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Tabulati telefonici, cosa cambia nelle indagini: la spiegazione dell’avvocato Lombardi

L'acquisizione dei tabulati telefonici di una persona sottoposta a indagine potrà avvenire solo previa autorizzazione di un giudice su richiesta della procura

L’avvocato Lombardi di Montemiletto ha seguito, proprio da Roma, le novità emerse dall’ultimo CDM in materia giuridica.

L'acquisizione dei tabulati telefonici di una persona sottoposta a indagine potrà avvenire solo previa autorizzazione di un giudice su richiesta della procura (o di una delle parti) e non potrà più essere direttamente disposta dal pm come avvenuto fino ad ora.

Lo ha stabilito il governo, approvando in consiglio dei ministri un decreto legge proposto dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia dopo la sentenza della Corte di giustizia Ue che il 2 marzo scorso ha sancito il principio che anche queste attività di acquisizione dati siano soggette al controllo di un'autorità giurisdizionale.

Al comma 3-bis il decreto tuttavia stabilisce che "quando ricorrono ragioni d'urgenza" il pubblico ministero può ancora disporre l'acquisizione dei dati con un decreto motivato, che deve essere immediatamente comunicato al giudice. Il giudice poi dovrà decidere nelle successive 48 ore se convalidare o no l'acquisizione.

Inoltre per alcuni reati – quelli puniti con meno di 3 anni di carcere – chiedere i tabulati telefonici degli indagati sarà addirittura vietato. Il decreto, infatti, include nelle nuove norme tutti i delitti puniti con l’ergastolo e con la reclusione non inferiore nel massimo a tre anni, oltre ai casi gravi di minaccia, molestia o disturbo alle persone con il mezzo del telefono.

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