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Cronaca Mercogliano

Omicidio Bembo, domiciliari per Iannuzzi e Sciarrillo: i giudici si sono riservati sulla decisione

L'omicidio del giovane di 21 anni da Mercogliano, Roberto Bembo, ha scosso profondamente la comunità locale e ora è al centro di una controversia giuridica che coinvolge la Procura della Repubblica di Avellino e il tribunale

L'omicidio del giovane di 21 anni da Mercogliano, Roberto Bembo, ha scosso profondamente la comunità locale e ora è al centro di una controversia giuridica che coinvolge la Procura della Repubblica di Avellino e il tribunale. La decisione emessa dal giudice per le indagini preliminari (GIP) del tribunale, Fabrizio Ciccone, ha sollevato un'ondata di reazioni contrastanti e sollevato dubbi sulla giustizia del sistema legale. I sospettati dell'omicidio, Niko Iannuzzi e Luca Sciarrillo, erano stati originariamente detenuti in carcere in attesa delle indagini e del processo. Tuttavia, il GIP Ciccone ha emesso un provvedimento che ha ridotto la misura cautelare per i due imputati, consentendo loro di lasciare la detenzione carceraria e di essere posti agli arresti domiciliari con l'ausilio di un braccialetto elettronico. Questa decisione ha suscitato una serie di reazioni contrastanti nell'opinione pubblica e ha spinto la Procura di Avellino a reagire prontamente.

L'Ufficio di Procura aveva espresso chiaramente una posizione negativa

Già in precedenza, l'Ufficio di Procura aveva espresso chiaramente una posizione negativa riguardo alla richiesta di attenuazione delle misure cautelari avanzata dall'avvocato difensore dei due indagati, l'avvocato Gaetano Aufiero. Tuttavia, il GIP ha sorprendentemente accolto questa istanza con un decreto datato 28 luglio scorso, spingendo la Procura a prendere ulteriori misure. In risposta a questa decisione, la Procura di Avellino ha presentato un ricorso contestando il provvedimento del GIP. Il pubblico ministero Vincenzo D’Onofrio ha redatto e firmato il ricorso, che è stato assegnato al sostituto procuratore Vincenzo Toscano per ulteriori valutazioni. Questo ricorso mira a sollevare interrogativi sulla validità della decisione del GIP e a spingere per una revisione più attenta del caso.

Il Riesame si è riservato in merito all'ordinanza che dispone la misura cautelare coercitiva 

È importante notare che la reazione della Procura è avvenuta prima dello svolgimento di un corteo che ha visto partecipare numerosi cittadini da Mercogliano, la città natale della vittima, fino al palazzo di giustizia di Avellino. Questa dimostrazione pubblica di preoccupazione e richiesta di giustizia riflette l'importanza che la comunità attribuisce al caso e all'andamento del processo legale. Nella giornata di oggi, invece, è stata eccepita l'inammissibilità all'appello del Pubblico Ministero. Contestualmente veniva chiesto il rigetto dell'appello. I giudici si sono riservati, e l’avvocato Gaetano Aufiero, come detto, ha eccepito un'inammissibilità per una questione formale, legata alla legge Cartabia. Quest’ultima, infatti, richiede che chi presenta un appello fornisca dettagli e motivazioni specifiche per ogni suo aspetto, compresi i punti che potrebbero non essere immediatamente chiari. Qui si pone una questione tecnica e giuridica. Il Pubblico Ministero ha presentato un appello al percorso motivazionale del giudice ma - a detta dei difensori - non ha spiegato perché ritiene che la decisione sia inadeguata. In altre parole, si è appellato alla decisione presa da Ciccone di concedere agli indagati gli arresti domiciliari, ma non ha fornito una critica sulla validità della misura in sé. Pertanto, è necessario anche commentare l'adeguatezza della misura, e in questo caso, potrebbe rappresentare una carenza di specificità delle motivazioni. Oltre alla questione di legittimità, sarà il Tribunale a stabilire come risolverla. Nel frattempo, la difesa ha chiesto la conferma della misura cautelare degli arresti domiciliari, poiché, adesso, sono emersi nuovi elementi investigativi e anche una dinamica diversa, un fatto importante da tenere presente. Si attende la decisione dei giudici ma, allo stato attuale delle cose, non c'è un termine per esprimersi in merito. Il caso dell'omicidio Bembo rimane un punto focale di discussione, mettendo in luce l'equilibrio fragile tra la giustizia per la vittima e i diritti dei sospettati, mentre la Procura di Avellino e il tribunale lavorano per giungere a una conclusione che sia equa e soddisfacente per tutte le parti interessate.

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