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Cronaca

Nuovo Clan Partenio, il Riesame accoglie la richiesta: indagato lascia il carcere

La decima sezione del Riesame di Napoli accoglieva il ricorso. Per il soggetto venivano disposti gli arresti domiciliari

Continua senza sosta l’inchiesta relativa al Nuovo Clan Partenio - In data odierna Volpe Giovanni, di anni 33, di Voghera, lasciava il carcere. La decima sezione del Riesame di Napoli accoglieva, infatti, il ricorso dei legali dell’uomo (gli avvocati, Raffaele Tecce e Marco Tecce). Per il soggetto, inoltre, venivano disposti gli arresti domiciliari. 

Disposti gli arresti domiciliari  

L’alleggerimento della pena deriva dal fatto che, come dimostrato dagli avvocati del Volpe, l’indagato avesse tagliato tutti i suoi legami con l’associazione a delinquere denominata “Nuovo Clan Partenio”; a cominciare da Ernesto Nigro (detto Ciambone), 41 anni di Bagnoli, considerato dagli inquirenti il principale referente del gruppo criminale in Alta Irpinia. 

L'interrogatorio di Nicola Galdieri 

Pochi giorni fa, invece, ha risposto a tutte le domande dei pm Simona Rossi e Luigi Landolfi, dichiarandosi innocente a tutti i reati a lui contestati: associazione a delinquere di stampo camorristico, usura ed estorsione. Nicola Galdieri, uno degli esponenti di spicco del Nuovo Clan Partenio, è intervenuto in videoconferenza dal carcere di Tolmezzo (Friuli-Venezia Giulia), dove attualmente è detenuto, in seguito al maxi blitz dei Carabinieri di Avellino avvenuto lo scorso 14 ottobre e che ha portato all'arresto dello stesso Galdieri. 

Ricostruiti i rapporti con gli altri esponenti del clan 

Un interrogatorio durato oltre due ore, al termine del quale l'imputato ha ricostruito la fitta rete di rapporti con altre persone indagate e riconducibili al clan. Nessuna ammissione di colpa, tuttavia, è trapelata dalle parole di Nicola Galdieri, su cui la Dda di Napoli ha svolto un operoso lavoro di indagini, nell'ambito della maxi operazione denominata "Partenio 2.0", riguardo al tentativo del 44enne, insieme al fratello Pasquale, di esercitare il proprio giro di affari in tutta la provincia, estendendo le attività criminali anche in Alta Irpinia. 

Si attenderanno, a questo punto, i primi rinvii a giudizio per alcuni dei 23 imputati e che potrebbero già arrivare nel mese di luglio. 

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