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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Clan Pagnozzi: il Riesame conferma l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso

Clemente Rinaldo, figlio del presunto capo mafioso Fiore Clemente, e Umberto Vitagliano, noto anche come geometra e cognato di Fiore Clemente, sono comparsi davanti ai magistrati della Decima Sezione del Tribunale della Libertà di Napoli

Il Tribunale della Libertà di Napoli ha confermato l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso nei confronti di tre presunti affiliati del Clan Pagnozzi, davanti al quale si è reggente anche il ricorso presentato nell'interesse dei tre irpini. Questi individui erano stati arrestati nel corso di un'operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Benevento e della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Il ricorso, discusso dall'avvocato Valeria Verrusio a difesa di Clemente Rinaldo, figlio del presunto boss Fiore Clemente, e del cognato Umberto Vitagliano, noto come "il geometra", è stato respinto dai magistrati della Decima Sezione del Tribunale del Riesame di Napoli.

Per quanto riguarda Clemente Fiore, è stato riconosciuto colpevole del reato di concorso in un'estorsione. Tuttavia, per il figlio Clemente Rinaldo, è stata revocata la misura cautelare legata all'accusa di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio. La decisione del Tribunale della Libertà sottolinea il ruolo determinante dei Carabinieri e della Direzione Distrettuale Antimafia nella lotta contro il crimine organizzato, confermando le accuse nei confronti di alcuni membri del Clan Pagnozzi, ma anche indicando una revisione della situazione per Clemente Rinaldo.

Le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia

Le indagini hanno rivelato episodi di minacce gravi e violente, come l'assalto al cantiere di un'azienda a Dugenta il 30 luglio 2018, quando due individui su una motocicletta hanno intimato ai sei operai di abbandonare il cantiere, minacciando di aprire il fuoco. La ditta era coinvolta nella costruzione di infrastrutture ferroviarie. In un altro caso, una bomba è stata fatta esplodere il 29 agosto 2018, causando danni a un imprenditore coinvolto in un progetto di tre milioni di euro relativo alla rete fognaria a Moiano. Altre estorsioni hanno coinvolto un'impresa casertana operante a Moiano. Un ulteriore ordigno è stato fatto esplodere sulla Strada Statale Appia, nella zona di Santa Maria a Vico, danneggiando un negozio ancora in fase di allestimento.

I soggetti protagonisti delle indagini sono Luigi Bisesto, 61enne di Sant’Agata de’ Goti; Francesco Buono, 31enne di Airola; Raffaele Cesare, 49enne di Dugenta; Fiore Clemente, 65enne di San Martino Valle Caudina; Rinaldo Clemente, 41enne di San Martino Valle Caudina; Alessandro Massaro, 29enne di Airola; Biagio Massaro, 30enne di Airola; Pasquale Massaro, 25enne di Airola; Francesco Pio Morzillo, 22enne di Moiano; Pietrantonio Morzillo, 46enne di Moiano; Domenico Nuzzo Piscitelli, 51enne di Santa Maria a Vico; Vittorio Saturnino, 67enne di Sant’Agata de’ Goti; Luca Truocchio, 23enne di Moiano; Umberto Vitagliano, 59enne di San Martino Valle Caudina. Gli avvocati di fiducia sono Teresa Meccariello, Ettore Marcarelli, Pierluigi Pugliese, Vittorio Fucci, Danilo Riccio e Valeria Verrusio. 

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