di oggi, presso il Tribunale di Avellino, in composizione collegiale presieduta dal presidente Dott. Roberto Melone, a latere Gilda Zarrella e Vincenza Cozzino, ha avuto luogo una nuova udienza per il processo nato dall'inchiesta "Aste ok" del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli che hanno indagato su questo nuovo filone d'illeciti che vede protagonista il Clan Partenio.

L'attenzione di questa udienza si è concentrata per l'ultima volta sull'audizione del Maggiore Quintino Russo, ex comandante del Nucleo Investigativo responsabile delle indagini riguardanti il Clan Partenio e le presunte attività illecite ad esso associate. L'ascolto di questo militare, che ha ricoperto un ruolo chiave nelle fasi cruciali dell'inchiesta, è stato considerato un passo significativo per ottenere una comprensione più approfondita delle dinamiche che hanno portato all'emergere di tali attività illegali. 

Oggi si è svolto il controesame dell’avvocato Roberto Saccomanno, difensore di Livia e Modestino Forte. Il carabiniere ha esordito dicendo che le indagini sono iniziate con l’omicidio Tornatore nel 2014 e si sono sviluppate fino al 2019. Secondo il Maggiore Russo, il clan era coinvolto in attività quali estorsione, usura e traffico di stupefacenti. Inizialmente, non era emerso l’interesse dei Galdieri per le aste giudiziarie. Gli investigatori si sono interessati al settore delle aste giudiziarie solo a partire da dicembre 2018. Prima di tale data, Livia e Modestino Forte si occupavano di aste, ma le indagini sugli imputati non erano ancora iniziate. Il Maggiore Russo ha ripercorso momenti cardine dell’indagine e ha riferito il contenuto delle intercettazioni e il rapporto tra Livia Forte e i Galdieri, soffermandosi sui presunti tentativi d’intimidazioni dei Galdieri nei confronti della “Regina dalle aste”. In una intercettazione tra Livia Forte e Armando Aprile, la donna disse: “Loro devono dimostrare di essere chi dicono di essere”.

Il Maggiore Russo ha rimarcato l’accordo tra le parti: quando i Galdieri portavano il cliente ricevevano il 33%, mentre quando intervenivano solo per indirizzare le aste ricevevano il 20%. Su oltre mille aste prese in considerazione, i Galdieri sono intervenuti solo in due occasioni. In una sola occasione hanno tentato di cacciare un soggetto terzo interessato, senza però riuscirci. In tutte le altre aste prese in considerazione, i Galdieri hanno ottenuto comunque il 20% della somma, anche senza nessun intervento diretto. In seguito, il militare dell’Arma ha ribadito che Livia Forte ha tentato di indirizzare un’asta che poi è stata oggetto d’indagine.

Successivamente è stato il turno dell'avvocato Rosaria Vietri, difensore di fiducia di Mario Gisolfi, accusato di turbativa d'asta per un immobile a Montoro e di associazione di stampo mafioso come presunto membro del clan Partenio. Durante il controesame condotto dall'avvocato penalista del foro di Avellino, è stata approfondita la posizione dell'imputato. Il Maggiore ha confermato gli spostamenti di Gisolfi, registrati tramite GPS, e le prove investigative a suo carico. Per quanto riguarda l'accusa di minacce, il carabiniere ha ribadito che per i carabinieri non c'erano dubbi sul fatto che il soggetto indicato dalla presunta vittima fosse proprio Gisolfi: "A Montoro, Mario 'Las Vegas' è uno solo!". Quindi, in riferimento all'imputato Gisolfi, non emergevano ulteriori spunti d'interesse. 

Incalzato dall'avvocato Vietri, il carabiniere ha riferito il contenuto di numerose aste e, in particolare, dai dati delle intercettazioni emerge e si sottolinea l'interesse della testimone chiave dell'accusa. Il Maggiore Russo ha dichiarato che, nel marzo 2019, la donna ha parlato con un esecutato che stava perdendo l'appartamento a Montoro. Dalla conversazione risulta che lei abbia chiesto all'uomo se ci fossero novità riguardo a una determinata situazione e lo ha incoraggiato a intervenire nei confronti di Aprile Armando Pompeo. Successivamente, Aprile Armando Pompeo è stato intercettato il 4 marzo alle 08:50 del mattino, durante una conversazione con il figlio dello stesso esecutato. Quest'ultimo ha chiesto se ci fossero novità sulla situazione, ma la conversazione non ha portato a risultati. Quella che successivamente sarebbe diventata la super testimone dell'inchiesta "Aste OK" ha insistito nel consigliare di rivolgersi alle Forze di Polizia, in questo caso alla Guardia di Finanza, per denunciare la situazione, sostenendo che si trattava solo di chiacchiere e che le affermazioni fatte da Aprile Armando Pompeo nei confronti dell'esecutato non erano credibili.  

L'udienza si è conclusa con il controesame di Henry John Woodcock, il quale, ancora una volta, si è concentrato sull'accordo che è stato fatto tra Livia Forte e i Galdieri. Il controesame del Maggiore Russo ha portato ulteriori dettagli alla luce riguardo alla natura e ai termini di tale accordo. Woodcock ha cercato di analizzare approfonditamente la portata e le implicazioni dell'accordo tra Forte e i Galdieri, evidenziando l'importanza di questa transazione nell'ambito delle accuse mosse contro i principali imputati del processo, nella fattispecie, quelle concernenti il reato associativo. 

Durante l'udienza, il Pubblico Ministero ha introdotto il contenuto di alcune conversazioni, in particolare quelle di Armando Aprile. Quest'ultimo è stato citato per aver affermato: "Dobbiamo usare la paura!". Questa frase ha sollevato ulteriori interrogativi sulle intenzioni dei principali imputati e sulla loro presunta associazione nel perseguire scopi illegali. Il carabiniere ha affermato che non esistono intercettazioni dove si registrano minacce da parte dei Galdieri nei confronti di Livia Forte.

La prossima udienza, adesso, è attesa per il 21 luglio 2023; quando saranno escussi due rappresentanti dell'Arma e due della Guardia di Finanza. 

Aste Ok e il coinvolgimento del Nuovo Clan Partenio

L’indagine, convenzionalmente denominata “ASTE OK”, ha consentito di disarticolare un’organizzazione malavitosa composta da membri di spicco del c.d. “Nuovo Clan Partenio” (egemone nel capoluogo irpino, oggetto dell’operazione “PARTENIO 2.0”, condotta il 14 ottobre del 2019), nonché da imprenditori e professionisti. Dalle risultanze investigative è infatti emerso un contesto di espansione degli interessi criminali del gruppo camorristico ai redditizi settori delle aste e delle acquisizioni immobiliari, unito a un sempre forte e corrispondente interesse a influenzare la vita politica e amministrativa della città di Avellino, allo scopo di accedere alla “cabina di regia” delle scelte operate dalla Pubblica amministrazione, per esempio, per l’appunto, in materia urbanistica ed edilizia. In particolare, anche attraverso le elaborate investigazioni economico-finanziarie sviluppate per seguire i trasferimenti d'immobili ceduti all’asta e gli anomali flussi di regolamento, l’indagine ha consentito di acclarare forti legami tra alcuni sodali del clan camorristico, i titolari di alcune società d'intermediazione immobiliare e professionisti nel settore i quali, avvalendosi dell’intimidazione derivante dal vincolo associativo, inibivano a proprietari esecutati la partecipazione alle aste giudiziarie aventi per oggetto propri beni, in questo modo appropriandosene al fine di chiedere ai medesimi ex-proprietari una quota di denaro maggiorata qualora avessero voluto rientrarne in possesso.

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