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Sabato, 27 Aprile 2024
Salute

Il vaccino anti-Covid è più efficace se somministrato a 10 mesi dal contagio: lo studio

La risposta anticorpale sarebbe più forte nei più giovani, nelle donne e in chi ha avuto un Covid-19 sintomatico. L'indagine dell'IRCCS 'Sacro Cuore Don Calabria' di Negrar di Valpolicella

La raccomandazione temporale del Ministero della Salute a eseguire una sola dose di vaccino in chi ha avuto Covid-19 non oltre i 6 mesi dall'infezione, trascorsi i quali è prevista una seconda dose, andrebbe riconsiderata. Si può aspettare di più senza paura che la vaccinazione perda efficacia, anzi sembra accadere il contrario.

Uno studio dell'IRCCS 'Sacro Cuore Don Calabria' di Negrar di Valpolicella, nel Veronese, avrebbe dimostrato che la somministrazione di un vaccino a mRNA a chi è guarito dal Covid porta a una risposta anticorpale migliore se avviene dopo 10 mesi dal contagio anziché a distanza più ravvicinata come da indicazioni del ministero della Salute. 

L'indagine, in revisione presso la rivista Clinical Microbiology and Infection, è stata condotta su circa 2000 operatori sanitari, e ha permesso di verificare che la risposta anticorpale è particolarmente forte nei più giovani, nelle donne e in chi ha avuto un Covid-19 sintomatico. Per non sprecare preziose dosi di vaccino, i ricercatori invitano perciò a considerare di vaccinare con una sola dose chiunque abbia avuto Covid-19, indipendentemente dal tempo trascorso dall`infezione.

Lo studio è stato condotto fra gennaio e marzo 2021, quando gli operatori sanitari dell'IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar sono stati immunizzati con un vaccino a mRNA; ai partecipanti sono stati dosati gli anticorpi contro SARS-CoV-2 al momento della prima e della seconda dose e poi una terza volta dopo 2/3 settimane dall`ultimo inoculo.

"Abbiamo dosato varie classi di anticorpi e in special modo gli anticorpi IgG quantitativi che comprendono quelli neutralizzanti, che con una certa approssimazione misurano la risposta al vaccino - spiega il coordinatore della ricerca Zeno Bisoffi, del Dipartimento di Malattie Infettive e Microbiologia dell'IRCCS 'Sacro Cuore Don Calabria' di Negrar di Valpolicella (VR) - . Dei 1935 partecipanti, 232 avevano una storia di infezione documentata e in questi operatori sanitari il titolo anticorpale medio dopo una sola somministrazione di vaccino era significativamente più alto rispetto a quello rilevato in chi non aveva mai contratto il virus e aveva ricevuto due dosi di vaccino. Questo conferma le osservazioni di altri ricercatori su numeri inferiori e corrobora la decisione di procedere con un'unica somministrazione in chi ha già avuto il Covid-19". A oggi però questa scelta è stata limitata ai 6 mesi dopo l'infezione: nei casi in cui sia trascorso più tempo viene prevista una seconda dose di vaccino, come accade per chi non ha mai incontrato il virus.

I dati raccolti dai ricercatori italiani dimostrano che non è necessario, anzi: "Con sorpresa abbiamo osservato che la risposta anticorpale era tanto più forte quanto più tempo era trascorso dall'infezione, fino a oltre dieci mesi; la risposta è più consistente anche in chi è più giovane, nelle donne e in chi ha avuto un Covid-19 con sintomi - aggiunge Bisoffi - Tutto ciò suggerisce che una singola dose di vaccino a mRNA è comunque sufficiente in chi ha avuto il Covid-19, indipendentemente dal tempo trascorso dall'infezione: considerando che non possiamo permetterci di sprecare preziose dosi di vaccino, il criterio della vaccinazione monodose soltanto entro i 6 mesi dal contagio potrebbe essere rivisto per far sì che chi ha avuto Covid-19 riceva un`unica dose, sempre". Bisoffi ha spiegato che l'obiettivo adesso è "verificare questi dati in una popolazione che sia stata vaccinata dopo tempi ancora più lunghi dall`infezione, per corroborare ulteriormente l`indicazione". 

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