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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Parco Di Nunno: degradanti corsi e ricorsi storici nella casetta di vetro

Tutto sembra essere tornato a prima del 2019, quando il Comune di Avellino annunciò l’accordo per l’utilizzo della struttura. Il parco di piazza Kennedy è tornato a essere una enorme piazza di spaccio e dimora notturna per clochard

Era il febbraio 2019, lo ricordiamo tutti, quando il Comune di Avellino annunciò l’accordo per l’utilizzo della casetta di vetro situata nel Parco Di Nunno. Dopo anni di controversie, giunse la fatidica accelerazione dell’iter burocratico affinché questa struttura potesse finalmente funzionare e rivivere, riqualificando tutta un’area che per anni è stata oggetto di atti vandalici e degrado. Non sono trascorsi neanche quattro anni, eppure, da allora, sembra trascorsa una vita. Questo perché, effettivamente, la casetta di vetro tornò anche a vivere. Per un breve periodo, all'interno, c’è stata un’attività di ristorazione. L’avvento del Covid, poi, come tante altre attività del capoluogo e non solo, ha nuovamente sprofondato la casetta nell’oblio. Ora, tutto sembra essere tornato a prima di quel fatidico febbraio 2019, quando quell’altisonante annuncio sembrava il preludio della rinascita e che, invece, si è rivelato null’altro che un bellissimo fuoco di paglia. Un’illusione. La certezza di vedere un sogno realizzato e che, invece, si rivela essere un brusco e dolorosissimo risveglio.

Nel 2017 l’attentato incendiario al clochard che aveva trovato riparo per la notte

Facciamo un passo indietro: siamo nel 2017. Un clochard (come molti altri) cerca e trova riparo per la notte nella casetta di vetro. Quella notte, quest’uomo, rischierà di perdere la vita bruciato vivo. Ad appiccare il fuoco fu un minore di Avellino, di anni 14. Lo stesso utilizzò alcuni fazzolettini di carta imbevuti di alcol, lanciati poi all’indirizzo della casetta, senza rendersi conto delle conseguenze che avrebbe potuto causare, sollecitato da alcuni coetanei con l’intento di dare prova della propria audacia e determinazione. Una “bravata”, forse, dettata dalla noia, che avrebbe potuto costare cara all’uomo che dormiva all’interno della struttura. Il senzatetto si ritrovò avvolto dalle fiamme in una delle tante “scatole vuote” della città. L’uomo fu salvato grazie alla richiesta di aiuto di una sua amica e all’arrivo dei soccorsi. All’epoca, la cittadinanza s’indignò ferocemente per quello che, da subito, apparve non soltanto come un feroce gesto di violenza ma, ancora, come un chiaro segnale di degrado cittadino che aveva trovato – nella casetta di vetro e, più in generale, nel parco di piazza Kennedy – un fulcro chiarissimo; il centro di un luogo abbandonato alla miseria e al decadimento.

Ora, nel 2022, tutto è tornato come allora (e anche peggio)

Ora, degradanti corsi e ricorsi storici sembrano riguardare la casetta di vetro e il Parco Di Nunno. Una zona che, se vogliamo, anche dopo la “pseudo-rinascita” non ha mai smesso di essere una floridissima piazza di spaccio del capoluogo irpino, come ben raccontano le cronache giudiziarie. Ora, però, è tornata anche a essere la “dimora notturna” dei tanti senzatetto che cercano un riparo per la notte; soprattutto in questo periodo, con le temperature che calano drasticamente.

Come dimostrano le immagini, la casetta di vetro è tornata a essere quello che era. Il sogno dorato è finito e, se non vogliamo che – questa volta – la tragedia si concretizzi, occorre intervenire immediatamente. I rischi sono enormi e, in tutta sincerità, non è possibile che una città piccola come Avellino possa avere, in pieno centro, una “terra di nessuno” così grande ed evidente. Quello che doveva essere un faro di luce e speranza per una zona troppo spesso abbandonata a sé stessa non si è mai veramente acceso. Quello che, invece, appare limpido dinanzi ai nostri occhi è un tunnel nerissimo. Un’oscurità così fitta da rendere assolutamente impossibile la vista della fine.   

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