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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Aste OK, completato l'esame del Pm Woodcock al luogotenente dei carabinieri

Nella giornata di oggi ha avuto luogo una nuova udienza per il processo nato dall'inchiesta "Aste ok" del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli che hanno indagato su questo nuovo filone d'illeciti che vede protagonista il Clan Partenio

Nella giornata di oggi, presso il Tribunale di Avellino, in composizione collegiale presieduta dal presidente Melone, a latere Vincenza Cozzino e Gilda Zarrella, ha avuto luogo una nuova udienza per il processo nato dall'inchiesta "Aste ok" del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli che hanno indagato su questo nuovo filone d'illeciti che vede protagonista il Clan Partenio. Terminato l'esame del luogotentente del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino, che - rispondendo alle ultime domande del pubblico ministero John Woodcock - ha proseguito nell'illustrare il contenuto di diverse procedure investigative. Numerose le attività elencate dal militare: dalle numerosissime intercettazioni all'acquisizione di sommarie informazioni testimoniali, così come il controlli del territorio.

Il luogotenente ha rappresentato al Tribunale la verifica degli accertamenti effettuati dall'Arma e da cui emerge che le tre quote del 33% andavano suddivise: 33% Aprile Armando; 33% Forte Livia e 33% Barone e Formisano. Poi, dalla quota di Forte Livia e Aprile Armando, andava corrisposto il 10% a Forte Modestino e, in più, c’era la percentuale da dare al gruppo Galdieri. Il luogotenente, in questo caso, fa riferimento a una intercettazione in cui Aprile Armando Pompeo dice: “Allora, noi siamo rimasti con Nicola che - quando ce li manda lui - prende il 33%; quando, invece, siamo noi sono il 20%”. 

Successivamente, il teste ha presentato in aula lo screenshoot di una chat con protagonista Aprile Armando Pompeo per cui era stato fatto un accertamento tecnico da parte dell'Arma e dove, di fatto, venivano confermate anche altre informazioni apprese all'interno di intercettazioni. Il Pm, infine, ha chiesto al luogotenente numerosi chiarimenti relativamente a intercettazioni avvenute nel 2019 e, nello specifico, il militare si è soffermato soprattutto sulle posizioni di Armando Aprile e Formisano Gianluca. 

In seguito, poi, è iniziato il controesame dell'avvocato Alberico Villani, difensore di Aprile Armando Pompeo, che ha chiesto ulteriori chiarimenti al luogotenente in merito alla spartizione delle quote e, in particolare, in quale intercettazione venisse specificato che, dalla quota di Forte Livia e Aprile Armando, andava corrisposto il 10% a Forte Modestino. Il carabiniere, ancora una volta, ha risposto che questo accordo è emerso da una intercettazione del 2019, all'interno della Smart in uso ad Aprile Armando. L'avvocato Villani, ancora, ha incalzato il teste per comprendere se, dal lavoro d'indagine, emersero contatti tra Aprile Armando e gli altri principali imputati. Il carabiniere ha risposto che sono emersi contatti indiretti. 

La prossima udienza, adesso, è attesa per il 9 giugno 2023. 

Aste Ok e il coinvolgimento del Nuovo Clan Partenio

L’indagine, convenzionalmente denominata “ASTE OK”, ha consentito di disarticolare un’organizzazione malavitosa composta da membri di spicco del c.d. “Nuovo Clan Partenio” (egemone nel capoluogo irpino, oggetto dell’operazione “PARTENIO 2.0”, condotta il 14 ottobre del 2019), nonché da imprenditori e professionisti. Dalle risultanze investigative è infatti emerso un contesto di espansione degli interessi criminali del gruppo camorristico ai redditizi settori delle aste e delle acquisizioni immobiliari, unito a un sempre forte e corrispondente interesse a influenzare la vita politica e amministrativa della città di Avellino, allo scopo di accedere alla “cabina di regia” delle scelte operate dalla Pubblica amministrazione, per esempio, per l’appunto, in materia urbanistica ed edilizia. In particolare, anche attraverso le elaborate investigazioni economico-finanziarie sviluppate per seguire i trasferimenti d'immobili ceduti all’asta e gli anomali flussi di regolamento, l’indagine ha consentito di acclarare forti legami tra alcuni sodali del clan camorristico, i titolari di alcune società d'intermediazione immobiliare e professionisti nel settore i quali, avvalendosi dell’intimidazione derivante dal vincolo associativo, inibivano a proprietari esecutati la partecipazione alle aste giudiziarie aventi per oggetto propri beni, in questo modo appropriandosene al fine di chiedere ai medesimi ex-proprietari una quota di denaro maggiorata qualora avessero voluto rientrarne in possesso.

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