Meraviglie d'Irpinia, pellegrinaggio al Santuario del Santissimo Salvatore
Il 6 agosto appuntamento a Montella alle ore 5.00 del mattino per il tradizionale pellegrinaggio presso il Santuario del Santissimo Salvatore. L' evento si ripete ogni anno in occasione della Festa della Trasfigurazione di Gesù, celebrata dalle maggior parte delle denominazioni cristiane il 6 agosto 2016. La Trasfigurazione, infatti, è considerata una delle principali festività, annoverata tra le dodici grandi feste nell’Ortodossia. In tutte queste chiese, se la festa cade di domenica, la sua liturgia non viene combinata alla liturgia domenicale, ma la sostituisce completamente.
La Trasfigurazione è la seconda delle “tre festività celebrate in onore del Salvatore nel mese di agosto”, le altre due sono la Processione della Croce che ricorre il 1° agosto e l’Icona di Cristo non dipinta da mano d’uomo. La Trasfigurazione è preceduta da un giorno prefestivo ed è seguita da un periodo post festivo di otto giorni, che termina durante la Veglia prefestiva per la Festa della Dormizione.
Il Santuario del Santissimo Salvatore di Montella sorge sull’omonimo monte, isolato dal resto della catena montuosa dei Monti Picentini a guardia dell’abitato di Montella e di tutta la valle sottostante. Datare l’origine del Santuario è difficile per la scarsità di documenti: i primi dati certi, tuttavia, risalgono al 1758 e testimoniano l’esistenza iniziale a Montella della Parrocchia di San Salvatore in Prato, dal nome dell’antico casale Prati dove era ubicata.
L'ICONOGRAFIA DEL SS. SALVATORE
L’iconografia del Salvatore è quella del Gesù della Trasfigurazione, che nella rappresentazione popolare ha assunto le sembianze di Gesù giovinetto. Avendo papa Callisto III istituito nel 1467 la festa della Trasfigurazione, da celebrarsi il 6 agosto di ogni anno “in ringraziamento per la vittoria riportata a Belgrado, il 6 agosto del 1456 dall’esercito cristiano contro i Turchi di Maometto II”, i montellesi trasferirono nella piccola chiesa la statua del Salvatore che darà il suo nome alla cappella medesima e al monte. Un trasferimento provvidenziale se, due secoli dopo, nel 1780, una iscrizione latina ammoniva: “E’ sacro, o viandante, questo luogo in cui Dio si è compiaciuto di abitare e di mostrare dappertutto la sua gloria con prodigi senza numero. Vieni, dunque, e adora”.
Nella dottrina cristiana, la Trasfigurazione è un momento cruciale e l’ambientazione sul monte si presenta come il momento in cui la natura umana incontra Dio: il luogo di incontro tra il temporale e l’eterno, con Gesù stesso come punto di collegamento, in veste di ponte tra Cielo e Terra.
Ogni anno il santuario è meta di pellegrinaggio, in particolare il 6 agosto, non solo da parte dei montellesi, che considerano San Salvatore il loro protettore, ma anche dagli abitanti dei paesi limitrofi, che risalgono la montagna del santuario a piedi, in segno di devozione, partendo di notte da paesi lontani anche 30 chilometri per ritrovarsi la mattina dopo per la funzione religiosa.