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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Rete Tim, via libera del golden power alla vendita di Netco a Kkr: il potere aureo del governo italiano

Carmine Cioppa ci propone uno sguardo approfondito sulla vicenda, all'acquirente KKR, e al coinvolgimento strategico del governo italiano

Per fare cassa, senza incrementare il debito pubblico, i governi dei vari Paesi ricorrono, in genere, alla privatizzazione, cioè la cessione a privati, totale o parziale, di quote, in genere azioni, di società partecipate. In alternativa, vendono i "gioielli di famiglia", definiti "asset", cioè attività in genere particolarmente lucrative per i notevoli flussi di entrate che generano e gli utili che assicurano. La premessa ci aiuta a capire meglio la notizia del "via libera alla vendita da parte di Tim di NetCo – lo spin-off della società di telecomunicazioni che comprende, oltre alla rete fissa, anche Fibercop – e in seguito alla firma del transaction agreement con Optics BidCo (società controllata dal fondo KKR) ma con un ruolo del governo italiano nelle scelte strategiche."

La integreremo dicendo che lo "spin-off" è un processo mediante il quale una società madre (nel nostro caso Tim) crea una nuova entità aziendale, (nel caso in esame Net.co) separandola dalla sua struttura principale, al fine di concentrarsi su un settore specifico o su un’attività particolare. Insomma una sorta di "divisione" che rimane legata alla società madre attraverso un cordone ombelicale di partecipazioni azionarie. Qualche notizia in più sull’acquirente, il fondo KKR: nato nel 1976 da Jerome Kohlberg, Henry Kravis e George Roberts, dai quali ha preso il nome, ha sede a New York, si è quotato in borsa nel 2010 e oggi conta venti uffici in sedici paesi con quasi 1.700 dipendenti. Gestisce asset dal valore totale di oltre 400 miliardi di dollari concentrandosi in particolare sulle infrastrutture, sull’energia e sull’immobiliare.

Per capire, ora, il significato del "ruolo del governo italiano nelle scelte strategiche", dobbiamo ricordare che, in base alla vigente legislazione, ci sono attività, asset "strategici" perché caratterizzati da alta intensità tecnologica legata a infrastrutture critiche o sensibili, come, ad esempio, l’immagazzinamento e la gestione dei dati, l’intelligenza artificiale, la robotica, i semiconduttori, la sicurezza di rete, la tecnologia spaziale e nucleare. Ora facciamo conoscenza con una nuova entità, il Golden Power (letteralmente potere d’oro) uno strumento normativo, previsto in alcuni ordinamenti giuridici, che permette al governo di un Paese sovrano di bloccare o apporre particolari condizioni a specifiche operazioni finanziarie, che ricadano nell'interesse nazionale.

Come ha esercitato questo strumento il governo italiano? La precisazione viene da un comunicato del Consiglio dei Ministri: "La delibera del Consiglio dei ministri recepisce nelle prescrizioni gli impegni che le parti hanno assunto a cominciare dalla creazione dell’organizzazione di sicurezza, dalla nomina del preposto di cittadinanza italiana, dalla competenza esclusiva su tutte le questioni incidenti sugli asset strategici, dal mantenimento in Italia delle attività di ricerca e manutenzione, e dal monitoraggio.” In genere, si conclude un intervento, chiedendo al lettore di apporre un “mi piace”. Ma questa decisione, pur obbligata, non mi piace affatto!

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