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Precari SSR Campania, il Nursind proclama lo stato di agitazione

La nota del segretario regionale Antonio Eliseo

Il NurSind Campania, in merito alla situazione drammatica vissuta dai precari del nostro SSR a cui tra pochi mesi scadranno i contratti di lavoro, annuncia una mobilitazione regionale con la proclamazione di uno stato di agitazione che riguarderà tutte le provincie della Campania. Dall’approvazione, a fine dicembre 2020 da parte della Giunta Regionale, del DEFCR 2021/2023 che prevedeva il rinnova a 36 mesi dei contratti dei precari del SSR e l’allineamento dei contratti già in essere della medesima durata previa l’adozione di un atto di indirizzo del Dipartimento della Salute Regionale, a distanza di 5 mesi ci ritroviamo ad essere presi in giro dalla burocrazia di Palazzo Santa Lucia con la complicità palese della Politica di maggioranza. Grazie ai lavoratori precari assunti durante l’emergenza pandemica, a cui si vanno ad aggiungere i migliaia di precari storici sfruttati per anni dalle Aziende con contratti di somministrazione e tramite Cooperative, si è evitato il collasso del nostro SSR. Allo stato attuale, con la fine dello Stato d’Emergenza Nazionale che terminerà il 31 luglio, c’è il rischio che le Aziende diano a questi lavoratori il benservito. La Campania è una delle poche Regioni d’Italia che sta adottando questa strategia autodistruttiva nei confronti del personale sanitario con contratti in scadenza. Le Aziende, intanto, stanno bandendo concorsi pubblici che forse vedranno l’orizzonte di una graduatoria definitiva a fine Pandemia. Nel frattempo già alcuni infermieri precari si stanno dimettendo dalle nostre Aziende poiché vincitori di avvisi pubblici a 36 mesi o di concorsi a tempo indeterminato in altre Regioni del nostro territorio nazionale. Da mesi il NurSind Campania, sulla questioni precari, ha inviato lettere e interpelli alle varie istituzioni regionali senza mai ricevere alcuna risposta. Considerato lo scenario attuale e il rischio di compromissione dei LEA, vista l’indifferenza e insensibilità della classe politica di maggioranza, non ci resta che la mobilitazione regionale a tutela dei circa cinquemila infermieri precari a cui questa Regione sta voltando le spalle.

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