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Cronaca

Variante inglese del Covid al Moscati, l’infermiera positiva: “Ho bisogno di avere delle risposte”

Avellino Today ha intervistato l’infermiera del Moscati risultata positiva alla variante inglese del Covid

Avellino Today ha intervistato l’infermiera del Moscati risultata positiva alla variante inglese del Covid. Abbiamo cercato, per quanto possibile, di dare una risposta ai tantissimi dubbi emersi negli ultimi giorni e che continuano - ancora - ad aleggiare intorno alla pericolosità delle varianti. Queste sono state le dichiarazioni dell’infermiera che, certamente, non ha nascosto la sua preoccupazione, soprattutto per la sicurezza dei suoi cari. 

"Credevo si trattasse di un falso positivo" 

“Noi del personale sanitario, come ovvio che sia, siamo sottoposti a una sorveglianza molto rigida. Io sono sempre risultata negativa a tutti i controlli. Al di fuori dell’ospedale non ho avuto contatti con altre persone. Le uniche persone che ho visto sono i miei familiari. Stiamo parlando di mio padre, mia sorella, mio cognato, mio nipote e il mio convivente. La mia preoccupazione più grande, ovviamente, è per il mio convivente. Sto pressando fortemente l’Asl affinchè gli ripeta nel minor tempo possibile il tampone, proprio perché, vivendo sotto lo stesso tetto, abbiamo avuto contatti diretti fino al giorno 2 marzo, quando sono risultata positiva alla variante inglese del Covid”. 

Da cosa è provocata questa sua particolare preoccupazione? 

“Sicuramente la mia preoccupazione più grande deriva dal fatto che il mio convivente, nonostante sia risultato negativo al primo tampone, ad oggi, presenta alcuni sintomi. Io mi trovo chiusa nella stanza, in totale isolamento e ho bisogno di avere delle risposte”. 

Può raccontarci il momento in cui le è stato comunicato di essere positiva alla variante inglese? 

“Il mio tampone è stato esaminato al Cotugno di Napoli. La comunicazione della mia positività è giunta dall'Unità operativa di Medicina preventiva del Moscati. Successivamente, il mio tampone è stato mandato al Cotugno di Napoli per verificare se si trattasse di una variante, poiché io sono stata regolarmente vaccinata”. 

Lei quando ha effettuato la seconda dose del vaccino?

“La seconda dose l’ho effettuata il 27 gennaio. La prima dose l’ho effettuata il 5 di gennaio”.

Pfizer? 

“Si”. 

Cosa ha significato, per lei, scoprire di essere positiva alla variante inglese del Covid?

“Le dico la verità: all’inizio ho pensato si trattasse di un falso positivo. Non ci volevo credere. Io sono sempre stata attentissima e non ho fatto nulla che non fosse percorrere sempre lo stesso tragitto da casa al lavoro. Non me lo aspettavo. Purtroppo, lavorando al Covid Hospital, non ho cercato una causa altrove. Spero di avere qualche spiegazione da parte dell’Asl”. 

Successivamente alla notizia della sua positività, quali sono le comunicazioni e raccomandazioni ricevute dall’Asl? 

“L’Asl mi ha contattato e, ovviamente, ha fatto la consueta intervista di rito. Ho pressato subito per isolare i miei familiari e fare immediatamente il tampone al mio convivente”. 

L’Asl ha contattato i suoi familiari in ritardo?

“Io certamente capisco che - della variante inglese - sia il primo caso in questo territorio e non ci sono esperienze precedenti in merito”. 

Però, certamente, il protocollo di sicurezza è sempre lo stesso. Dott.ssa: ha destato grande scalpore il caso dei quattro pazienti ricoverati nel reparto di Cardiochirurgia, entrati negativi e successivamente risultati positivi al Covid. Adesso il suo caso. Ma come è potuto accadere un caso di variante inglese all’interno dell’Azienda Ospedaliera? 

“Questa è chiaramente la domanda che abbiamo fatto un pò tutti e io sono la prima che vorrebbe avere una risposta. Io non sono mai uscita dalla mia routine e, nonostante questo, è accaduto. Dobbiamo continuare tutti a tenere altissima la soglia di attenzione". 

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