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Morti sul lavoro, i sindacati lanciano l'allarme: "Non chiamiamoli più incidenti, ma omicidi"

I segretari confederali irpini di CGIL, CISL e UIL hanno incontrato il Prefetto Paola Spena, il Direttore Generale dell'ASL Mario Nicola Ferrante e il direttore dell'ITL Francesco Damiani per un confronto sui protocolli di sicurezza e legalità

Presso il Circolo della Stampa di Avellino, i segretari confederali irpini, Franco Fiordellisi (CGIL), Fernando Vecchione (CISL) e Luigi Simeone (UIL) hanno svolto l'assemblea dei delegati RLS ed RLST della provincia sui temi della salute, sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro.

A seguire, gli esponenti dei sindacati hanno incontrato il prefetto di Avellino Paola Spena, il direttore generale dell'ASL di Avellino Mario Nicola Ferrante e il direttore dell'ITL Francesco Damiani per un confronto sui protocolli di sicurezza e legalità.

Sicurezza sul lavoro, i sindacati incontrano Prefetto, ASL e ITL

I sindacati: "Dati preoccupanti non solo in Irpinia, ma anche in Italia"

"Da sempre stiamo portando avanti iniziative di questo tipo" dichiara Franco Fiordellisi, segretario generale della GGIL di Avellino. "Quella odierna è particolarmente importante in quanto, unitariamente, già siamo scesi in piazza per la sicurezza sul lavoro e per le morti causate dall'amianto. Nella giornata di sabato, saremo in piazza non solo a Roma, ma in tutte le città, nel tentativo di riorganizzare il dibattito su un tema delicatissimo. È un dramma che non può essere sottaciuto e andiamo avanti con forza per creare un senso di cultura, prevenzione e preparazione adeguata, già a partire dalle scuole. In Irpinia abbiamo avuto, ad agosto, poco meno di 1.200 denunce di infortuni; oltre il 40% in più rispetto al dato ottenuto ad agosto 2021. Inoltre, si sono verificate 5 morti. Significa che, con la fine della pandemia e con una serie di attività importanti che sono state riprese a livello produttivo, rischiamo di nuovo di sottovalutare il valore della vita e della prevenzione nei luoghi di lavoro. È inaccettabile. Abbiamo preparato un protocollo, per il quale aspettiamo soltanto la firma della Regione Campania, all'interno del quale viene chiesto di mettere su una task force e una sorta di vademecum in merito alle denunce sia sull'illegalità diffusa, sia sulle criticità già riscontrate nei vari settori quali edilizia, artigianato, concia, logistica, commercio e al coordinamento delle azioni di verifica. Un terzo delle denunce fatte all'Ispettorato sono inevase: siamo come il cane che si morde la coda perché, da un lato, vi è una spesa pubblica che non si riesce ad aumentare, dall'altro la mancanza di personale nei luoghi di lavoro".

"I dati sono preoccupanti non solo in Irpinia, ma in tutta Italia" sottolinea Fernando Vecchione, segretario generale della CISL IrpiniaSannio. "Ad oggi, abbiamo più di 400mila denunce di infortuni registrati: un dato sconfortante se si considerano anche tutte quelle denunce, riguardanti lavoro in nero, che non vengono registrate. I settori che ci preoccupano di più sono quelli dell'edilizia e dell'agricoltura, laddove si registrano più morti bianche".

"Abbiamo iniziato già un anno e mezzo fa con la campagna di sensibilizzazione a questo tema" ribadisce Luigi Simeone, segretario generale della UIL Avellino-Benevento. "Vogliamo fermare questa strage: non li chiamiamo nemmeno più incidenti, sono omicidi sul lavoro. C'è bisogno, altresì, di un'autority nazionale che ponga un'attenzione precisa su questo problema: migliaia di morti bianche non sono da Paese civile. L'opera di rigenerazione urbana ed extraurbana non può significare morti sul lavoro. Le aziende, inoltre, devono capire che la sicurezza non è un costo, ma è una virtù che va perseguita. I contratti che vanno fuori da questa logica non penalizzano noi, ma le aziende stesse. La situazione è peggiorata: 1.200 morti bianche, dall'inizio dell'anno a oggi, fanno tremare i polsi e sono un numero destinato ad aumentare. Avevamo già allertato chi di competenza sul fatto che, dopo la pandemia e il fermo delle attività, la guardia sulla sicurezza nei luoghi di lavoro si sarebbe abbassata: non ci fa piacere aver avuto ragione. Le aziende responsabili vanno escluse da qualunque gara sull'utilizzo di fondi pubblici o europei".

Ferrante: "La prevenzione non è un onere, ma va vista come un approccio culturale"

"Fare investimenti sulla prevenzione e sui luoghi di lavoro è la prima cosa che qualunque azienda e qualsiasi datore deve tenere a cuore" afferma il dott. Mario Nicola Ferrante, direttore generale dell'ASL di Avellino. "Se noi teniamo a cuore la salute dei nostri lavoratori, ci daranno, probabilmente, anche molto di più. La prevenzione non deve essere un onere che va rispettato soltanto perché lo stabilisce la legge, bensì un approccio culturale tale da tutelare e sensibilizzare i lavoratori stessi, nonché utile per investire su di loro. Da questo punto di vista, l'ASL svolge una funzione di ricognizione e controllo: naturalmente, si tratta di un approccio che, auspichiamo, sia sempre di tipo prescrittivo-preventivo, e non poliziesco, affinché tutti i problemi possano essere risolti".

Spena: "A breve la costituzione di un Osservatorio Provinciale"

"Il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro è sottoposto all'attenzione di tutte le istituzioni ed è non solo un valore per la società, ma anche per i lavoratori e per le imprese" conclude la dott.ssa Paola Spena, Prefetto di Avellino. "Tale sicurezza vede uno scenario normativo molto articolato e un'attività di vigilanza e prevenzione che si muove su due gambe: informazione e formazione. È necessario, pertanto, coinvolgere più soggetti e diversi attori, sensibilizzando a tutti i livelli. Una delle intese più importanti, che è in work in progress, vede la costituzione di un Osservatorio Provinciale: tutti gli attori coinvolti forniranno a tale Osservatorio, in un periodo compreso tra i 4 e i 6 mesi, dati, indicazioni, pratiche e attività messe in campo. Inoltre, vi sarà un gruppo tecnico più ristretto, deputato a raccogliere le buone pratiche e a spingere tutti gli enti a fare attività di informazione e formazione. Non possiamo pensare di affidare tutto solo alla vigilanza, ogni livello deve assumersi le proprie responsabilità".

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