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Sabato, 27 Aprile 2024
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"Rubare l'anima ai fiori", la storia di un padre e un figlio dal Fascismo al Sessantotto

L'autore Michele Criscuoli: "L'opera offre ai giovani un insegnamento. Nella vita i risultati si raggiungono con l'impegno, il sacrificio e l'aiuto della provvidenza"

Una lotta per migliorare la propria condizione sociale portata avanti con onestà, abnegazione e coraggio. Questo accomuna i due protagonisti dell'ultimo libro di Michele Criscuoli, "Rubare l'anima ai fiori". Le storie di Salvatore e Giuseppe, rispettivamente padre e figlio, sono narrate in parallelo già dalle prime battute del libro. Due vite che si sviluppano in momenti storici diversi ma segnate dagli stessi valori, ideali e sogni. 

Criscuoli: "Lo scrittore è un cacciatore di storie"

Irpino, avvocato, giornalista pubblicista, già tenente colonnello dell’Aeronautica Militare, Michele Criscuoli ambienta la sua seconda opera letteraria in Italia, nel periodo che va dal Fascismo agli anni Sessanta del Novecento riportando diversi elementi di carattere storico dalle rivolte delle tabacchine, le operaie che lavoravano nei tabacchini pugliesi, ai tumulti della classe operaia del Sessantotto, costretta a dure condizioni di lavoro e di sfruttamento.

Il titolo "Rubare l'anima ai fiori" nasce da un'affermazione che uno dei personaggi rivolge a suo zio riferendosi alle fotografie che scatta ai fiori sulle montagne. Fotografie così belle da provocare nel ragazzino un grande entusiasmo. "Alla sua affermazione - racconta Michele Criscuoli in occasione della presentazione del libro alla Biblioteca provinciale “S. e G. Capone” di Avellino - lo zio risponde 'rubare l'anima ai fiori è una cosa facile ma, ricorda, rubare l'anima alle persone non è una cosa piacevole. Meglio farsela rubare, specialmente se a farlo è la persona che ami' ". 

"Qualsiasi scrittore si pone di fronte all'opera da realizzare con la curiosità di mettere a nudo le storie che conosce - afferma l'autore - deve essere attento a quello che accade intorno a lui e deve saper ascoltare le esperienze degli altri per essere poi pronto a riferirle. Io, che alla mia età ho sentito tante storie, solitamente parto da fatti veri per lasciarmi trascinare dalla fantasia. Quest'opera si rivolge sia al pubblico del secolo scorso sia ai giovani che dai due personaggi, padre e figlio, possono apprendere un'importante lezione. Nella vita i risultati si raggiungono con l'impegno, il sacrificio e l'aiuto della provvidenza".

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