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Domenica, 28 Aprile 2024
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"In terra di lupi", l'Irpinia del secondo Novecento rivive nel racconto di Annibale Cogliano

L'autore dell'autobiografia, presentata questo pomeriggio al Circolo della Stampa, ha dichiarato: "Ho tenuto nel cassetto questo lavoro per quindici anni. La sua pubblicazione mi emoziona. Con la mia opera spero di dare un contributo a quello che siamo stati e al mondo contemporaneo"

"In terra di lupi. Lo studio, l'amore, la politica di un 'sovversivo' della seconda metà del Novecento", libro scritto da Annibale Cogliano e pubblicato nel 2023 dalla casa editrice La Valle del tempo, è stato presentato al pubblico avellinese questo pomeriggio presso il Circolo della Stampa. All'incontro con l'autore, moderato dalla giornalista Floriana Guerriero, hanno preso parte la professoressa Isa Bocciero, la docente e scrittrice Claudia Iandolo e l'editore Mario Rovinello.

Cogliano: "Ho deciso di pubblicare 'In terra di lupi' dopo 15 anni dalla sua stesura"

Gli eventi raccontati nell'intera opera sono riconducibili ad un arco temporale che va all'incirca dagli anni immediatamente successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale fino ai nostri giorni. La storia del protagonista si incontra e si scontra con le grandi trasformazioni della realtà irpina e, più in generale, della società italiana. Nel libro vengono raccontati la nascita, il contesto familiare, la formazione culturale, l'incontro con la politica. Dunque, la vicenda si snoda su un duplice binario: la sfera privata del protagonista, con particolare attenzione al complesso rapporto del protagonista con le "due madri" e con il padre, e la dimensione pubblica che porta sulla scena l'Irpinia e la complessa dinamica locale/globale.

"Ho tenuto per quindici anni questo lavoro nel cassetto e la pubblicazione di una parte è per me fonte di emozione" ha affermato l'autore sulla sua autobiografia, nella quale l'aspetto intimo si unisce alla storia e all'antropologia. "Nel libro c'è tanto dolore, molta catarsi e diversi interrogativi su cosa siamo stati e sul mondo che attraversiamo oggi con i suoi orrori - ha spiegato - la mia generazione ha avuto la fortuna di vivere una civiltà contadina al tramonto, la modernizzazione, il 1968, gli anni della speranza e delle attese, gli anni di piombo. La storia personale si intreccia ad amori, affetti, studio, impegno e desideri". "Nell'opera - ha continuato - l'Irpinia ha un posto importante insieme a tutto il resto del Mezzogiorno perché i personaggi, il loro vissuto e le situazioni che descrivo si uniscono alla storia del Sud in una maniera forte. Questo è quello che mi ha convinto, dopo quindici anni di resistenza, a pubblicare l'autobiografia". "Spero di dare un contributo a quello che siamo stati e al mondo contemporaneo" ha concluso Cogliano.

Biografia di Annibale Cogliano

Annibale Cogliano, professore di Storia e Filosofia, ha promosso e diretto Quaderni irpini, il Centro studi e documentazione Carlo Gesualdo, occupandosi di storia moderna e contemporanea. Collabora con l’Archivio Storico per le Province Napoletane, gli Annali del Centro Dorso di Avellino, la Rassegna Storica Salernitana, la rivista Vicum, l’Istituto Campano di Storia della Resistenza. Fra le sue pubblicazioni troviamo: Carlo Gesualdo, il Principe, l’amante e la strega (Napoli, 2004); Carlo Gesualdo omicida fra storia e mito (Napoli, 2006); La svolta illuminata del Santo Officio a fine ‘500 (Napoli, 2006); Due Italie tra fascismo e post-fascismo (Napoli, 2013); La Spagnola, madre di pandemia (Roma, 2020) e molti altri. Ha scritto inoltre numerosi saggi in riviste quali Vicum, Rassegna Storica Salernitana, Aequum Tuticum.

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