Dopo il trionfo a Venezia, la Zeza di Bellizzi sfila per le strade di Avellino: il programma di oggi
"È stato meraviglioso. È difficile spiegare certe emozioni! Dopo 29 anni su questo prestigioso palco abbiamo rivissuto le stesse emozioni del passato, forse anche più amplificate ripensando a chi nel '95 era accanto a noi ed oggi invece spettatore sotto un cielo diverso".
Così la Zeza di Bellizzi commenta la sua partecipazione al Carnevale di Venezia. Ieri, accompagnata nella Serenissima dalla vicesindaco con delega al Turismo, Laura Nargi, la storica Zeza avellinese ha aperto la giornata dedicata ai Carnevali internazionali sul grande palco di Piazza San Marco. Emozioni che oggi saranno rivissute ad Avellino, dalle 15.00, con la consueta sfilata lungo Corso Vittorio Emanuele.
"La Zeza di Bellizzi torna trionfatrice dalla Serenissima e domani (oggi, ndr) sarà in città con l'amica vicesindaco Laura Nargi per rivivere e condividere con tutti voi le intense emozioni di questi giorni - scrive la Zeza di Bellizzi".
"Nostra intenzione era portare a piazza San Marco allegria, colori, raffinatezza ed eleganza, professionalità e quel valore delle tradizioni a cui teniamo davvero tanto. Speriamo di essere stati degni rappresentanti di un'intera comunità che ci ha seguiti e sostenuti da lontano mostrandoci tanto affetto. Siete stati fondamentali! Zeza è tradizione, Zeza è cultura, appartenenza, Zeza è storia, la nostra, quella di tante famiglie che al suono di quelle note e allo sventolare di quei nastri si sentono parte di una sola ed unica grande famiglia, Bellizzi".
IL PROGRAMMA DEGLI APPUNTAMENTI DELLA ZEZA DI BELLIZZI
Oggi pomeriggio sarà protagonista in città lungo Corso Vittorio Emanuele, alle 15.00. Nel corso della manifestazione sarà consegnato il premio Terra di Zeza. Alle 18.00 sarà di scena a Bellizzi. La festa proseguirà il 18 febbraio con il corteo che partirà da Bellizzi per approdare, alle 10.30, al Corso Vittorio Emanuele con la partecipazione di gruppi da tutta l’Irpinia. Alle 15.00 la zeza di Bellizzi sarà ad Aiello del Sabato, alle 17.30 a Serra di Pratola, alle 20.00 a Bellizzi dove si terrà la chiusura del Carnevale con "lo zezone".
La storia e i personaggi della Zeza di Bellizzi Irpino
"Zeza" era originariamente un nome proprio: il diminutivo di Lucrezia (moglie di Pulcinella nella commedia dell'arte). Da Napoli si diffuse presto nelle campagne adiacenti, con caratteri sempre più diversificati anche nelle altre regioni del Regno. E' un pezzo di teatro popolare campano, riuscito ed apprezzato, una sorta di "Promessi sposi" volgare, una rappresentazione che preesiste nella cultura contadina ed urbana della regione. E' un rito cosiddetto di passaggio, in cui la figura di un anno-padre, ormai alla fine del suo tempo, viene castrata dal futuro genero e cede assicurando, con le nuove nozze, la continuità di un ciclo naturale rigenerativo.
Alcune sue strofe si ritrovano giá nelle "villanelle" del 1500 e l'andamento e i caratteri melodici sono certamente dell'epoca: la melodia parte in modo maggiore per cadenzare quasi subito al sesto grado minore. Benedetto Croce (nei "Teatri di Napoli, secoli XV-XVIII" Napoli 1981) la fa risalire al 1700, si riferisce a questo tipo di rappresentazione senza comunque prenderne in esame la musica. Parecchi scrittori dell' Ottocento, da parte loro, la datano alle "Atellane". Nell'avellinese presenta differenze nella musica e nell'azione ma la struttura ed il senso, sebbene esposti in maniera differente, rimangono gli stessi: qualche variante si riscontra nei personaggi, dove Don Nicola è detto Don Zenobbio, Zenobie o Zinobio e Vincenzella può anche chiamarsi Porziella, Perzia o Purzia. A livello musicale si ritrova la melodia tradizionale della "Zeza" napoletana, ma durante lo spettacolo sviluppa altri modelli melodici di chiara derivazione melodrammatica ottocentesca.
Almeno fino alla metà dell'Ottocento la Zeza veniva rappresentata nei cortili dei palazzi, nelle strade, nelle osterie e nelle piazze. Le parti femminili erano interpretate da soli uomini perché le donne non potevano essere esposte alla pubblica rappresentazione ( tradizione che si conserva ancora oggi). La sua sparizione dalle piazze e dalle strade di Napoli, era stata determinata dai divieti ufficiali, infatti essa fu proibita "per le mordaci allusioni e per i detti troppo licenziosi ed osceni". A causa di questi divieti, la canzone di Zeza si spostò prima nei salotti napoletani, successivamente più nell'entroterra, dove tutt'oggi sopravvive.
Bellizzi, l'antica frazione periferia di Avellino, costituisce il cuore della tradizione della "Zeza", infatti le è stata conferita al valor culturale la targa storica "Terra di Zeza". La Zeza di Bellizzi dal 1974 è annoverata nel Patrimonio dei beni immateriali della Campania ed è stata premiata con Medaglia di rappresentanza dal Presidente della Repubblica Italiana. I colori del carnevale di Bellizzi conservano gli stessi costumi, lo stesso canovaccio, la stessa atmosfera di un tempo.
I Personaggi
II Capo zeza
Zeza la madre
Pulcinella il padre
Porzia la figlia
Geronimo il pescatore
Don Zenobbio il dottore
Don Bartolo lo scalettiere
Cosetta la fioraia
Cacciatori
La trama
Pulcinella, marito di Zeza e padre di Porzia, come tutti i padri è geloso della figlia e non vorrebbe farla sposare. La moglie Zeza, invece, è preoccupata che la figlia possa morire zitella. Il canto comincia con l'invito a pranzo delle due donne rivolto ai cacciatori che si aggirano intorno alla casa colonica di Pulcinella il quale gelosissimo interviene tempestivamente costringendo la moglie a rinchiudere la figlia in casa (nzerra sta porta o mamma e mettici 'na puntella). Porzia è molto corteggiata, ha avuto tanti pretendenti, tra cui un Pescatore di passaggio, ma Pulcinella manda via tutti in malo modo. La sua vera preoccupazione però è Don Zenobbio, notissimo medico del posto, ottimo partito, il quale da un po' di tempo frequenta Porzia, la cui bellezza lo ha ormai palesemente sconvolto (bene mio so' reddutto tutto pazzo). Emergono così le intenzioni dei vari personaggi: la volontà di Porzia di sposarsi (sine mamma tu c'hai la pazienza) e la complicità e le arti ruffiane di Zeza che cerca in tutti i modi di combinare il matrimonio. Pulcinella tuttavia continua a scacciare il dottore in malo modo, donandogli anche due sonori ceffoni. La farsa rischia di trasformarsi in tragedia: Don Zenobbio torna armato e per lavare l'onta degli schiaffi, spara contro Pulcinella. Zeza, davanti al marito ferito, invoca un medico dotto che possa guarire la botta; detto fatto, Don Zenobbio coglie al volo l'occasione: offre la guarigione in cambio della mano di Porzia. Soltanto dopo pittoresche contrattazioni economiche e dopo aver concordato la dote, Pulcinella acconsente alle nozze. Il tutto si conclude con la quadriglia, guidata dal Capozeza, in onore degli sposi.