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Le sei regioni a rischio zona arancione da venerdì: la situazione della Campania

Ecco i territori che potrebbero cambiare colore con l'ordinanza del ministro della Salute Speranza dopo il report dell'Iss

Ci sono sei regioni italiane che rischiano la zona arancione da venerdì 19 febbraio, ovvero dopo il report 40 dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute mentre il governo Draghi ragiona attorno all'ipotesi di un lockdown totale. Le regioni, scrive oggi il Corriere della Sera, sono Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna,  Friuli-Venezia Giulia, Marche e Piemonte. 

Le sei regioni a rischio zona arancione da venerdì 19 febbraio

A confermare il rischio zona arancione per l'Emilia-Romagna è stato lo stesso presidente della Regione Stefano Bonaccini ieri durante un intervento su La7: "Alcune regioni sono già diventate zona arancione - sottolinea Bonaccini - potrebbe succedere che anche l'Emilia-Romagna lo diventi tra qualche giorno, non perché la situazione sia drammatica ma perché p peggiorata rispetto a qualche settimana fa". Ad oggi, infatti, "siamo appena sopra l'1 come Rt", ha confermato il governatore, che si è detto  "preoccupato per il fatto che i contagi sono cresciuti". Nei primi giorni di questa settimana, però, il dato "è in calo- segnala Bonaccini- oggi per esempio i casi in Emilia-Romagna sono meno di mille. Ma magari domani risaliranno, è difficile fare i conti giorno per giorno". Il presidente conferma dunque di essere "preoccupato", anche perché "per un paio di mesi si dovrà reggere ancora. Ma sono ottimista per il futuro, perché l'arrivo dell'estate porterà un vaccino naturale che è la bella stagione".

Secondo il Corriere c'è anche il rischio che alcune finiscano classificate in rosso.

Attualmente, in base all'ordinanza del ministro della salute Roberto Speranza che risale al 13 febbraio 2021, sono attualmente ricomprese:

  • in zona gialla: Calabria, Campania, Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Valle d’Aosta, Veneto; 
  • in zona arancione: Abruzzo, Liguria, Toscana, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Sicilia, Umbria.
  • in zona rossa: nessuna Regione. 

Intanto il 5 marzo scade il Dpcm attualmente in vigore e il governo Draghi dovrà prendere le prime decisioni sulle restrizioni da attuare e su quale strumento legislativo utilizzare per farlo. Potrebbe essere utilizzato il decreto legge invece del Dpcm lasciando poi il potere di ordinanza alla Protezione Civile o ai ministri. In ogni caso appare difficile, se l’andamento della curva epidemiologica continuerà a essere in salita, che possano scattare le aperture di palestre e piscine, cinema e teatri, e che si possa consentire ai cittadini di andare al ristorante anche la sera.

Il bollettino di ieri

Ieri il bollettino della Protezione civile dava oltre 10mila contagi con un tasso di positività stabile al 3,8%. Anche se i morti hanno ripreso a salire, passando da 258 a 338. Mentre i ricoveri calano ancora ma di poco. Intanto, scrive l'agenzia di stampa Ansa, la strategia sarà quella di Individuare 'chirurgicamente' le zone di maggiore contagio per applicare mini-zone rosse, arginando i focolai generati dalle varianti del virus. Senza escludere, secondo fonti di governo, nel caso di vere emergenze anche un lockdown.

Il bollettino della Campania

Dopo il balzo in avanti di lunedì, torna all'8% il tasso di incidenza dei positivi in Campania.

Secondo i dati dell'Unità di crisi della Regione Campania, nelle ultime 24 ore sono 1.135 (di cui 136 casi identificati da test antigenici rapidi) i casi positivi su 14.156 tamponi esaminati (di cui 3.164 antigenici).

 Diciassette le persone decedute - 12 nelle ultime 48 ore e 5 in precedenza ma registrati lunedì - 1.194 le persone guarite.

    Cala anche se di pochissimo l'occupazione dei posti letto in terapia intensiva (oggi 106 e ieri 107), mentre aumenta quella dei posti di degenza (oggi 1.284 e ieri 1.281). 

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