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Salute

Endometriosi, ad Avellino l'endopank per sensibilizzare la comunità sulla malattia

In Italia l'endometriosi colpisce circa 3 milioni di donne. Malzoni: "La diagnosi precoce è importante per trattare la patologia prima che alteri la funzionalità di più organi. Fondamentale è anche veicolare una corretta informazione sui sintomi tra le ragazze fin dall'adolescenza"

Una panchina nel centro della città per sensibilizzare la comunità sul tema dell'endometriosi, patologia cronica invalidante che colpisce 3 milioni di donne in Italia. L'inaugurazione dell'endopank, così è stata battezzata la panchina di colore giallo, ha avuto luogo questo pomeriggio in Via de Conciliis su iniziativa dell'Amministrazione comunale e dell'Associazione “La voce di una è la voce di tutte”, dal 2021 al fianco delle donne che soffrono di endometriosi per fornire ascolto, informazioni sui centri specializzati a cui rivolgersi e supporto emotivo. Sulla panchina, posizionata a ridosso della scuola “F. Solimena”, è stata installata una targa dotata di Qr-Code che, se scansionato, mostra un video esplicativo e informativo sull’endometriosi allo scopo di fare conoscere le cause e i sintomi della malattia nonché di trasmettere l'importanza della prevenzione, attraverso screening specifici all'apparato riproduttivo femminile eseguiti da medici specializzati, per una diagnosi precoce. L’iniziativa si inquadra nell’ambito del progetto “Sediamoci sul giallo: endopark”, finalizzato a sensibilizzare i giovani e le famiglie sugli effetti di una patologia che sconta un ritardo diagnostico stimati in 7-9 anni. Per l’occasione, è stato anche lanciato il telefono giallo gratuito (800 189 411), attivo da lunedì al venerdì, dalle ore 17 alle 19, per fornire tutte le informazioni utili.

Endometriosi, ad Avellino l'endopank per sensibilizzare la comunità sulla malattia

L'endometriosi colpisce 3 milioni di donne in Italia: sconta un ritardo diagnostico di 7 anni

L’endometriosi è la presenza di endometrio, mucosa che normalmente riveste esclusivamente la cavità uterina, all’esterno dell’utero e può interessare la donna già alla prima mestruazione (menarca) e accompagnarla fino alla menopausa. Gli studi istologici hanno evidenziato che l’endometrio nella endometriosi è simile all’endometrio normale. È caratterizzato dalla presenza di recettori ormonali, come l’endometrio normale, ma ha un’alta capacità di adesività che gli permette di aderire a strutture extrauterine, come le sedi in cui l’endometriosi si sviluppa. Sebbene sia ritenuta una patologia dell’età riproduttiva, sono descritti rari casi di endometriosi anche in postmenopausa, soprattutto in donne che stiano assumendo trattamenti ormonali sostitutivi.

Nel nostro Paese, come riporta il Ministero della Salute, le donne con diagnosi conclamata di endometriosi sono almeno 3 milioni: il 10-15% della popolazione femminile che ne soffre si trova in età riproduttiva e il 30-50% è infertile o ha difficoltà a concepire. Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può comparire anche in fasce d'età più basse. La diagnosi arriva spesso dopo un percorso lungo e dispendioso, il più delle volte vissuto con gravi ripercussioni psicologiche per la donna.

L'endometriosi è inserita nell’elenco delle patologie croniche e invalidanti, negli stadi clinici più avanzati (“moderato o III grado” e “grave o IV grado") riconoscendo a queste pazienti il diritto ad usufruire in esenzione di alcune prestazioni specialistiche di controllo. Si stimano circa 300.000 esenzioni.

Malzoni: "L'importanza della diagnosi allo stadio iniziale e dell'informazione sulla malattia tra le ragazze più giovani"

"L'endometriosi è una patologia complessa, caratterizzata da un ritardo diagnostico molto serio, legato alla difficoltà di diagnosi della malattia, soprattutto nelle forme più gravi. Necessita che la diagnosi venga fatta dai centri di riferimento, in genere multidisciplinari perché interessa vari settori e medici con diverse competenze" ha spiegato il Direttore del Centro nazionale Endometriosi “Malzoni”, Mario Malzoni, presente al taglio del nastro di questo pomeriggio. Il dottore ha sottolineato quanto sia fondamentale una diagnosi precoce dell'endometriosi: "Consente di valutare la patologia negli stadi iniziali, prima che arrivi a quelli più avanzati determinando un'alterazione della funzionalità degli organi come intestino, vescica, fibre nervose. Se presa in tempo, l'endometriosi può essere trattata farmacologicamente, mentre se viene riconosciuta in ritardo richiede a volte interventi chirurgici che, seppur in laparoscopia, sono molto aggressivi fino ad avere l'esigenza di asportare porzioni di organi". Non solo la diagnosi, anche la corretta informazione sulla malattia da veicolare alle ragazze più giovani è importante: "Devono essere informate già dall'adoloscenza affinché possano riconoscere la sintomatologia: dolore mestruale, dolori durante i rapporti sessuali, alterazioni della funzionalità intestinale, disfunzioni di tipo urinario".

De Stefano: "A Solofra un polo di eccellenza dedicato alla medicina della riproduzione"

L’endometriosi è causa di sub-fertilità o infertilità (30-40% dei casi) e l’impatto della malattia è alto ed è connesso alla riduzione della qualità della vita e ai costi diretti e indiretti. Una limitata consapevolezza della patologia è causa del grave ritardo diagnostico, valutato intorno ai sette anni. Una pronta diagnosi e un trattamento tempestivo possono migliorare la qualità di vita e prevenire l’infertilità. Sulla denatalità e l'infertilità, fenomeni sempre più diffusi a livello nazionale, si è soffermato il direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’Azienda ospedaliera “Moscati”, Cristofaro De Stefano, facendo un punto della situazione sui progressi in campo scientifico: "Come medici possiamo intervenire correggendo le condizioni patologiche che non consentono a chi vorrebbe fare figli di riuscire a ottenerli. Questo è un compito che ad Avellino ci siamo assunti da anni con la presenza di centri d'eccellenza e si sposta sempre di più in direzione della prevenzione delle malattie quindi spiegare alle persone le vere possibilità riproduttive, che sono legate all'età, e quelle che sono le opportunità di conservare le proprie cellule riproduttive se non si è nella condizione di poter avere figli nel momento in cui la fertilità naturale è più attiva". "Ci sono delle strategie da mettere in campo e questa è una sfida soprattutto riguardante le aree interne - ha aggiunto - lottiamo quotidianamente per cercare di consentire a tutti di avere delle gravidanze e di esercitare la libertà delle scelte riproduttive, che non può essere condizionata dalle malattie. In questo senso, l'ospedale di Solofra potrà diventare un punto di riferimento: l'idea progettuale nasce proprio con l'intento di introdurre un polo di eccellenza dedicato alla medicina e alla patologia della riproduzione nonché una sezione dedicata alla ricerca di base nel campo della riproduzione con l'auspicio di riuscire a portare a compimento anche un training center per ottenere il massimo dalle grandissime professionalità di cui disponiamo".

Nargi: "Nella strada dei giovani di Avellino, poniamo la prima pietra per accendere i riflettori sull'endometriosi"

"Siamo convintamente al fianco dell’associazione 'La voce di una è la voce di tutte' per accendere i riflettori su di una patologia, l’endometriosi, che colpisce fino al 15 per cento delle donne in età riproduttiva. Eppure, nonostante tutto è ancora molto sottovalutata - ha affermato la vicesindaco di Avellino Laura Nargi - è quindi assolutamente necessario sensibilizzare il territorio, soprattutto i giovani, perché, anche se ad Avellino abbiamo strutture all’avanguardia e professionisti di valore internazionale, scontiamo comunque lo stesso ritardo diagnostico che si registra a livello nazionale e che, in molti casi determina, condizioni invalidanti perle donne. Qui, nella strada dei giovani di Avellino, poniamo la prima pietra e lasciamo un segno tangibile nell’arredo urbano di questo forte impegno".

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