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Cronaca

Il Vaticano trema, la denuncia shock di una suora: "Violenze e patti firmati con il sangue"

A parlare al Corriere.tv è un'ex suora dell’istituto religioso dei frati dell’Immacolata: “Stavo male quando facevo direzione spirituale con padre Manelli perché facendolo sembrare un fatto naturale spingeva la mia mano verso le sue parti intime”

Cosa è avvenuto in quel convento di Frigento sarà un'inchiesta aperta dalla Procura di Avellino a stabilirlo, a seguito di una corposa denuncia presentata. Intanto una delle suore che per 12 anni è stata insieme alle consorelle nell’istituto religioso dei frati dell’Immacolata racconta a Corriere.tv la storia che le ha segnate: presunte vessazioni, abusi, violenze, strani giri di denaro e perfino istigazione alla prostituzione.

La cronista Amalia De Simone in un videoreportage riporta le parole della ex suora che ventidue anni fa giurò obbedienza in una cappella con un rito simile alla «pungiuta», usata dalla ‘ndrangheta per affiliare i membri del clan: “Ho già testimoniato in Vaticano e sono disposta a far esaminare la lettera scritta col sangue e poi controfirmata da padre Stefano Manelli, dai periti della procura. Lo faccio perché ho il dovere di far emergere cosa accadeva in quei conventi lager, dove ci sono ancora nostre sorelle che soffrono”, dice la donna.

Padre Manelli, assistito dall’avvocato Enrico Tuccillo, dal canto suo smentisce queste pratiche. La Procura avellinese vuole vederci chiaro e nel corso dell’inchiesta ha ascoltato anche un’altra suora, ora in Sud America: “Mangiavamo la cenere nei pasti e spesso lo facevamo in ginocchio. La sera ci frustavamo con la disciplina, uno strumento con delle punte di ferro. Mentre lo facevamo dovevamo pregare e gli schizzi di sangue imbrattavano i muri. Portavamo anche un cuore fatto con dei chiodini. Lo mettevamo a contatto con la pelle. Io mi sono anche marchiata a fuoco due volte”.

Dichiarazioni su cui la pm Adriana Del Bene della procura di Avellino ha disposto indagini. Ma in procura non c’è un solo fascicolo: c’è infatti anche un’indagine per truffa aggravata e falso ideologico che ha portato al sequestro di 30 milioni di euro a due associazioni legate all’istituto. Il tribunale del riesame ha poi dissequestrato i beni ma la procura ha proposto ricorso in Cassazione e l’avvocato Sarno ha interpellato sul caso anche il tribunale civile.

Una vicenda che segue con attenzione anche il Vaticano. Pochi giorni fa la Santa Sede ha commissariato anche l’istituto religioso delle suore. I soldi sono un capitolo molto importante anche nel secondo fascicolo, quello sugli abusi. A parlare è ancora una volta la principale testimone della vicenda che lancia accuse gravissime di presunti casi di induzione alla prostituzione: “Ci mandavano da alcuni 'benefattori' molto ricchi e ci chiedevano di essere accondiscendenti. Io mi sono tirata indietro. Anche Manelli aveva modi ambigui”. Un atteggiamento raccontato anche nel dossier: “Stavo male quando facevo direzione spirituale con padre Manelli perché facendolo sembrare un fatto naturale spingeva la mia mano verso le sue parti intime”.

Nelle pagine raccolte da monsignor Volpi ci sono anche altre descrizioni del genere. Enrico Tuccillo, avvocato di padre Manelli, parla del suo assistito come di un perseguitato e paragona la sua vicenda a quella di figure di Santi come quella di San Pio o San Francesco: “Padre Stefano Manelli desidera vivere in povertà, vuole vivere secondo l’ispirazione tradizionale della chiesa, tutto il resto sono delle strumentalizzazioni e sono delle non verità. Per quanto concerne la truffa credo che il tribunale del riesame abbia già chiarito con il rigetto che non esiste né truffatore né truffato. Poi c’è l’altro filone quello dei dossier delle suore costrette a leccare i pavimenti. È ridicolo e triste. Noi abbiamo già presentato tre denunce per calunnia alla Procura della Repubblica di Avellino”.

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