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Cronaca

Orfani dopo il femminicidio: ecco le vittime di cui nessuno parla

L’Avvocato Rosaria Vietri, del Foro di Avellino, avverte: "I figli delle vittime di femminicidio meritano tutela"

In una società che spesso relega le "vittime secondarie" del femminicidio nell'ombra, emergono cifre sconcertanti. "Sono 1628 dal 2000 a oggi", afferma con determinazione l'avvocato Rosaria Vietri, penalista del Foro di Avellino. "E ora c’è chi propone per loro aiuti e tutele". Il dolore che si diffonde tra questi orfani è profondo e persistente. "Perdono nello stesso momento la madre e il padre", spiega Vietri. "La prima, protagonista dell’ennesimo caso di femminicidio. L’altro, autore del delitto, paga con il carcere o il suicidio." Questi ragazzi affrontano una montagna di sfide mentre tentano di riavviare le loro vite. La tragedia che li colpisce spesso sfugge all'attenzione generale, nonostante il loro numero crescente.

La penalista sottolinea la mancanza di supporto istituzionale per questi giovani. "Inizia una seconda vita nell’ombra e tutta in salita", afferma. "Difficoltà a trovare una nuova famiglia e un sostegno da parte delle istituzioni, sia da un punto di vista economico che socio-assistenziale". La realtà burocratica spesso complica ulteriormente la loro situazione. "Quando le vittime sono minorenni, devono affrontare problemi come le lungaggini burocratiche di case famiglie e di adozioni. Da maggiorenni, possono avere problemi di carattere psicologico ed economico, mentre se va male rischiano di finire nel mondo dello spaccio o della prostituzione".

Di fronte a questa cruda realtà, si sta discutendo l'implementazione di una nuova legge per proteggere gli orfani del femminicidio. Rosaria Vietri sostiene la necessità di un fondo dedicato a queste vittime, equiparandole a quelle di reati gravi come la mafia, il terrorismo o l’inquinamento ambientale da amianto. "Che cosa hanno di meno questi orfani speciali?", si chiede il legale. "Vengono trattati da vittime di serie B, mentre occorre una norma specifica che li tuteli o li sostenga, anche economicamente, a differenza di quanto invece accade per altre categorie".

Quale percorso è stato intrapreso a livello di supporto terapeutico, sociale o giuridico?

Le statistiche, purtroppo, confermano una tendenza allarmante. "Anche perché i numeri sono drammaticamente in crescita. Il 2015 ha visto 118 orfani in più rispetto all’anno prima". La media delle vittime di femminicidio è spaventosamente alta, con una donna uccisa ogni tre giorni nel 2016. Anche rivolgendo lo sguardo al passato, emerge la gravità della situazione. L’avvocato Vietri cita un rapporto dell'Italian Journal of Pediatrics che evidenzia 319 donne uccise in casi di femminicidio tra gennaio 2012 e ottobre 2014, lasciando dietro di sé 417 orfani. "S’impongono alcuni interrogativi: che tipo di tutela hanno ricevuto, negli anni, questi bambini? Quale percorso è stato intrapreso per loro a livello terapeutico, sociale o giuridico?".

Anche quando affidati ai parenti, i bambini rimangono esposti a tensioni familiari. "Spesso questa soluzione non è ottimale poiché anche gli stessi familiari devono gestirne le conseguenze psicologiche. Per coloro che raggiungono la maggiore età, la mancanza di sostegno economico è evidente. Non si può tralasciare la carenza di un sostegno economico da parte dello Stato", insiste Vietri. "Sia per quanto concerne il supporto psicologico sia per quello economico a partire dalla formazione scolastico-universitaria. Le vittime più importanti lasciate a sé stesse…perse nell’oblio del dramma della morte della loro mamma e nello sconforto che il carnefice sia proprio il loro padre…tutto ciò li mette in secondo piano…fino a renderli invisibili!".

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