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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Cosa farà il governo Draghi con il nuovo Dpcm, gli spostamenti tra regioni e le zone rosse, arancioni e gialle

Il 15 febbraio arriva una delle scadenze dell'ultimo Dpcm di Conte, il 5 marzo invece decadrà il grosso dei provvedimenti dell'emergenza. Ma già venerdì bisognerà decidere su zone rosse, arancioni e gialle. Il nuovo esecutivo sarà pronto?

Come gestirà il governo Draghi l'emergenza coronavirus? Il presidente del Consiglio incaricato "con riserva" ieri al Quirinale ha detto che la situazione "richiede risposte all'altezza" e si discute di alcune delle possibili decisioni dell'esecutivo prossimo venturo mentre il 15 febbraio scade il divieto di spostamento tra regioni presente nell'ultimo decreto del presidente del consiglio Giuseppe Conte, e il 5 marzo invece decadrà il grosso dei provvedimenti dell'emergenza varati dal "vecchio" esecutivo.

Cosa farà il governo Draghi con il nuovo Dpcm, gli spostamenti tra regioni e le zone rosse, arancioni e gialle

Gli aspetti in discussione sono molti ma quelli centrali sono il piano di vaccinazione, i rapporti troppo litigiosi con le Regioni e l'eventualità di confermare o meno il sistema delle zone rosse, arancioni e gialle. Ma prima di tutto bisogna comprendere cosa succederà con gli spostamenti tra regioni e la prima data da segnare sul calendario è proprio quella del 15 febbraio: mancando ancora undici giorni, è possibile che per quel giorno il governo sia stato varato anche se magari non avrà ancora ricevuto la fiducia in una delle due camere (per una questione di tempi). Il divieto di spostamento tra regioni è stato sancito dal decreto legge 14 gennaio 2021 n. 2 e poi nel Dpcm 14 gennaio: per confermarlo il nuovo governo Draghi in arrivo in teoria dovrebbe quindi utilizzare gli stessi strumenti legislativi (anche se è possibile che vari un'ordinanza del ministero della Salute). 

Poi c'è il rapporto con le regioni. L'agenzia di stampa Ansa ha scritto che i rapporti con gli enti locali è un'altra delle questioni che Draghi dovrà risolvere, visto che nell'anno dello stato d'emergenza spesso si è arrivati a scontri verbali, polemiche politiche e - soprattutto - ricorsi al tribunale amministrativo regionale. Secondo l'agenzia, che cita una "qualificata fonte istituzionali", Draghi ha "il peso per mettere le persone con le spalle al muro".

E può usufruire degli strumenti previsti dalla Costituzione, che il governo giallorosa non ha mai voluto utilizzare, quell'articolo 120 in cui si afferma che "il Governo può sostituirsi a organi delle Regioni...nel caso di...pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica, nel rispetto del principio di sussidiarietà e del principio di leale collaborazione".

Insomma, non si profilano esattamente tempi tranquilli, anche se l'attuale dibattito tra governo tecnico o politico e la possibilità che entrino nell'esecutivo anche esponenti dei partiti potrebbe fungere da paciere delle tensioni. Per quanto riguarda il sistema delle zone rosse, arancioni e gialle, ancora l'Ansa scrive che sarà proprio il 15 febbraio la data decisiva: "in base alla decisione che prenderà il nuovo governo si capirà se l'intenzione è di proseguire con i Dpcm e le misure o se si intende accantonare il sistema delle fasce, per seguire un'altra strada". 

Repubblica ricorda oggi che per oggi è atteso il responso del Comitato tecnico scientifico chiamato a dare il nulla osta alla riapertura degli impianti sciistici dal 15 febbraio nelle regioni gialle, ma il tema centrale sono ancora gli spostamenti tra regioni: "L’orientamento del governo uscente era allungare il blocco (al momento previsto fino al 15 febbraio) alla data di scadenza del Dpcm, il 5 marzo. Ma a chi spetterà prendere la decisione? Ai ministri uscenti o al nuovo governo? Se ne parlerà non prima della prossima settimana". 

Gli spostamenti tra regioni, il nuovo governo Draghi e la data del 6 febbraio

La questione dei ministri uscenti potrebbe avere anche un risvolto interessante. Nel senso che se quello di Draghi sarà un governo tecnico-politico potrebbero essere riconfermati alcuni nomi dell'esecutivo Conte, e tra questi in lizza ci sono oggi il ministro della Salute Roberto Speranza e il responsabile degli Affari Regionali Francesco Boccia. In questo caso i ministri potrebbero quindi trovarsi in un nuovo governo ad allungare più facilmente le restrizioni. L'ipotesi alternativa (piuttosto improbabile) è che per il 15 febbraio sia ancora in carica il governo Conte. In questo caso l'esecutivo avrebbe comunque tutti i poteri necessari per farlo: la nostra Costituzione garantisce la possibilità di "svolgere l’ordinaria amministrazione" anche a un governo dimissionario, totalmente legittimato ad adottare provvedimenti urgenti anche dopo le dimissioni di Conte e dei ministri.

Nell'articolo 77 della Costituzione è chiarita la facoltà di "un governo dimissionario di emanare decreti legge". L'attuale decreto del presidente del Consiglio dei ministri scade venerdì 5 marzo. Manca un mese. Fino a quando non avrà giurato un nuovo governo, Conte potrà firmare i Dpcm e il ministro Speranza le ordinanze che istituiscono le zone gialle, arancioni o rosse. Quindi fra 48-72 ore i territori che puntano alla zona gialla come Sardegna, Puglia, Sicilia, Umbria e Alto Adige si dovranno attenere alle decisioni che l'esecutivo giallorosso metterà nero su bianco. E a questo proposito va ricordato che In base alle ultime ordinanze firmate dal ministro della Salute Roberto Speranza lo scorso 29 gennaio, le regioni italiane sono suddivise così:

  • Zona gialla: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, provincia autonoma di Trento, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto;   
  • Zona arancione: provincia autonoma di Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria;
  • Area rossa: 0 regioni.

Giovedì 5 febbraio sarà quasi ultimato il report #38 dell'Istituto Superiore di Sanità e il giorno dopo, venerdì 6 febbraio, il ministro in carica dovrà decidere sulle aree per Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia e Umbria oltre a dover decretare (ma questo appare improbabile) maggiori restrizioni per le altre regioni se i numeri dovessero indicare un peggioramento nei parametri che portano le regioni in zona rossa e arancione. Chi sarà il ministro in carica? Visto che mancano appena due giorni è probabile che sia proprio Speranza. Il quale la scorsa settimana ha deciso di lasciar scadere alcune ordinanze, senza scrivere ulteriori provvedimenti, per mandare i territori in zona gialla. Venerdì potrebbe fare la stessa cosa? Sì, ma a due condizioni: se tutte le regioni avessero numeri da area gialla e se tutti i provvedimenti avessero quella data di scadenza. In teoria i tempi ci sarebbero, e la decisione della scorsa settimana legittimerebbe anche quella di questa. Nella pratica avremo una risposta certa soltanto venerdì o sabato. 

Le zone rosse locali in arrivo

Intanto il Messaggero scrive oggi che ci sono due indicazioni del Ministero della Salute, al termine della convocazione straordinaria della Cabina di regia di cui fa parte anche l’Istituto superiore di sanità in merito alle varianti del coronavirus che si stanno diffondendo anche in Italia e stanno alimentando la ripartenza del contagio.

Si rischia una nuova stretta e non solo per lo stop ai viaggi internazionali su cui si è già intervenuti (bloccati i voli per il Brasile) e una possibile proroga al divieto di spostamenti tra Regioni. Se i segnali che stanno arrivando di graduale diffusione delle varianti inglesi e brasiliani, che corrono molto più velocemente del ceppo originario, saranno confermati dai dati delle prossime ore, potrà rendersi necessarie misure più severe.  

Ad oggi due regioni in particolare preoccupano: Abruzzo, dove gli ospedali cominciano ad essere in affanno, e Umbria, dove c’è un anomalo incremento dei contagi. E da lunedì Tortorici, in provincia di Messina, da venerdi' 5 febbraio sara' 'zona rossa'. Lo prevede un'ordinanza del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci pubblicata ieri. Il provvedimento, preso d'intesa con l'assessore alla Salute Ruggero Razza, viste la nota del Comune e la relazione dell'Asp, "serve a salvaguardare la salute pubblica e contrastare - spiega la Regione - la diffusione del coronavirus nel centro nebroideo". Le misure restrittive resteranno in vigore fino a lunedi' 15 febbraio. Previsto il divieto di accesso e di allontanamento dal territorio comunale, con mezzi pubblici o privati, fatta eccezione per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessita' o motivi di salute.

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