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Domenica, 28 Aprile 2024
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Sciopero ed emergenza ambientale, scoppia la protesta dei lavoratori ASIDEP: "Retrocessione un atto illegittimo"

La situazione dei lavoratori dell'ASIDEP (Azienda Servizi Depurativi) è diventata sempre più tesa a seguito della lettera di retrocessione del ramo d'azienda da parte dei curatori fallimentari del CGS (Consorzio di Gestione del Servizio) e dei liquidatori ASIDEP

La situazione dei lavoratori dell'ASIDEP (Azienda Servizi Depurativi) è diventata sempre più tesa a seguito della lettera di retrocessione del ramo d'azienda da parte dei curatori fallimentari del CGS (Consorzio di Gestione del Servizio) e dei liquidatori ASIDEP. In questa lettera, i lavoratori sono stati informati del loro licenziamento, e questo ha scatenato una serie di reazioni da parte del personale, che si sente tradito e abbandonato dopo anni di servizio dedicato all'azienda.

"Siamo molto critici riguardo al fatto che Asidep e curatori fallimentari abbiano deciso di retrocedere i lavoratori e gli impianti al CGS", afferma ai microfoni di Avellino Today il segretario della Fiom Cgil, Giuseppe Morsa. "Secondo noi, si tratta di un atto illegittimo, che contesteremo dal punto di vista giuridico. Dopodiché ci aspettiamo un approccio diverso, ovvero ci aspettiamo che venga presentata una proposta concreta che mantenga pubblica la depurazione e i livelli occupazionali. Queste sono le condizioni che ci attendiamo, e dobbiamo sederci intorno a un tavolo per trovare questa soluzione. Nel frattempo, da domani, bloccheremo la depurazione poiché non ci sono più le condizioni per lavorare, considerato che nemmeno i salari promessi sono stati corrisposti", conclude.

La situazione è stata aggravata dal fatto che la società non ha rispettato gli impegni precedentemente assunti, compreso l'ultimo accordo che prevedeva il pagamento degli arretrati entro martedì 24 ottobre. Questa mancanza di adempimento da parte dell'azienda ha portato i lavoratori a prendere una decisione drastica.

La protesta comincia domani, 27 ottobre 

I lavoratori ASIDEP hanno annunciato che, a partire dal 27 ottobre, saranno impossibilitati a recarsi sui luoghi di lavoro. Questa protesta è un segnale forte di insoddisfazione e dissenso da parte dei dipendenti, che si sentono traditi e abbandonati dalla direzione aziendale. Ma le conseguenze di questa azione vanno oltre la protesta stessa.

Gli impianti di depurazione delle acque gestiti dall'ASIDEP svolgono un ruolo cruciale nel trattamento dei reflui e nella fornitura di acqua potabile alla comunità. La capacità di trattamento dei reflui in questi impianti va dalle 24 alle 48 ore. Pertanto, con il personale in sciopero e impossibilitato a monitorare il processo, gli impianti saranno costretti a mettere in accumulo i rifiuti, con il rischio di causare un'effettiva emergenza ambientale.

Inoltre, la distribuzione delle acque potabili potrebbe subire un serio colpo. I controlli chimico-fisici e batteriologici necessari per garantire la qualità dell'acqua potabile non saranno effettuati come di consueto. Questo potrebbe mettere a rischio la salute dei cittadini e creare ulteriori problemi nel già complesso scenario dell'azienda.

I lavoratori ASIDEP hanno dichiarato di essere in uno stato di agitazione permanente e hanno proclamato lo sciopero a oltranza. La loro richiesta principale è l'individuazione di percorsi alternativi che evitino il licenziamento e l'erogazione delle retribuzioni arretrate. Si tratta di richieste legittime da parte dei lavoratori, che cercano di tutelare i propri diritti e il loro futuro lavorativo.

La situazione attuale mette in luce la necessità di trovare una soluzione che tenga conto sia delle esigenze dei lavoratori ASIDEP che dell'importanza dei servizi di depurazione delle acque per la comunità. Le autorità competenti e le parti coinvolte dovrebbero sedersi al tavolo delle trattative per cercare una via d'uscita che eviti danni all'ambiente e garantisca i diritti dei dipendenti.

In sintesi, la protesta dei lavoratori ASIDEP non è solo una questione interna all'azienda, ma ha il potenziale per causare una reale emergenza ambientale e mettere a rischio la salute pubblica. È urgente trovare una soluzione che rispetti i diritti dei lavoratori e assicuri la continuità dei servizi essenziali.

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