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Benedizione della nuova Cappella: il messaggio del Vescovo Aiello

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Domani, alle ore 20.00, in Cattedrale, ci sarà una Celebrazione Eucaristica in memoria dei Vescovi di Avellino e, a seguire, la benedizione della nuova Cappella approntata nella Cripta per quattro Vescovi defunti. Un gesto di pietas, di riconoscenza per chi ha dato la vita per la Chiesa, di memoria solenne in un tempo in cui anche il ricordo, come il pensiero e l’affetto, è ammalato, in-firmo, non fermo, debole, liquido.

Nei giorni scorsi sono state traslate nella nuova Cappella le spoglie di Mons. Gioacchino Pedicini (1883-1980), di Mons. Pasquale Venezia 81911-1991), di Mons. Antonio Forte (1928-2006) di Mons. Raffaele Pellecchia (1909-1977). A differenza dei primi tre che sono stati Vescovi prima di Ariano Irpino-L. e poi di Avellino, Mons. Pellecchia è stato Vescovo di Alife ed Arcivescovo di Sorrento-C.mare di Stabia proveniente dal Presbiterio di Avellino.

In tempi difficili, come quelli che viviamo, ricorrere alla memoria dei Padri può essere un àncora di salvezza, un monito per il presente, un richiamo ad alti ideali, un invito all’unità proprio quando siamo tentati a procedere in ordine sparso. La voce del Pastore raccoglie il gregge al sopraggiungere della tempesta, quando si avvicinano i lupi pronti a sbranare, sul far della sera quando bisogna tornare al recinto sicuro nell’attesa dell’alba. Il progetto da tempo invocato, ha avuto bisogno del consenso dei parenti, per Mons. Forte anche del Ministro Provinciale, è stato condiviso dal Presbiterio di Avellino con la certezza di fare cosa buona perché “l’urne dei forti ad alte cose l’animo accendono”.

Più di tutti è stato accolto con entusiasmo in Diocesi e in città il ritorno delle spoglie mortali del Vescovo Antonio Forte amato da tutti, punto di riferimento morale e sociale, pastore amato e seguito, che percorreva le strade della città col bavero alzato e con il colbacco, come un generale che passi a incoraggiare i soldati in trincea. Di Lui resta un ricordo vivido e profondo dove la fede semplice si univa con una voce dolcemente imperiosa, lo spirito francescano con una conoscenza attenta dei problemi della città e della Diocesi, la coscienza del ruolo con una sconfinata paternità aperta a tutti. Certamente Mons. Antonio Forte era con noi anche prima, nella coscienza della Comunione dei Santi, ma da oggi, la sua tomba tra noi diventa un segno, un sacramento di vicinanza, un punto cui approdare per ricevere una parola scarna e sicura nei momenti di dubbio e di dolore. “Semel Pater semper” recita un detto antico che ci assicura che il padre non è interscambiabile, non è un ruolo temporaneo, “ad ore”, ma una presenza costante e feconda: il Padre di una volta rimane padre per sempre. Così ti salutiamo oggi, Vescovo Antonio, come un lupo di mare che torni in porto dopo lunghe peregrinazioni. Bentornato a casa! E tu, non permettere che perdiamo la via di Casa.

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