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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Aste OK, custodi giudiziari in aula: "Alcuni sopralluoghi saltarono, dissero di non essere tranquilli"

Nella giornata di oggi ha avuto luogo una nuova udienza per il processo nato dall'inchiesta "Aste ok" del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli che hanno indagato su questo nuovo filone d'illeciti che vede protagonista il Clan Partenio

Nella giornata di oggi, presso il Tribunale di Avellino, in composizione collegiale presieduta dal presidente Dott. Roberto Melone, a latere Gilda Zarrella e Vincenza Cozzino, è ripreso il processo nato dall'inchiesta "Aste ok" del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli che hanno indagato su questo nuovo filone d'illeciti che vede protagonista il Clan Partenio.  Nella giornata di oggi sono stati ascoltati i testimoni voluti dall'avvocato Alberico Villani, difensore di fiducia di Armando Aprile. La prima testimonianza è stata quella del fratello di Armando Aprile. Il testimone ha affermato di essere a conoscenza della vicenda giudiziaria che coinvolge suo fratello, l'imputato. Durante il suo interrogatorio, ha descritto il suo rapporto con altri imputati coinvolti nel processo, così come con altre figure chiave dell'indagine, confermando o smentendo alcune informazioni.

Successivamente, è stato ascoltato un custode giudiziario delegato alla vendita. Quest'ultimo ha fornito dettagli sulla sua partecipazione ad alcune aste giudiziarie oggetto dell'indagine. In particolare, in qualità di delegato, ha gestito la documentazione necessaria per consentire al suo assistito di partecipare all'asta Di Cecilia. Durante questa occasione, la signora Di Cecilia, il cui immobile era oggetto di esecuzione, gli ha chiesto di non partecipare all'asta lamentando gravi problemi di salute del figlio. Il testimone ha dichiarato che, in questo specifico caso, Armando Aprile non ha interagito con i partecipanti all'asta.

Anche il successivo testimone è stato un custode giudiziario, il quale ha gestito l'asta Cafasso. Anche questa testimonianza ha confermato che, in questa particolare circostanza, non ci sono state interazioni da parte di Armando Aprile e che il testimone stesso non era assolutamente a conoscenza di eventuali illeciti. Il testimone ha inoltre dichiarato di aver visto Livia Forte nell'aula delle esecuzioni immobiliari in più occasioni, così come ha confermato di aver notato la presenza di Armando Aprile, sempre in relazione alle esecuzioni immobiliari.

Il terzo custode giudiziario chiamato a testimoniare si è occupato dell'asta relativa alla proprietà di Perillo. Durante il suo interrogatorio, la testimone ha dichiarato che questa asta in particolare è stata vinta da individui che non avevano mai partecipato a un sopralluogo preliminare. La proprietà in questione era una villetta a due piani. Alcune persone che avevano fissato un appuntamento per il sopralluogo non si sono mai presentate, limitandosi a dichiarare che non si sentivano tranquille ma senza fornire ulteriori dettagli. L'asta si è quindi svolta con la partecipazione di individui completamente estranei. A causa di questa situazione, il custode giudiziario ha sollevato un'obiezione riguardo alla presenza di questi estranei durante il sopralluogo. Inoltre, ha sottolineato di non avere alcuna informazione su Armando Aprile che avesse cercato di entrare in contatto con qualcuno nell'ambito della procedura relativa a Perillo. In passate occasioni, invece, il custode giudiziario aveva notato la presenza di Livia Forte e Armando Aprile in altre aste giudiziarie, affermando che, in almeno due su tre di queste aste, entrambi erano presenti.

La disponibilità economica di Armando Aprile ai raggi X

Il successivo teste svolse un lavoro di consulenza per la locazione di immobili su commissione di Armando Aprile; in aggiunta, aveva l'incarico di gestire la contabilità dell'imputato in qualità di commercialista. A partire dal 2012, anno in cui aveva acquisito il primo immobile, aveva potuto monitorare le somme disponibili, compresi i dati riportati nelle dichiarazioni dei redditi e i flussi finanziari all'interno della società. Già nel 2012, l'acquisto era stato reso possibile grazie al sostegno finanziario dei soci, in particolare Aprile Gianluca e Mariagrazia Tomasi. Gianluca Aprile, figlio di Armando, aveva versato un contributo di 60mila euro, seguito successivamente da Mariagrazia Tomasi con un versamento di 100mila euro. Questi finanziamenti avevano consentito la nascita della startup e i versamenti continuarono nel tempo.

Si era proceduto a una verifica delle disponibilità finanziarie di Gianluca Aprile, riscontrando che i suoi redditi generati tra il 2010 e il 2016 erano più che sufficienti per sostenere l'attività. In effetti, durante questo periodo, Armando Aprile aveva avuto a disposizione redditi per un ammontare approssimativo di 900mila euro, il che gli aveva permesso di sostenere e sviluppare con successo l'attività in questione. Il teste, in conclusione, ha affermato di non conoscere Livia Forte e di non avere avuto nessun tipo di rapporto con la "Regina delle aste". Sul fatto se conoscesse o meno i "Tre Tre", ha concluso dicendo di non essere in grado di rispondere. 

Con la sesta testimonianza del giorno, è stato escusso un altro custode giudiziario, il quale ha fornito dettagli su un'asta giudiziaria oggetto dell'indagine. Armando Aprile aveva inviato una richiesta via email per visitare l'immobile e, quando questa richiesta fu accolta nel 2018, c'erano anche altre persone interessate alla stessa proprietà. Alla fine, Aprile, dopo aver ispezionato l'immobile, aveva deciso di non manifestare ulteriore interesse e se ne era andato. Il testimone ha precisato che aveva conosciuto Armando Aprile proprio durante questa asta. Durante questa procedura, l'esecutato e occupante dell'immobile aveva consegnato una busta vuota che aveva portato all'annullamento dell'offerta. In altre due occasioni aveva effettuato l'acconto senza riuscire a vincere l'asta. Tuttavia, al quarto tentativo, era riuscito a rientrare in possesso dell'immobile. 

In risposta alle domande dell'avvocato Gaetano Aufiero, il testimone - citato dal difensore di fiducia di Pagano Beniamino al pari dell'Avvocato Alberico Villani - ha dichiarato di conoscere Pagano Beniamino. Inoltre, ha fornito chiarimenti relativi a un'altra asta di cui era stato il custode giudiziario. Durante tale asta, ha spiegato i dettagli riguardanti l'esecuzione di un locale deposito e di un appartamento diviso in due parti, che costituivano un unico lotto indivisibile. Il custode giudiziario ha riferito di aver ispezionato il bene insieme ad Armando Aprile. Nonostante l'atteggiamento di Pagano Beniamino fosse sempre stato cordiale, il testimone ha sottolineato che non c'erano elementi che potessero far intendere che Pagano e Aprile si conoscessero precedentemente. In conclusione, il testimone ha dichiarato di aver avvistato Armando Aprile e Livia Forte anche in Tribunale durante il corso delle esecuzioni immobiliari. Inoltre, ha aggiunto di aver visto Livia Forte presso il ristorante "It's OK", in qualità di cliente. La settima testimonianza è stata breve, durante la quale sono stati descritti alcuni momenti vissuti dagli imputati ma nulla di particolarmente significativo. 

L'ottava testimonianza riguarda, ancora, un custode giudiziario che ha descritto il procedimento di alcune aste giudiziarie, in particolare quelle riguardanti Romano Ermelindo. Durante uno di questi procedimenti, è emersa una questione legale. Alcuni macchinari, che non facevano parte del processo di esecuzione, erano ancorati al suolo. Durante le operazioni di rilascio, il custode giudiziario ha rilevato e segnalato al giudice delle manomissioni all'interno dell'immobile. Tuttavia, è emerso che tali manomissioni erano state effettuate dall'esecutato stesso, che aveva bisogno dei macchinari presenti nell'immobile oggetto dell'asta. Successivamente, il teste ha dichiarato che sette lotti sono stati aggiudicati dalla madre di Romano Ermelindo. Rispondendo alle domande del PM, il teste ha affermato di aver ricevuto la richiesta di visionare un immobile da parte di Armando Aprile, ma di non ricordarlo con certezza. Il teste ha dichiarato, infine, di aver visto Livia Forte e Armando Aprile in Tribunale. 

La penultima testimonianza ha partecipato ad aste giudiziarie come avvocato per conto di clienti. Quest'ultimo ha dichiarato di aver partecipato a 7/8 aste giudiziarie e, nel corso delle stesse, di non essere mai stato avvicinato da persone che, in qualche modo, lo hanno ostacolato. Sebbene, in diverse occasioni, abbia concorso ad aste che hanno visto la partecipazione anche di Armando Aprile, i rapporti tra di loro erano buoni. Anche Livia Forte è stata vista in diverse occasioni nel corso delle aste giudiziarie e, in alcune di queste, come “competitor”.

L'ultimo testimone è stato l'avvocato Gaetano Manzi, che fu difensore proprio di Armando Aprile. Ha raccontato di alcune minacce ricevute dal suo assistito da parte di Alberto Lettieri nel corso di un sopralluogo presso un immobile finito all'asta. L’avvocato ha descritto che, nel corso di un'asta del 2019, questo episodio ha riguardato l'imputato, che aveva partecipato all'esecuzione immobiliare in qualità di consulente dell'aggiudicatario "Arca di Noè" e, per Aprile, queste minacce erano riconducibili proprio all'ambiente delle aste giudiziarie. 

La prossima udienza è attesa per il 6 ottobre 2023.

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