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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Falsa testimonianza nel processo "ASTE OK": ora è la DDA a voler capire il perchè delle accuse ai carabinieri

Il Pubblico Ministero Woodcock ha chiesto l’acquisizione del decreto di perquisizione e sequestro eseguito il 10 luglio scorso dai militari del Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli

Nella giornata odierna, presso il Tribunale di Avellino, si è svolta un'importante udienza inerente al processo "ASTE OK", un'inchiesta condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli, riguardante il Clan Partenio e il suo coinvolgimento in attività illecite. La composizione collegiale, presieduta dal Dott. Roberto Melone e affiancata da Gilda Zarrella e Vincenza Cozzino, ha preso in esame il nuovo filone d'illeciti, scoperto grazie agli atti aggiuntivi presentati dagli agenti del nucleo di polizia economica finanziaria di Napoli.

I nuovi atti hanno portato all'emergere di tre nuovi indagati: Ciriaco De Nardo di Montoro, Caterina De Nardo residente a Montoro e Daniela Marra residente a Volturara Irpina. Secondo gli inquirenti, questi tre indagati, che agivano come testimoni della procura, hanno volontariamente favorito il Nuovo Clan Partenio per fini personali, commettendo i reati di calunnia e falsa testimonianza, aggravati dall'art. 416 bis. 1 cp.

Durante le udienze dibattimentali tenutesi il 16 settembre, il 30 settembre e il 28 ottobre del 2022 presso la I sezione penale del Tribunale di Avellino, De Nardo e Marra sono stati escussi come testimoni e parti offese nel processo riguardante l'associazione a delinquere camorristica e i reati di estorsione e turbata libertà degli incanti. Tuttavia, i verbali di udienza hanno rivelato significative incongruenze rispetto alle dichiarazioni fornite durante le indagini preliminari al Comando Provinciale dei Carabinieri di Avellino.

Questa scoperta ha portato alla l'iscrizione di due procedimenti distinti: uno riguardante i tre membri dell'Arma dei Carabinieri per i reati di falso in atto pubblico e abuso di ufficio, e un altro procedimento a carico di De Nardo Caterina e successivamente anche di De Nardo Ciriaco e Marra Daniela per i reati di calunnia e falsa testimonianza presso la Procura Distrettuale Antimafia di Napoli.

Woodcock ha chiesto l’acquisizione del decreto di perquisizione e sequestro

Il Pubblico Ministero, il dottor Henry John Woodcock, ha chiesto l’acquisizione del decreto di perquisizione e sequestro eseguito il 10 luglio scorso dai militari del Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli, per poter fornire ulteriori elementi di prova a sostegno delle accuse. Tuttavia, l’avvocato Carlo Taormina, difensore di Gianluca Formisano, ha presentato opposizione alla richiesta di deposito del decreto di sequestro relativo ai tre nuovi indagati. Questa opposizione ha trovato sostenitori anche negli avvocati Villani e Saccomanno.

La Procura Generale della Guardia di Finanza (PG della GdF Nucleo PEF di Napoli) è stata delegata per svolgere un'approfondita ricognizione e analisi del materiale probatorio e indiziario presenti negli atti del procedimento. Queste indagini hanno incluso acquisizioni di documentazione, accertamenti patrimoniali e bancari, acquisizione di tabulati telefonici e operazioni di intercettazione.

Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avellino ha archiviato le posizioni dei tre Carabinieri indagati nel procedimento originario riguardante l'associazione a delinquere camorristica, corroborando le accuse mosse nei confronti di De Nardo e Marra per falsa testimonianza, in quanto le dichiarazioni rese in dibattimento sono risultate difformi rispetto a quelle fornite durante le indagini preliminari.

Un aspetto cruciale di questa vicenda riguarda l'aggravante di cui all'art. 416 bis. 1 cp. (l'aggravante dell'agevolazione mafiosa). I testimoni, con la loro condotta di falsa testimonianza, hanno consapevolmente agevolato l'associazione di stampo camorristico, fornendo testimonianze mendaci e accusando ingiustamente i tre Carabinieri dei reati per cui sono stati iscritti nel registro delle notizie di reato della Procura della Repubblica di Avellino.

È emerso che i tre testimoni potrebbero aver agito con l'intenzione di agevolare la criminalità organizzata, proteggendo contemporaneamente i propri interessi personali. In un processo riguardante crimini di mafia e reati contro l'amministrazione della giustizia, questo comportamento si rivela particolarmente significativo e impatta la lotta alla criminalità organizzata.

Al fine di garantire una corretta ricerca della verità e tutelare la giustizia, si è disposta la perquisizione informatica dei dispositivi elettronici e telematici dei testimoni, con l'obiettivo di acquisire ulteriori prove e dati di interesse investigativo, garantendo la conservazione dei dati originali e prevenendo alterazioni.

La competenza territoriale del caso è stata assegnata al Giudice del Tribunale di Napoli, poiché le testimonianze sono state rese all'interno dell'aula bunker della Casa Circondariale di Napoli Poggioreale.

Questo caso mette in luce la gravità delle false testimonianze e il loro ruolo cruciale nella lotta contro la criminalità organizzata. Le dichiarazioni dei testimoni devono essere ponderate con estrema responsabilità, soprattutto in processi che coinvolgono associazioni camorristiche e reati contro la giustizia. La corretta ricerca della verità e la tutela della giustizia richiedono la massima integrità da parte di tutti i protagonisti coinvolti nel sistema giudiziario. Il collegio scioglierà la riserva nel corso della prossima udienza, calendarizzata il 6 settembre 2023.

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