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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Aste OK, controesame dell'avvocato Taormina: in aula sono subito scintille

Nella giornata di oggi ha avuto luogo una nuova udienza per il processo nato dall'inchiesta "Aste ok" del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli che hanno indagato su questo nuovo filone d'illeciti che vede protagonista il Clan Partenio

Nella giornata di oggi, presso il Tribunale di Avellino, in composizione collegiale presieduta dal presidente Melone, a latere Vincenza Cozzino e Gilda Zarrella, ha avuto luogo una nuova udienza per il processo nato dall'inchiesta "Aste ok" del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli che hanno indagato su questo nuovo filone d'illeciti che vede protagonista il Clan Partenio.

Nella giornata di oggi, si è concluso il controesame dell'avvocato Alberico Villani - difensore di fiducia di Aprile Armando Pompeo - nei confronti del luogotentente del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino. Il militare, nel rispondere alle domande del penalista, ha voluto precisare che - anche senza concreti episodi di violenza - l'intervento dei Galdieri nella turbativa delle aste è stato evidente; emerso all'interno dell'attività investigativa e d'intercettazione. Il luogotenente, infatti, ha citato alcune intercettazioni del 2019 in cui Livia Forte affermava: "Nicola non va lui, manda gli altri!". 

L'avvocato Villani ha completato il controesame al luogotenente dei Carabinieri 

Altra citazione del carabiniere ha riguardato una conversazione intercorsa tra i fratelli Galdieri nel 2019. Nella stessa, si parlava di Armando Aprile, di cifre e di accordi. Nello specifico, Nicola Galdieri ha affermato che il primo accordo proposto, pari al 7%, non convinceva il più giovane dei fratelli e, a suo dire, sarebbe dovuto essere almeno del 20%. 

Il luogotenente, ancora, ha ribadito che - la presenza attiva sulle aste - riguarda Forte Livia e Aprile Armando; sono loro a essere fisicamente presenti nelle aule del tribunale e, nel corso dell'escussione, ci si è soffermati sull'analisi di diverse aste giudiziarie e, soprattutto, sulle interlocuzioni tra i soggetti da essi scaturiti. 

Successivamente, è stato il turno del controesame dell'avvocato Carlo Taormina, difensore di fiducia di Gianluca Formisano. Montella, Bagnoli Irpino, Montemarano; sono molteplici i comuni attenzionati dalle attività del Nuovo Clan Partenio. Il luogotenente, nel rispondere alle domande dell'avvocato Taormina, descrive la presenza della criminalità organizzata nel territorio dell'Alta Irpinia. Il militare ha ribadito che non ci sono intercettazioni dirette tra Formisano e gli altri principali imputati nel procedimento. Approfonditi gli accertamenti svolti in fase d'indagine e, ancora, quanto emerso dalle intercettazioni. Materiale che ha riguardato solo le aste svoltesi nel periodo d'indagine, non quello precedente a esso. 

L'avvocato Taormina ha chiesto più volte di approfondire i contatti avvenuti nel 2019 tra i Galdieri e la supertestimone del processo e, ancora, se la frase dei Galdieri registrata all'interno delle intercettazioni -  "Deve essere preso per le orecchie" - fosse indirizzata al suo assistito, Gianluca Formisano. Il militare, però, ha risposto che - a chi si riferissero i Galdieri - non è stato specificato. 

Molteplici, in questa fase, sono state le interruzioni dell'escussione. Numerose le contestazioni da parte del Pubblico Ministero, dott.ssa Anna Frasca, avanzate verso le domande che il noto penalista ha rivolto al teste in merito al coinvolgimento del suo assistito all'interno dell'attività turbativa. Nello specifico, il militare ha affermato che, dalla ricostruzione delle conversazioni con Forte Livia, emerge indirettamente il coinvolgimento di Formisano. 

Le interruzioni nel corso della testimonianza, però, non diminuiscono e - tra il presidente Melone e l'avvocato Taormina - sono scintille. "Lei è prevenuto nei miei confronti!" ha tuonato in aula il penalista rivolgendosi al giudice. "Queste domande sono inammissibili, non è questo il modo di fare un esame!", ha aggiunto il Pm Frasca che, oggi in aula, ha contestato ripetutamente i quesiti del difensore di Formisano. 

Dopo una breve pausa, l'udienza riprende con il racconto del momento dell’aggressione di Nicola Galdieri quando, quest’ultimo, afferrò la supertestimone per il bavero del cappotto, sferrandole un pugno e uno schiaffo. Questo episodio è avvenuto alla presenza di Livia Forte, Modestino Forte, Armando Aprile, Carlo Dello Russo e, infine, proprio di Gianluca Formisano, difeso dall'avvocato Taormina. Successivamente, il luogotenente ha ribadito di non sapere se la donna, dopo quell'episodio, avesse partecipato ad altre aste: "Non mi risulta". 

Il militare, ancora, è tornato nuovamente sul video che, il 16 gennaio del 2020, viene consegnato ai carabinieri nel corso di un interrogatorio: “Ci viene consegnato un DVD con sopra una videoregistrazione. Questa videoregistrazione, avvenuta nell’ufficio di Formisano, ritrae Barone Antonio e Manzo Aniello e si vede che Barone Antonio dà dei soldi a Manzo Aniello”.

La prossima udienza, adesso, è attesa per il 14 giugno 2023.

Aste Ok e il coinvolgimento del Nuovo Clan Partenio

L’indagine, convenzionalmente denominata “ASTE OK”, ha consentito di disarticolare un’organizzazione malavitosa composta da membri di spicco del c.d. “Nuovo Clan Partenio” (egemone nel capoluogo irpino, oggetto dell’operazione “PARTENIO 2.0”, condotta il 14 ottobre del 2019), nonché da imprenditori e professionisti. Dalle risultanze investigative è infatti emerso un contesto di espansione degli interessi criminali del gruppo camorristico ai redditizi settori delle aste e delle acquisizioni immobiliari, unito a un sempre forte e corrispondente interesse a influenzare la vita politica e amministrativa della città di Avellino, allo scopo di accedere alla “cabina di regia” delle scelte operate dalla Pubblica amministrazione, per esempio, per l’appunto, in materia urbanistica ed edilizia. In particolare, anche attraverso le elaborate investigazioni economico-finanziarie sviluppate per seguire i trasferimenti d'immobili ceduti all’asta e gli anomali flussi di regolamento, l’indagine ha consentito di acclarare forti legami tra alcuni sodali del clan camorristico, i titolari di alcune società d'intermediazione immobiliare e professionisti nel settore i quali, avvalendosi dell’intimidazione derivante dal vincolo associativo, inibivano a proprietari esecutati la partecipazione alle aste giudiziarie aventi per oggetto propri beni, in questo modo appropriandosene al fine di chiedere ai medesimi ex-proprietari una quota di denaro maggiorata qualora avessero voluto rientrarne in possesso.

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