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Venerdì, 26 Aprile 2024
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31 operatori sanitari contagiati, i sindacati: "Salviamo la Sanità"

Videoconferenza tra le parti sociali e i manager della Sanità

In Irpinia medici, infermieri e operatori sanitari contagiati dal Coronavirus sono trentuno: diciassette al Moscati, tredici al Frangipane, uno al Landolfi di Solofra e un altro al Criscuoli di Sant'Angelo dei Lombardi. 

Una lista che potrebbe crescere perché quella che stanno combattendo è una lotta quasi a mani nude. Scarseggiano infatti ancora i Dispositivi di protezione individuale (Dpi) per evitare il contagio, dalle mascherine alle maschere facciali, dai camici ai guanti monouso. Ad accendere il dibattito ieri le parti sociali, in un confronto in videoconferenza con i manager dell'Asl, del Moscati. Diverse le richieste di Uil e Uil Fpl

Più presidi di protezione 

«Abbiamo chiesto più presidi di protezione individuale, in particolare nei reparti di oncologia, dialisi e pneumologia della città ospedaliera, ma anche la riorganizzazione dei reparti dell'ospedale di Ariano Irpino dopo la denuncia inviata al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, da parte dei primari. Poi riteniamo necessaria l'apertura di un pretriage attivo 24 ore presso l'ospedale di Sant'Angelo dei Lombardi così come l'assunzione di tecnici della prevenzione, il controllo della realizzazione dei percorsi separati e la fornitura dei Dpi anche nelle case di cura. Infine, ma non meno importante, l'astensione dell'attività lavorativa in permesso-assenza per emergenza dei dipendenti con patologie croniche».

Campagna di screening

Costantinos Vassiliadis, segretario provinciale dell’Ugl Avellino, a margine del confronto organizzato dalla Prefettura ha dichiarato:

«Anzitutto l’ Asl ci ha rassicurato in merito al funzionamento di tutti i reparti ospedalieri. Non dimentichiamo che oltre ai ricoverati affetti da Covid 19, il personale sanitario, in affanno per carenza d’organico, deve rispondere a tante altre emergenze, in ogni reparto. Inoltre, la stessa Asl ha gia’ provveduto al potenziamento dei dispositivi di sicurezza, acquistati direttamente o tramite donazioni, per le categorie più esposte alla furia del virus. Mi riferisco in primis agli operatori sanitari. Ma, per l’Ugl, oltre a garantire i vari dispostivi di protezioni - ha precisato Vassiliadis - servirebbe avviare una campagna di screening per la verifica della positività al covid 19 rivolta a tutti gli operatori sanitari e sociosanitari, sia pubblici che privati. I tamponi dovrebbero essere estesi a tutte le categorie più esposte come medici, infermieri, i tecnici e gli Oss e ogni altro operatore dei presidi pubblici e privati. Riteniamo che questa strategia mirata di screening possa essere particolarmente efficace nell’isolare i positivi asintomatici, impedendo la diffusione involontaria del virus. Pensiamo a quanto accaduto nel solo Centro Minerva di Ariano Irpino».

Proposte condivise

Sulla stessa linea d’onda Stefano Caruso, segretario provinciale Ugl Sanità.

«Tutte le fragilità del settore sanitario hanno trovato terreno fertile in questa terribile emergenza. Le difficoltà dell’universo sanitario, infatti, affondano le proprio radici in scelte errate e scellerate della politica, come i tagli alle risorse economiche e soprattutto umane. 

Il mio pensiero ora è rivolto ai tanti colleghi - precisa il sindacalista - che per lavorare hanno contratto il virus, ai tanti che non ce l’hanno fatta ma anche ai tanti altri operatori della sanità che continuano a lottare e a lavorare senza sosta. Sono ancora lì, in prima linea, nonostante tutto. Se vogliamo realmente recidere le incertezze e le difficoltà del settore lavoriamo insieme su proposte e progetti che trovino spazio anche nel futuro»

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