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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Aste OK, tensione in aula tra il presidente e Taormina: "Il Tribunale ci prende in giro, sentenza di condanna già in tasca!"

Nella giornata di oggi ha avuto luogo una nuova udienza per il processo nato dall'inchiesta "Aste ok" del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli che hanno indagato su questo nuovo filone d'illeciti che vede protagonista il Clan Partenio

Nella giornata di oggi ha avuto luogo una nuova udienza per il processo nato dall'inchiesta "Aste ok" del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli che hanno indagato su questo nuovo filone d'illeciti che vede protagonista il Clan Partenio. “Ore e ore di controesame del principale investigatore  nel  processo per la gestione criminale delle aste giudiziarie da parte della prevalente organizzazione camorristica del territorio avellinese”, afferma l’avvocato Carlo Taormina. “Tribunale ostile e prevenuto con la sentenza di condanna già in tasca per tutti gli imputati. Noi avvocati abbiamo capito di essere presi sistematicamente in giro e che la sorte del processo ce la giocheremo in secondo grado dove avremo la fortuna di confrontarci con una corte d’appello, quella di Napoli, tra le più prestigiose d’Italia a fronte di una magistratura avellinese che vuole solo schiacciare i cittadini ignorando la presunzione di innocenza e quindi strozzando l’acquisizione delle prove da parte delle difese degli imputati, favorendo in maniera inaccettabile quella dei pubblici ministeri. A dispetto dell’ostruzionismo sistematico del tribunale, l’impianto accusatorio che da tre anni costringe alla galera anche l’imprenditore avellinese l’ingegnere Gianluca Formisano, vittima di una folle, prevenuta e persecutoria attività investigativa, è integralmente crollato. Già in precedenza, l’istruttoria dibattimentale, snodatasi nelle testimonianze delle presunte vittime del sistema, aveva fatto emergere l’autentico abbaglio, del quale sarà da dimostrare l’accidentalità o meno, inspiegabilmente coltivato dalla direzione distrettuale di Napoli, che ha portato sul banco degli imputati e in carcere l’ingegnere Gianluca Formisano. Il principale investigatore dell’Arma dei Carabinieri, la cui posizione è sub iudice per gravi irregolarità di cui si deve stabilire la matrice, sulla base di tutte le prove raccolte e sostanzialmente a conclusione dell’istruttoria, ha dovuto capitolare riconoscendo che l’ingegnere Formisano non ha partecipato ad alcuna asta enon ha mai spartito un euro con nessuno. Invece, è stato vittima designata di tentata estorsione che mai è stata consumata perché, come detto, non ha mai partecipato ad aste. Naturalmente, il sistema che si autoprotegge ,ancora oggi si è esibito perché, per i 20 anni di ruberie e turbative consumate dentro al tribunale di Avellino, si è propinata la tesi della esclusione di ogni coinvolgimento del personale giudiziario, giudici cancellieri e uscieri, nelle illiceità penali con le radici nei pavimenti del tribunale. Siamo garantisti, non accusiamo intempestivamente nessuno, ci stiamo muovendo per conoscere la verità vera, ma pretendiamo l’assoluzione dell’ingegnere Formisano, il risarcimento dei colossali danni provocati alla sua importante attività imprenditoriale e la galera per chi ha provocato questa colossale ingiustizia. Cerco personalmente vendetta che come sempre andrà servita col piatto freddo. Devo esprimere come non mai la mia professionale e morale indignazione per la serie di soprusi consumati e fatti consumare da acritici protagonisti del processo dal momento dell'arresto degli imputati. La sequenza delle cose inaccettabili è impressionante. Da pubblici ministeri inquisitori sopra le righe, a giudici delle indagini preliminari davvero appiattiti sulla procura distrettuale di Napoli, a un tribunale che spicca per la evidente propensione per l’accusa. Peggio di così non poteva andare, ma vinceremo”, conclude.

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