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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

L'OSAPP annuncia lo stato di agitazione nazionale nel sistema penitenziario

Carceri/Osapp: dichiarati lo stato di agitazione della polizia penitenziaria e l’abbandono del tavolo delle trattative presso il DAP

"Troppe aggressioni impunite, troppi ferimenti di poliziotti penitenziari, troppo strapotere in carcere dei detenuti più violenti, troppi procedimenti giudiziari a carico esclusivo di poliziotti penitenziari, trascurando le responsabilità di chi è capo delle strutture e gestisce in maniera pessima l’organizzazione e i supporti operativi del personale, troppa inerzia e approssimazione dei principali responsabili dell’amministrazione che hanno tralasciato per mesi di intervenire sul disastro penitenziario, troppe parole a sproposito sul carcere e nessun intervento concreto. Per questo, a partire da domani 4 settembre 2023, dichiariamo lo stato di agitazione nazionale del personale di Polizia penitenziaria e l’abbandono di qualsiasi tavolo di trattative o confronto presso il DAP (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria).

Questo è quanto si legge in un comunicato diffuso dall’Osapp a firma del segretario generale Leo Beneduci. Benché non si pretenda di influenzare le scelte fino ad oggi sbagliate della politica sul carcere e che hanno fatto in modo di designare ai vertici figure del tutto inadatte ovvero di mantenere negli incarichi i responsabili già designati dal precedente governo e del tutto inadeguati, prosegue il leader dell’OSAPP, è indubbio che nelle attuali condizioni non si possa andare avanti rispetto al dissesto delle infrastrutture penitenziarie, alla sofferenza e alle gravi carenze di personale e al concomitante disagio di un'utenza penitenziaria nei cui confronti la pena non ha più, alle attuali condizioni, alcuna finalità di risocializzazione, laddove prevalgono invece le tossicodipendenze, le infermità psichiche e le criminalità organizzate.

Avremmo voluto, prosegue il sindacalista, che il ministro Nordio, invece di affidarsi a suggerimenti inappropriati e incompetenti che hanno lasciato irrisolti i problemi concreti di oltre 100.000 (centomila) donne e uomini che costituiscono l’universo carcerario, unitamente alle centinaia di migliaia di famiglie coinvolte, avesse considerato le condizioni del sistema penitenziario italiano tra le principali emergenze nazionali da affrontare e risolvere; ma ciò non è avvenuto e per tali motivi, conclude Beneduci, le uniche possibilità riguardano la protesta ad oltranza del personale e il ricorso alla piazza fino al definitivo rinnovamento degli attuali vertici dell’amministrazione."

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