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Economia

Consiglio territoriale della Uil: "Crisi sempre più profonda"

Si grida allo scandalo degli scioperi, senza mai affrontarne la causa ma solo gli effetti, troppo spesso insostenibili e non solo per i cittadini. La commissione di garanzia vorrebbe inasprire le sanzioni e le modalità per indire gli scioperi, ma nulla si dice sulla sua totale ininfluenza rispetto alle responsabilità degli Enti appaltanti

Si è riunito il Consiglio Territoriale della CST UIL Avellino Benevento. Ha aperto i lavori il Segretario Generale Luigi Simeone. Presente anche tutta la Segreteria Confederale UIL Campania. Le conclusioni sono state affidate al Segretario Generale UIL Campania Anna Rea.

Il Consiglio Territoriale della oramai unificata Camera Sindacale UIL Avellino Benevento oltre a rappresentare un importante momento di incontro statutario sugli assetti organizzativi,  è stato un grande momento partecipazione e analisi sui problemi che incontra il nostro territorio e l’intero Paese. Numerosi sono stati gli interventi dei dirigenti sindacali e dei delegati.

La sintesi della discussione stata approvata in un documento finale che è il seguente.

“Lo scenario che si pone di fronte a Lavoratori e Pensionati risulta sempre più confuso e difficile da interpretare con qualunque segno di positività lo si voglia immaginare. Le scelte del Governo risultano sempre più distanti dagli interessi  delle fasce più deboli e ogni intervento anche se annunciato sembra sempre più distante e spostato in avanti per lavoratori e pensionati di quanto non lo sia   pensato vicino ed esigibile per le imprese.  La pressione fiscale non accenna a diminuire ed intanto si annuncia un altro  taglio al costo del lavoro, ovvero ancora IRAP e IRES (scesa di 10 punti dal 2000 da 37% al 27,5%) mentre se ne riparlerà nel 2018 per l’IRPEF che invece  ha avuto uno scandaloso andamento  dalla sua costituzione  che ha visto in 40 anni l’aliquota  minima  lievitata fino a più del raddoppio passando dal 10 al 23% e quella massima quasi dimezzata  è scesa dal 72 al 43% allargando sempre più la forbice tra ricchi e poveri.

La poco originale promessa di taglio della tassa sulla casa, prima che ancora stucchevole è già stata bollata dalla Commissione Europea come impraticabile se non a fronte del binomio, faro della burocrazia di Bruxelles, ovvero tagli delle tasse= tagli della spesa ed allora ecco che si ripresentano manovre sulla spesa sanitaria, dei trasferimenti ad enti locali con la scusa della spending review.

Si grida allo scandalo degli scioperi, senza mai affrontarne la causa ma solo gli effetti, troppo spesso insostenibili e non solo per i cittadini. La commissione di garanzia vorrebbe inasprire le sanzioni e le modalità per indire gli scioperi, ma nulla si dice sulla sua totale ininfluenza rispetto  alle responsabilità degli Enti appaltanti, che in nessun modo possono essere perseguiti e nemmeno convocati in presenza di inadempienze contrattuali e di responsabilità gestionali, che sono il vero problema delle proteste. Si ripropone una legge sulla rappresentatività senza tener conto  delle norme pattizie che le parti si sono date e  che da sole bastano a dirimere i presunti problemi di effettiva rappresentatività, palesando ancora una volta la vera intenzione di isolare le forze sindacali solo per un malcelato desiderio di accentrare ulteriormente ogni forma di  rappresentanza sociale. Il sindacato in questo scenario ha, se è possibile,  ancora più il compito ed il ruolo di soggetto portatore di interessi collettivi che non possono essere scambiati con nessuna norma di miglior favore da ascrivere a lobby e caste che cambiano d’aspetto ma continuano a rappresentare il vero problema del Paese.

La Regione Campania appena insediatasi, deve essere sollecitata ad una riflessione complessa sul destino delle aree interne, che non possono essere lette come un’appendice dell’area metropolitana , ne possono ritenersi slegate da un progetto regionale dello sviluppo che guardi al mezzogiorno come alla parte più arretrata del Paese e non per proprie esclusive responsabilità. Un idea composita del territorio dell’Irpinia e del Sannio dovrà essere offerta alla strategia regionale, con la caratteristica aperta e coinvolgente di tutte le sue parti, facendo cadere una volta e per tutte  ogni campanilismo e visione effimera delle singole comunità.

La capacità di segnare la ripresa dell’economia è direttamente proporzionale alla capacità di fare rete, ottimizzando le risorse sempre più ridotte e pertanto bisognevoli di una efficace allocazione finalizzata allo sviluppo economico, e non più alla spesa per la spesa. Non serviranno, come non sono serviti, il rifacimento di piazze e giardini, e   le precondizioni per lo sviluppo sugli assi Trasporti, Sanità e Istruzione da sole non basteranno ad invertire la rotta, bisogna invece  puntare contestualmente  alle filiere caratteristiche delle zone interne che, attorno all’Area Vasta di Avellino e a quella di Benevento, sappiano disegnare nelle diversità territoriali le diverse forme di sviluppo industriale da una parte, con la capacità di ridisegnare la rete di cooperazione dei diversi attori intorno alle risorse naturali della filiera agroalimentare e del turismo archeologico e religioso. La possibilità di attrarre investimenti privati, in uno con la qualità così disegnata dell’utilizzo dei Fondi Europei farà la differenza tra chi è insistentemente rivolto con lo sguardo al passato e chi invece vuole e deve guardare al futuro delle nuove generazioni che non possono e non vogliono  aspettare i venti anni pensati dal Fondo Monetario Internazionale per la ripresa dell’occupazione nel sud del Paese.  Non sappiamo se  e quanto il prossimo autunno sarà caldo, ma di sicuro il fresco lo si potrà vedere solo al mattino e alla sera, ma durante il giorno sarà sempre più difficile  quanto inutile avversare il sindacato che è e resta l’unico soggetto che pare voglia porsi traguardi di tutti  a fronte del protagonismo di pochi”.

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