Sul palco della cavea di Venticano omaggio a Stravinsky con Mariano Rigillo
Giovedi?, 27 luglio, il primo ospite della rassegna Irpinia Sound Travel è l’attore Mariano Rigillo, voce recitante, per l’opera di Igor Stravinsky “Histoire du soldat” con l’ensemble Zenit 2000, diretto dal M° Massimo Testa.
Sul palco della Cavea Teatrale di Venticano, quindi, l’ENSEMBLE ZENIT 2000 e la partecipazione straordinaria di MARIANO RIGILLO in veste di voce recitante per uno straordinario omaggio a Stravinsky.
Una serata per tutti. Dagli amanti della buona musica, agli appassionati del teatro, a chiunque voglia trascorrere un momento ricco di emozioni e suggestioni.
L'histoire du soldat
L'histoire du soldat fu composto nel 1918 in Svizzera su un testo francese di C.F. Ramuz (ma il soggetto l'aveva scelto Strawinsky, liberamente traendolo da una delle fiabe raccolte da Afanas'ev), con il proposito di creare uno spettacolo facile, vario, attraente, e soprattutto semplice da allestire. Musicista e letterato, entrambi in difficoltà economiche (dalla Russia sovietica Strawinsky non riceveva più i diritti d'autore), speravano di guadagnare bene dalle molte repliche in teatri grandi e piccoli e perfino nei paesi! Non fu così, almeno per allora (e forse nelle piazze dei paesi svizzeri questo soldato non è giunto mai) - ma era nato un capolavoro, nel quale non ha piccola parte la fredda, beffarda presenza del demonio. Con ammirevole sicurezza dell'effetto sonoro e simbolico Strawinsky ha adoperato gli strumenti più acuti e più bassi di ogni settore, clarinetto e fagotto, cornetta a pistoni e trombone, violino e contrabbasso e, predominante, una nutrita percussione (assegnata a un solo strumentista).
La "Grande suite" da concerto, in otto parti, include quasi tutta la musica del balletto e segue fedelmente lo svolgersi dell'azione scenica: l'arrivo del soldato, l'incontro col diavolo, l'ingresso nel palazzo del re, il piccolo concerto, le danze (tango, valzer, ragtime) con le quali guarisce la principessa malata, l'inganno che il diavolo subisce, il grande corale, la marcia trionfale del diavolo violinista, che trascina via con sé il povero soldato. Le voci degli strumenti scompaiono una dopo l'altra e dopo gli ultimi due accordi strappati del violino il suono sinistramente si estingue su tredici battute della percussione.
Al centro dell'azione è l'eterno motivo faustiano del patto col diavolo: un soldato cede il suo violino al diavolo in cambio di un libro magico, ma quando, sposata la principessa, vuole tornare a casa per rivedere la madre il diavolo se lo porta via al suono di una marcia trionfale. Tema eterno e anche sorprendentemente attuale, come notava lo stesso Stravinsky: «Il nostro soldato nel 1918 fu capito in modo molto preciso come vittima del conflitto mondiale allora in atto, nonostante la neutralità dello spettacolo per altri aspetti. L'Histoire du soldat resta il mio unico lavoro teatrale con un riferimento al mondo contemporaneo».