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Cronaca

Processo Don Livio, acquisite nuove testimonianze in aula

Nuova udienza nel processo che vede il fondatore di una cooperativa sociale per l’assistenza alle persone, con problemi di depressione e disturbi dell’alimentazione

Nuova udienza nel processo che vede imputato Don Livio Graziano, 50 anni, fondatore di una cooperativa sociale per l’assistenza alle persone, con problemi di depressione e disturbi dell’alimentazione. L'uomo è accusato di aver abusato di un minore di 13 anni. Nella giornata di oggi, presso il Tribunale di Avellino, dinanzi al Giudice Dott. Lucio Galeota, la lunghissima udienza ha visto l'escussione di tre consulenti e due testimonianze, tutte richieste dalla difesa dell'imputato, gli avvocati Gaetano Aufiero e Gianpiero De Cicco  Le consulenze chieste dalla difesa di Don Livio affermavano che, per motivi fisici e di salute, il prete non avrebbe potuto avere rapporti sessuali. Veniva approfondita la figura del 13enne che, stando a quanto riferiscono le fonti investigative, avrebbe subito i presunti abusi. Una testimonianza in aula dichiarava che, spesso, i comportamenti del ragazzino erano irrispettosi nei confronti degli altri. Adesso tutto rinviato al 27 ottobre 2022, quando saranno ascoltati altri due consulenti. 

L'arresto del fondatore della cooperativa sociale “Effatà, Apriti”

Le manette per Don Livio scattarono il 26 ottobre 2021, dopo che le indagini coordinate dal procuratore Domenico Airoma partirono a seguito della denuncia presentata dal padre del ragazzino. Quest’ultimo, stando a quanto si apprende, è stato ospite della cooperativa dallo scorso giugno fino al mese di settembre 2021. Gli inquirenti ritennero di avere tutte le prove dei presunti abusi subiti dal 13enne.

Don Livio Graziano non fa parte della Diocesi di Avellino ma è incardinato in quella di Aversa, nel Casertano. Dopo aver vissuto diverso tempo in ritiro spirituale presso il Santuario di Montevergine, il sacerdote ha realizzato, proprio nel capoluogo irpino, un ufficio di consulenza nutrizionista e successivamente ha fondato la cooperativa sociale “Effatà, Apriti” con sedi in due comuni a pochi chilometri da Avellino.

La sua permanenza nella Diocesi irpina, come ricordano le cronache, è stata “contestata” a più riprese dall’allora Vescovo di Avellino, monsignor Francesco Marino, originario di Caserta come il sacerdote arrestato. Per la sua “intensa attività sociale e umanitaria” a don Livio è stato assegnato nel 2014 a Benevento il premio “Padre Pio da Pietrelcina”.

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