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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Clan Pagnozzi: i due irpini coinvolti respingono le accuse

Risposte e difese dei sospettati davanti al giudice: la versione di due degli irpini coinvolti

Due dei tre irpini precedentemente arrestati durante l'operazione condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Benevento e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli hanno scelto di rispondere alle domande del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, che li ha ascoltati su richiesta formale. Clemente Rinaldo, il figlio del presunto capo mafioso Fiore Clemente, e Umberto Vitagliano, noto anche come geometra e cognato di Fiore Clemente, entrambi assistiti dall'avvocato Valeria Verrusio, hanno presentato al Giudice Vinetti la loro versione dei fatti.

In particolare, Vitagliano ha negato categoricamente di aver mai avuto contatti con membri dell'organizzazione criminale e, in particolare, ha dichiarato di non conoscere i giovani provenienti dai comuni di Moiano, Airola e dalla Valle Caudina che sarebbero stati coinvolti nell'operazione dei Carabinieri condotta due giorni prima. Ha spiegato che i suoi contatti erano limitati a quelli familiari con il cognato Clemente Fiore e il nipote Clemente Rinaldo, sottolineando che questi incontri erano sporadici e privi di qualsiasi connessione criminale.

D'altra parte, Clemente Rinaldo ha ammesso di conoscere alcuni dei soggetti coinvolti nell'operazione, ma ha enfatizzato che i suoi rapporti con loro non avevano nulla a che fare con attività criminali. Ha inoltre negato qualsiasi coinvolgimento nel presunto clan. Ha spiegato che il suo unico legame con questi individui era dovuto al fatto che, nel periodo compreso tra il 2018 e il 2021, svolgeva un'attività come rappresentante di prodotti alimentari sul territorio.

La prossima udienza sarà dedicata all'interrogatorio di garanzia di Clemente Fiore, che è considerato una figura di spicco all'interno dell'organizzazione, e sarebbe stato un punto di riferimento per l'intero cartello criminale. Tra il 2018 e il 2021, si ritiene che abbia consolidato il controllo su vari settori dell'economia e della vita pubblica nel territorio. È probabile che anche in questo caso, la valutazione iniziale delle prove raccolte dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Montesarchio, sotto la guida dei pm antimafia Vincenzo Ranieri e Luigi Landolfi, verrà confermata o modificata solo dopo la decisione del Tribunale del Riesame. Gli avvocati degli indagati avranno la possibilità di richiedere la revoca delle misure cautelari in quella sede.

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