Osteoporosi, una malattia “silenziosa”: "La prevenzione come unica arma di difesa"
Nella giornata di oggi, presso l’Hotel De La Ville di Avellino, ha avuto luogo il corso di aggiornamento medico-scientifico sull’osteoporosi: una malattia “silenziosa” che porta al deterioramento della quantità e della qualità dell’osso
Nella giornata di oggi, presso l’Hotel De la Ville di Avellino, ha avuto luogo il corso di aggiornamento medico-scientifico sull’osteoporosi: una malattia “silenziosa” che porta al deterioramento della quantità e della qualità dell’osso si può prevenire e battere con la prevenzione. L’iniziativa, promossa dall’ASL di Avellino con l’Associazione endocrinologi, l’Ordine dei Medici e l’Associazione FADOI, è utile a sensibilizzare medici e cittadini sull’entità e la diffusione del problema, spiega il Direttore Sanitario dell’Asl Avellino, Maria Concetta Conte. In Italia il servizio sanitario è in ritardo nell’affrontare globalmente questa patologia. L’aggiornamento di oggi mira anche ad integrare le conoscenze mediche e farmacologiche con l’evoluzione del contesto ambientale, hanno sottolineato le dottoresse Genoveffa Pizza e Annamaria Bellizzi, responsabili scientifiche dell'appuntamento.
L'osteoporosi è una malattia sistemica cronica dello scheletro caratterizzata da una ridotta massa ossea e da alterazioni qualitative a livello della macro e microarchitettura, che rimane spesso clinicamente silente fino a quando non si verificano fratture da fragilità. La Fondazione Internazionale per l'Osteoporosi (IOF) ha stimato 4.359.000 persone affette da osteoporosi nel 2019 in Italia, di cui il 79.8% di sesso femminile. Considerando la popolazione italiana di età superiore ai 50 anni, la prevalenza di osteoporosi è del 23.4% nelle donne e del 6.9% negli uomini. Anche l'incidenza rappresenta un dato preoccupante: nel 2019, il numero di nuove fratture da fragilità in Italia ammontava a 568.000, corrispondente a 20.6 fratture/1000 individui, con un aumento di 1.0 fratture/1000 individui rispetto al 2010.
I costi diretti legati alle fratture da fragilità sono superiori a quelli dell'infarto del miocardio
Le fratture da fragilità rappresentano una delle cause più comuni di disabilità e costituiscono una delle maggiori voci nel bilancio della spesa sanitaria di molti paesi. A oggi, i costi diretti legati alle fratture da fragilità sono decine di migliaia di euro superiori a quelli dell'infarto del miocardio. Oltre a dolore e disabilità, le fratture da fragilità sono associate a rischio di morte prematura: in Italia, la mortalità per un paziente di età superiore ai 50 anni con frattura da fragilità è di 105/100.000 abitanti. Pertanto, la prevenzione delle fratture rappresenta un obiettivo fondamentale. A tale scopo risulta necessaria una stretta collaborazione tra i medici di medicina generale e gli specialisti che si occupano di osteoporosi. Anche il trattamento delle fratture da fragilità in ambito ospedaliero prevede la creazione di un PDTA che metta in relazione i diversi specialisti allo scopo di prendere in carico il paziente e garantire il trattamento migliore e prevenire un nuovo evento.