rotate-mobile
Cronaca

Unione Studenti: "La scuola non è un carcere in cui ad ogni errore c'è la pena"

Continua a fra discutere il caso degli studenti sospesi al liceo classico P.Colletta di Avellino per aver utilizzato lo smartphone durante l'esame di stato

In questi giorni si è creato un forte dibattito intorno a quanto accaduto durante gli esami di stato al liceo classico P.Colletta di Avellino.

L'unione degli studenti in merito ha preso una posizione: “ Al di là della questione bisogna chiedersi cosa li abbia spinti a fare ciò.  Il problema non è l’azione che hanno compiuto questi ragazzi, il problema è che dietro questa azione si apre un discorso infinito sui modelli di valutazione su cui la scuola italiana si basa da anni, una valutazione che porta a compiere azioni del genere e che porta a dare “punizioni”, a parere di molti, inaccettabili. E’ giusto che due studenti alla fine del loro lungo percorso scolastico debbano vedersi azzerare tutto, il loro impegno, la loro fatica, per un errore analizzato superficialmente e che vede come principale causa il modello di scuola che siamo costretti a subire?

Questo è un grande esempio di come questo modello di scuola e di valutazione abbia fallito. La scuola non dovrebbe essere vista come un carcere in cui ad ogni errore è predisposta una pena, ma dovrebbe essere vissuta dagli studenti come il reale luogo in cui potersi formare come persone che dovranno inserirsi all’interno della società. Ed il semplice fatto che riconduciamo tutto l’impegno degli alunni manifestato nei 5 anni del percorso formativo ad un esame di stato e a dei semplici numeri che dovrebbero valutare il nostro operato, ci fa ben capire come attualmente scuola italiana rappresenti un modello fallimentare.

Ha senso fare un esame di stato? E' banale ridurre la conoscenza, il sapere e le capacità degli studenti a un semplice 90; noi studenti siamo molto di più di un semplice numero, e il nostro operato dovrebbe essere valutato in linea generale e non attraverso delle domande da rispondere in soli 15 righi; è banale ridurre a 15 righi il nostro sapere. Ed è altrettanto banale ricorrere alla bocciatura, ritenendo che sia la soluzione migliore per far comprendere agli alunni il proprio errore. La scuola deve insegnare anche ad apprendere dai propri errori, ma non è buttando all’aria un intero percorso scolastico con la bocciatura che si apprende da un errore. Il caso del Colletta è emblematico e serve a farci riflettere su una cosa molto importante: “E’ davvero questo il modello di scuola che vogliamo? Ed è davvero questa la scuola che dovrebbe valorizzare gli studenti e portarli a crescere?". Il dibattito è aperto.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Unione Studenti: "La scuola non è un carcere in cui ad ogni errore c'è la pena"

AvellinoToday è in caricamento