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Cronaca Carife

Morte dell'ex sindaco Di Giorgio, il figlio: "Mio padre ha contratto il Covid in ospedale"

L'amaro commento di Gioacchino Di Giorgio: "Occorreva proteggere la sterilità della struttura, ancora di più all'interno del reparto di ematologia, dove sono ricoverate persone immunodepresse"

È un lutto tremendo quello che ha colpito la comunità di Carife che, nella giornata di oggi, piange la scomparsa dell'ingegner Carmine Di Giorgio. Ex consigliere comunale e sindaco del comune irpino, si è spento questo pomeriggio, nell’Unità operativa Covid di Malattie Infettive dell’Azienda ospedaliera Moscati. Di Giorgio aveva 82 anni ed era ricoverato dal 17 gennaio scorso. 

Questa sera, Avellino Today ha raggiunto telefonicamente Gioacchino Di Giorgio, figlio di Carmine, che ha sottolineato un elemento importantissimo: l'ex sindaco ha contratto il Covid-19 all'interno dell'Azienda Ospedaliera di Contrada Amoretta. Queste le sue parole: "Mio padre è entrato negativo all'interno dell'ospedale. Lui aveva un linfoma, stava facendo la chemioterapia, le sue condizioni si erano aggravate e aveva poche prospettive di vita". 

Poi cosa è successo?

"È successo che, sempre in ospedale, è caduto rompendosi il femore. È stato operato e in ospedale ha contratto il Covid. Lui era asintomatico ed era ricoverato nel reparto di geriatria Covid, non nella terapia intensiva Covid. Non è mai stato neanche intubato e i medici c'hanno detto che è stata la malattia a causare il decesso; poiché, ormai, aveva metastasi ovunque". 

Il Covid, dunque, non ha fatto altro che aggravare un quadro clinico già gravemente compromesso?

"Assolutamente sì. Le condizioni di mio padre erano già critiche e - per quanto possibile in questi casi - eravamo consapevoli che finisse in questo modo". 

Ma come è stato possibile contrarre il Covid in ospedale?

"Ce lo siamo chiesto anche noi. Pensi che mio padre è stato ricoverato dopo aver trascorso due giorni al pronto soccorso. Aggiungo, inoltre, che è stato ricoverato in ematologia dopo due tamponi molecolari negativi". 

Ha intenzione di sporgere denuncia?

"No. Credo che sia stato fatto tutto il possibile per salvare la vita di mio padre. Lui stava già malissimo da Natale e la sua situazione era molto grave. Vorrei aggiungere, inoltre, che io non vedevo mio padre dal giorno in cui è stato ricoverato; una misura necessaria al fine di proteggere la sterilità della struttura. Ancora di più all'interno del reparto di ematologia, dove sono ricoverate persone immunodepresse. Il problema è che, proprio all'interno dell'ospedale, il Covid c'era già". 

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